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Arriva 300
Era il 1963, quando un bambino di 6 anni del Maryland venne accompagnato dai genitori in un cinema dove proiettavano una pellicola diretta da Rudolph Matè, il cui titolo era "The 300 Spartans" e in cui si raccontava l'impresa di Leonida, re degli Spartani, che nel 480 a.C. resistette per due giorni con un esercito di soli trecento uomini all’invasione Persiana dall’est, guidata da Serse.
Quel ragazzino, rimasto impressionato dall'eroico sacrificio dei 300 Spartani e dalla furiosa battaglia delle Termopili, era Frank Miller, il quale in una recente intervista ha parlato di come quel film mise duramente alla prova il suo concetto di eroismo: "Ero scioccato, perché gli eroi morivano. Ero abituato a vedere Superman spingere pianeti. Era una sorpresa realizzare che l'eroe non era necessariamente il tipico ragazzo che vinceva. Da lì ho iniziato a disegnare personaggi che tendono a morire, che tecnicamente perdono qualsiasi battaglia essi combattano, ottenendo però una vittoria morale".
In queste parole di Miller sono chiari gli elementi che in seguito diedero vita alla graphic novel realizzata assieme alla moglie Lynn Varley e che i fan dell'autore ritroveranno adesso nel lungometraggio diretto dal regista Zack Snyder ("Dawn of the dead"), a cui la Warner Bros ha affidato il compito di riportare fedelmente sul grande schermo non solo la bellezza pittorica delle tavole di Miller, ma anche la descrizione della fierezza e della voglia di libertà che racchiudeva al suo interno la civiltà spartana e che il regista così descrive: "Questo film per me è impregnato del concetto di libertà. Anche se sappiamo che storicamente gli spartani non erano questi campioni di democrazia assoluta. Ma l'immagine di qualcuno che mette il dito nel buco della diga altrimenti l'inondazione sommergerebbe tutto ciò che egli possiede e tutto ciò che ama ed è pronto a sacrificare la sua vita per questo, l'ho trovata un'idea forte tutt'oggi, molto attuale".
Un cast di guerrieri
Per rendere al meglio le figure dei 300 che combatterono alle Termopili, il regista Zack Snyder ha assemblato un cast che potesse fornire al pubblico una recitazione forte e decisa al servizio, ma non succube, degli effetti speciali utilizzati nella pellicola. La prima scelta di Snyder è ricaduta su Gerard Butler, attore visto in film quali "Il fantasma dell'opera" e "Il regno del fuoco", il quale, per convincere il regista a dargli il ruolo di Leonida, è arrivato addirittura a ballare sui tavoli di un bar: "Quando ho iniziato a cercare gli attori mi sono detto che sarebbe stata dura. Non solo perché sono nudi quasi tutto il tempo e perché li vediamo lottare, ma anche perché devono avere corpi da lottatori piuttosto convincenti. Quando ho incontrato Gerard Butler in un bar di North Hollywood ha cercato di convincermi di essere adatto al ruolo strappandosi la camicia e saltando sul tavolo. La gente ci guardava e io imbarazzato ho gridato che andava bene così". L'attore, che si è allenato per settimane, ha dichiarato di aver accettato il ruolo soprattutto per la sua fisicità, che lo ha portato a partecipare alle sequenze senza alcuna controfigura: "Ho girato tutto. Tutte le scene di azione, tutte le sequenze di combattimento. Per quanto concerne il blue screen, questo faceva un’impressione strana mentre si recita, ma ci sono state alcune sequenze, come quelle della tempesta in cui si vedono le navi persiane affondare, in cui pensavo fosse piacevole stare con un tetto sopra la testa. All'inizio è stato complicato, perché non sapevo bene dove guardare, ma in definitiva è stato un ottimo esercizio per la recitazione".
Ma non è stato solo il partecipare ai combattimenti a spingere il protagonista a partecipare alla realizzazione di questo film. Butler infatti è rimasto attratto dalle figure degli spartani e, ovviamente, del suo personaggio: "La prima cosa che mi ha colpito, è stato il fatto che questi uomini fossero duri e brutali, in un certo senso quasi privi di emozioni, di sentimenti. Ho pensato che bisognava giocare con questo elemento e cercare di spingerlo al limite, ma allo stesso tempo fare in modo che rimanessero esseri umani, in modo da poter sentire un legame con loro. Leonida però doveva essere uno che non scendeva a compromessi, per fare quello che ha fatto, che è fondamentalmente mettere a repentaglio la sua patria, la sua cultura e condurre i suoi uomini a una morte quasi certa. Ci vuole un determinato tipo di persona, di leader per fare una cosa del genere".
