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Giovanni La Mantia

Giovanni La Mantia

Lovechip

Nota: Lovechip è pubblicato su Skorpio N. 33-38 del 2011

Serializzato in sei puntate tra agosto e settembre dell'anno in corso, Lovechip costituisce il primo approccio alla space opera per Emilio Balcarce, apprezzato sceneggiatore argentino recentemente tornato al fumetto dopo un lungo periodo di assenza.
Dal suo rientro questo è il settimo lavoro pubblicato dall'Editoriale Aurea, che  tiene nella dovuta considerazione un autore che ha dato prova di grande duttilità proponendo storie dei generi più disparati, con un gusto artistico non banale e caratterizzato da un occhio attento sulla natura e le sue evoluzioni.

È la storia di un'ufficiale militare, il tenente Jaden Vark, coadiuvata dal suo secondo Shake, un androide capace di soddisfare in toto la bella mercenaria. Il duo si occupa per conto della W.A.R. Enterprises (un'azienda militare privata) di bonificare territori geospaziali, dando la caccia ai feroci Nozi, una razza nemica degli Shaudi, popolazione antropomorfa che li ha ingaggiati.
Il loro compito non è affatto semplice e già dopo poche pagine Shake viene distrutto in un'azione di guerra. Viene estratto il suo chip di memoria che, però, non è facilmente adattabile a un modello cibernetico di nuova generazione e così Jaden, insanamente innamorata del ricordo del suo copilota robotico, decide di conservarlo in attesa di sviluppi tecnologici favorevoli. Ma il luogo preposto è insolito perché la bionda militare nasconderà il chip nell'apparato genitale.
Questo non è che l'incipit di un'avventura che segue una traiettoria frastagliata ma perfettamente comprensibile. Si aggiungeranno altri character decisivi nello sviluppo della trama, in particolare il camionista stellare Yoga Suteki e la sua geisha robot Sakura.
I successivi scenari presentano un turbinio di pianeti dalle caratteristiche fortemente contrastanti, dove la mercenaria si reca alla ricerca di un androide simile al suo Shake, in modo da potere rivivere con questi le situazioni precedenti.
Jaden confessa a Yoga il vero motivo del suo girovagare e insieme scoprono che la rispettiva attrazione verso gli automi meccanici non avrebbe motivo di esistere se  provassero a guardarsi con occhi più attenti l'un l'altro.
Il direttore della W.A.R. Enterprises avvisa Jaden che hanno localizzato un automa papabile su un mondo incandescente molto prossimo al Sole. Dopo uno scontro a fuoco viene finalmente ritrovato il modello Shakespeare 800 da tempo cercato. La donna tuttavia si è convinta che i tempi per una nuova vita sono maturi.
Il finale non lo sveliamo, ma attenzione: non è quello prevedibile.

Ben supportato dai disegni armoniosi di un ottimo Guillermo Donés e dagli appropriati colori di Diego Garavano, Balcarce imbastisce una godibile trama a tutto ritmo, con diversi spunti di riflessione sociale come è nel suo stile. Gli intermezzi pruriginosi, ancorché ammiccanti, sono funzionali alla narrazione e pertanto non sono elementi di disturbo.

"Lovechip" conclude la sua prima serie, ma ne è prevista una ulteriore. Non è dato sapere come si svilupperà, lo scopriremo con piacere appena verrà il suo momento.

Linea di Sangue

Sesto numero della collana "Romanzi a fumetti Bonell"i, Linea di sangue ci presenta un'avventura ambientata in due scenari differenti ma con un denominatore comune: la violenza della sopraffazione.
L'America anni '40 dei gangsters e delle lotte di potere e il secondo conflitto mondiale nell'episodio della battaglia di Cassino.
La famiglia Bastiano, padre padrone (e padrino), due figli - Frank sottomesso, Paul indolente - e Vic, uomo di fiducia del mafioso, trascorrono la loro vita al meglio dei loro rispettivi scopi finché Paul si arruola per sfuggire al giogo genitoriale.

Tra vicende alterne in entrambi i contesti Tito Faraci sviluppa una convincente storia di corporatismo scevro del patetismo tipico di molte opere centrate su questi quadri storico-sociali. Nel finale non c'è posto per i buoni sentimenti.
Roberto Diso offre una prova grafica encomiabile, la sua pregressa conoscenza delle macrosituazioni descritte agevola le sue fluide pennellate.

Un volume che offre intrattenimento puro, forse non un capolavoro ma senz'altro godibile.