Altri elementi del cast sono la bella Lena Headey, vista in "I fratelli Grimm e l'incantevole strega", che in "300" riveste il ruolo della regina Gorgo, personaggio a cui il regista ha fornito una personale storyline, una delle pochissime aggiunte rispetto alla versione cartacea di Miller, mentre sono poi da segnalare David Wenham, il Faramir del "Signore degli Anelli" nella parte di Dilios, per finire poi con Rodrigo Santoro, Andrew Pleavin e Andrew Tiernan nei ruoli rispettivamente di Serse, Daxos e Ephialtes.
Una storia di sacrifici
In prossimità dell'uscita nelle sale della pellicola, da parte della stampa specializzata molti sono stati gli accostamenti al cosiddetto "scontro di civiltà" e alla guerra al terrorismo intrapresa dall'amministrazione Bush, accostamenti a cui il regista Snyder ha risposto con una sua visione: "Mi sarebbe piaciuto molto fare come Clint Eastwood in 'Flags of our fathers' e 'Lettere da Iwo Jima'. Sarebbe stato molto interessante raccontare la battaglia delle Termopili dal punto di vista persiano. A me piace realizzare film che mi facciano incontrare gente che non frequenterei mai nella vita reale: era così per gli zombi di 'Dawn of the dead', è lo stesso per gli spartani di '300', che avevano una cultura della guerra e della morte che nel mondo di oggi quasi nessuno segue. In questa prospettiva '300' mi pare più una finestra sul passato che una metafora e uno sguardo sul presente, però non mi stupisco delle letture politiche che qualcuno vorrà dargli". Snyder ha poi continuato sottolineando come "300" sia perlopiù una storia che parla del sacrificio, un elemento questo che il regista ritiene non appartenga più al mondo di oggi: "Gli spartani erano persone pronte a sacrificarsi per non perdere tutto quello che avevano alle spalle, patria, moglie e figli ugualmente minacciati dall'avanzata persiana. Quello che noi facciamo però in questa pellicola è porre l'attenzione sulla storicità delle vicende narrate: oggi morire sul campo di battaglia in occidente non è più la massima ambizione di un uomo. Certamente se spartani e persiani anziché combattere fino alla fine si fossero abbracciati, oggi avremmo un mondo molto, molto diverso".
A sottolineare questi aspetti della pellicola quali sacrificio, libertà e volontà sono state anche le musiche del compositore Tyler Bates: "Il mio intento era supportare la fisicità degli attori e rimanere fedele all'ispirazione di questo film e a quella degli Spartani, vale a dire libertà e volontà". Per fare questo, Bates si è servito della collaborazione del cantante Azam Ali, il quale ha prestato la sua voce sia per le musiche riguardanti gli Spartani sia per quelle dei Persiani, mentre l'orchestra e il coro, registrati negli studi di Abbey Road a Londra, sono serviti per accompagnare la consistenza e i diversi toni della voce di Azam. Oltre a questo, Bates ha utilizzato il guitarviol, una sorta di incrocio tra una chitarra e un violino, che nel film ha aiutato molto nel rendere appieno le crude melodie e le atmosfere oscure della pellicola.
Gli effetti speciali
Per realizzare gli effetti di "300", la cui lavorazione si è svolta in 60 giorni in prevalenza a Montreal, con l'eccezione di due giorni di riprese a Los Angeles, sono state contattate diverse società provenienti da diversi paesi specializzate negli effetti visivi. Tra queste, sono da segnalare la Hybrid, la Fitzpatrick, la Screaming Death Monkey, e soprattutto la Meteor, che in precedenza ha lavorato a sequenze di film quali "Fantastic Four", e che in "300" ha rivolto il suo lavoro alla finalizzazione della scena di battaglia tra i soldati Spartani e gli Immortali, oltre ad altre sequenze: "Abbiamo lavorato molto sul colore - ha dichiarato Janie Price, supervisore degli effetti speciali della Meteor - abbiamo in primo luogo cercato di aumentare il contrasto tra la luce e l'ombra, cercando di dare una profondità molto forte, molto estrema".
La pellicola, girata al 90% con l'utilizzo del blue screen e al 10% con il green screen, ha visto, delle 1500 sequenze realizzate, ben 1300 essere integrate con gli effetti visivi: "Abbiamo dapprima iniziato con il concept art- ha detto il regista Zack Snyder - volevo partire con una sorta di piccolo scarabocchio e Grant ha detto 'okay'. Abbiamo in principio utilizzato il Photoshop, mettendo assieme alcune immagini. In seguito, abbiamo girato alcune sequenze con un attore con indosso l'armatura spartana. Non la stessa che vedrete nel film, ma qualcosa di simile, con il mantello rosso. Poi abbiamo continuato a elaborare il tutto sino a utilizzare le tecniche più moderne. Grant ha fatto degli ottimi lavori. Tra qualche mese faremo uscire un libro della Dark Horse con tutti i suoi disegni. Aveva realizzato dei mini-librettini che noi davamo agli artisti della CGI per fargli vedere come volevamo le rocce, come volevamo il sangue. Realizzava questi libricini riguardanti la nostra "visione".
Il regista
Zack Snyder
Nato il 1 marzo 1966 a Green Bay nel Wisconsin (Stati Uniti), Zack Snyder ha studiato Arti visuali a Londra, per poi entrare nel mondo degli spot pubblicitari.
Nel 2004 ottiene il successo con la pellicola horror "Dawn of the dead", che diventa un piccolo film cult. Il suo prossimo progetto è l'adattamento cinematografico di "Watchmen", dalla graphic novel di Alan Moore.
Il cast
Gerard Butler
Nato a Glasgow (Scozia) il 13 novembre 1969 da Margaret e Edward, Gerard James Butler è l'ultimo di tre figli. Trascorre i suoi primi due anni di vita a Montreal, dove suo padre fa l'allibratore. In seguito, crescendo, si appassiona alla recitazione, una passione che lo porta a debuttare a 12 anni sul palcoscenico del famoso Kings Theatre di Glasgow, nella piece Oliver.
Sempre all'età di 12 anni si iscrive ai corsi estivi di recitazione dello Scottish Youth Theatre, a Livingstone. Ma nonostante sia tra gli allievi più promettenti, i suoi tutori lo dissuadono dal proseguire gli studi di teatro.
Nel 1996 si presenta a un'audizione che gli fa ottenere la parte di Renton, il personaggio di "Trainspotting" nella versione teatrale diretta da Harry Gibson, con cui arriva sulle scene del Festival di Edimburgo.
Esordisce sul grande schermo con "La mia regina", in seguito appare in altre pellicole come "One more kiss" e "Snatch", e in "Dracula's Legacy – Il Fascino del Male", film prodotto da Wes Craven. Acquista notorietà con "Il fantasma dell'opera" di Joel Schumacher accanto a Emmy Rossum.
Lena Headey
Nata il 3 ottobre 1973 nelle Bermuda, Lena Headey ha vissuto lì fino all'età di 5 anni, per poi tornare in Inghilterra.
All'età di 17 anni, notata da un agente mentre recita in una piccola compagnia di amici, viene scelta per comparire nel film "Waterland" (1992), con cui esordisce sul grande schermo.
In seguito interpreta vari ruoli ma raggiunge la notorietà con "I fratelli Grimm e l'incantevole strega", dove recita al fianco di Matt Damon e Heath Ledger.
David Wenham
Nato il 21 settembre 1965 a Marrickville, nei pressi di Sydney (Australia), David Wenham è un apprezzato attore teatrale e televisivo divenuto celebre grazie alla sua interpretazione di Faramir ne "Il Signore degli anelli".
Prima di approdare al cinema, ha una lunga carriera teatrale e televisiva, e vince moltissimi premi tra cui l'Australian Film Institute come miglior attore in una serie televisiva nel 1997, e una nomination nella stessa categoria l'anno seguente.
Wenham partecipa ai seminari di sviluppo della sceneggiatura di "Romeo + Giulietta" del regista Baz Luhrmann, che lo chiama poi ad interpretare il ruolo di Audrey in "Moulin Rouge". Nel settembre del 2001 è presente alla Mostra del Cinema di Venezia con "Dust" di Milcho Manchevski, e poi ottiene il ruolo di Faramir nella saga tratta dal romanzo di Tolkien.
In seguito recita al fianco di Hugh Jackman in "Van Helsing" (2004).
Rodrigo Santoro
Nato il 22 agosto 1975 a Petropolis (Brasile), Rodrigo Santoro studia recitazione nella Oficina de Atores de Rede Globo per un anno, e poi esordisce con alcuni piccoli ruoli in alcune serie televisive brasiliane.
Dal 2003 inizia a comparire in pellicole non brasiliane come "Charlie's Angels: Full Throttle" e "Love Actually".
Compare poi all'interno della serie televisiva "Lost", continuando però a lavorare per il cinema brasiliano.