Don Camillo a fumetti vol.1

Dietro l'approvazione degli eredi di Giovannino Guareschi, si affaccia nelle librerie il primo di una serie di volumi che illustrano i delicati racconti del "Mondo piccolo" e quelli delle vicende che tutti conosciamo, soprattutto grazie alle pellicole cinematografiche interpretate da Fernandel e Gino Cervi, meravigliosi interpreti di don Camillo e Peppone.
Davide Barzi - autore in passato del parodistico No Name insieme al disegnatore Oskar - si incarica di coordinare e scrivere gli adattamenti a fumetti di gran parte di questi bozzetti di vita emiliana caratterizzati da uno spirito rurale e sano.
In questo volume trovano spazio nove brevi storie, che illustrano le vicende dei due antagonisti amici, e due racconti senza personaggi fissi tratti dal corpus letterario del "Mondo piccolo".

Realizzati in eleganti toni di grigio, i disegni della parte dedicata a don Camillo, tutti scritti da Barzi, sono di Werner Maresta (i primi sei) ed Elena Pianta (gli altri tre). Entrambi sono autori di una ottima prova grafica e la caratterizzazione dei personaggi risulta piacevole così come l'ambientazione.
Ma dimenticatevi Fernandel: il don Camillo qui protagonista ha una fisicità notevole e più verosimigliante. I battibecchi con il sindaco comunista, personaggio più profondo rispetto a quello del grande schermo, sottintendono e suggeriscono una complicità con il lettore, che non sarà tradito nell'accordarla.

Per quel che riguarda le due storie autoconclusive è evidente che, sia la prima ("Il compagno Gesù" di Silvia Lombardi e Federico Nardo) sia la seconda ("Il vittorioso" di Alessandro Mainardi e Italo Mattone), sono permeate da un clima più cupo, pur non mancando la speranza come anelito finale.

In definitiva Don Camillo - Il capobanda piovuto dal cielo è un libro che si legge con il sorriso tra le labbra e la mente aperta, ricco di umanità e di modi diversi per giungere spesso agli stessi scopi. Gli autori coinvolti contribuiscono secondo il proprio estro alla buona riuscita della pubblicazione, che ReNoir ha prodotto in modo impeccabile riguardo stampa e confezione. Interessanti gli studi proposti in coda al libro.

Buck Danny - L'integrale 1951/1953

Fa capolino, diversi anni dopo la sua ultima apparizione sul mercato italiano, il primo grosso volume integrale delle affascinanti avventure del pilota di aviazione Buck Danny e dei suoi fidi amici Sonny e Tumbler.

L'editrice Nona Arte diretta da Andrea Rivi confeziona un volume speculare a quello proposto in territorio francofono dalla Dupuis: grande formato, cartonatura, carta di qualità e stampa perfetta per una eccellente cura editoriale. A queste caratteristiche si aggiunge una traduzione scorrevole, nonostante la quantità di testi scritti da Jean-Michel Charlier, noto nel nostro Paese anche per l'icona western Blueberry, che di tanto in tanto rallentano la lettura, ma che permettono, al contempo, di ammirare al meglio le eccellenti e documentate tavole di Victor Hubinon, disegnatore dal tratto elegante e faro di tanti artisti che si sono cimentati nell'illustrare "storie di cielo e terra" nella maniera quanto più fedele alla realtà.

Dopo un lungo ed esauriente dossier, che introduce il lettore al periodo storico e professionale nel quale i due autori hanno ideato e prodotto queste avventure insieme a Georges Tresfontaines, e dopo una ricca sezione iconografica, che documenta e impreziosisce l'intero tomo, comincia lo spettacolo vero e proprio.
Quattro le storie proposte, originariamente prodotte tra il 1951 e il 1953 per il settimanale Spirou: "I contrabbandieri del Mar Rosso", "I pirati del deserto", "I gangster del petrolio" e "Piloti collaudatori".

Buck Danny e soci, piloti professionisti, dopo la fine del secondo conflitto mondiale sono rimasti senza occupazione. Colgono l'opportunità offerta da una compagnia privata accorgendosi, solo in seguito, che lo scopo dell'imprenditore che li ha ingaggiati è tutt'altro che cristallino.
L'ambientazione mediorientale dona un tocco di esotismo alla narrazione e quando finalmente Buck e soci rientrano nei ranghi delle forze militari assistiamo a evoluzioni aeree ancora più ardite.

Il divertimento è assicurato e l'intreccio stesso tiene il lettore incollato al libro. Il sapore dell'avventura è qui, basta aprire il volume e immergersi nella lettura.
Non solo per i nostalgici della collana Cenisio che ritroveranno i loro beniamini, questo volume è indirizzato a chiunque voglia trascorrere qualche ora in compagnia di una ottima proposta editoriale.

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