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Redazione Comicus

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Il Grande Diabolik 20: Il Tesoro di Diabolik

Il Grande Diabolik  20: Il  Tesoro di DiabolikSeconda uscita annuale per Il Grande Diabolik ed esordio, si fa per dire, di Tito Faraci per quanto riguarda uno speciale estivo.

La storia si basa su di una domanda semplice e geniale, ancora una volta raccolta dai lettori con grande intuito da Mario Gomboli e realizzata insieme a Faraci con i disegni dell’impeccabile Emanuele Barison; che fine fanno gli oggetti più preziosi ed inestimabili che Diabolik ruba?

Non si può credere che un uomo così raffinato li fonda, smonti e rivenda. Questo volume fornisce la risposta in un’avventura inconsueta, in cui il “Re del Terrore” sarà vittima di una bruciante vendetta e custode di un segreto taciuto alla stessa Eva Kant.

Una trama agile, intrigante, un numero esemplare per questo giallo intramontabile e con una girandola ben orchestrata di richiami anche ai primissimi numeri della serie.
Riempie di gioia il fatto che Diabolik resti una certezza nella vita ed un piccolo grande piacere magari soprattutto d’estate, come una birra ghiacciata.



Francesco Borgoglio

Super Eroica 1

Super Eroica 1Nuova operazione nostalgia da parte di Edizioni If: una miniserie in 4 numeri che si prefigge di presentare alcune tra le migliori avventure pubblicate in origine nel Regno Unito dalla Fleetway e dalla Dardo da noi, in collane in edicola dalla fine degli anni ’60 agli inizi dei ’90.

Meritorio recupero d’annata, sebbene il formato bonellide sia grande per storie nate per le due strisce a tavola dei pocket – qui e là si nota l’ingrandimento delle vignette, forse operato dalla Dardo ai tempi della serie Tutto Guerra che aveva lo stesso formato – le pecche più visibili sono l’assenza di credits riguardanti gli autori e il prezzo di copertina, non esattamente per tutti.

Ogni volume prevede 4 storie di guerra dove l’eroismo e la retorica sono parte integrante delle stesse avventure e la varietà è data dalle ambientazioni: azioni aeree o marine si intersecano nello stesso albo con quelle della fanteria.

I disegni di questa prima uscita sono di qualità altalenante con una nota di merito per la storia illustrata da Gino D’Antonio, unica di cui sia noto con certezza il disegnatore.


Giovanni La Mantia

Robin: Anno Uno

Robin: Anno UnoDopo il Batman: Year One di Frank Miller, la DC prosegue idealmente la ri-narrazione delle origini dei propri eroi con questa miniserie che si focalizza sui primi mesi di permanenza del Ragazzo Meraviglia a casa Wayne, esplorando il suo rapporto con Bruce.
 
Tutto viene osservato dal punto di vista di Alfred, il personaggio meglio caratterizzato della miniserie, che dall'alto della sua esperienza cerca di dare consigli a un uomo inconsapevole delle responsabilità che si sta assumendo e a un ragazzo che deve ancora capire quanto stia sacrificando la sua giovinezza.

I disegni stilizzati dei due spagnoli Javier Pulido e Marcos Martin riprendono il design del cartoon anni '90 dell'Uomo Pipistrello, scelta azzeccata per la storia del "giovane" Robin; le tavole sono impreziosite da una colorazione che ad ogni occasione sottolinea la netta distinzione tra ombra e colore.

La sceneggiatura, pur peccando di discontinuità, riesce a calibrare più che bene i toni nel raccontare il passaggio di Dick Grayson dal vivere giornate scanzonate al realizzare l'oscurità nella quale dovrà immergersi lavorando al fianco dell'Uomo Pipistrello.


Carlo Alberto "Deboroh" Montori

Nana 39

Nana 39Liberatasi da un pesante stallo, da diversi numeri Ai Yazawa è riuscita, benché molto rilento, a ritrovare una via.
Nel presente/futuro Reira ha smesso di cantare per chiunque ad eccezione del piccolo Ren, figlio di Takumi e Nana Komatsu, mentre nel passato ne scopriamo gradualmente le cause. Il perno attorno cui ruotano gli eventi di questo numero pare essere Ren Honjo, che inizia ad accusare i tipici problemi della notorietà.

L’impressione generale è quella di una storia che si sta oltremodo dilungando, dai ritmi narrativi talvolta dilatati, e da una certa monotonia delle situazioni.
Nana 39, con due o tre momenti toccanti (o che perlomeno ci provano), non delude, pur non essendo al livello dei primi numeri.

Di certo non convincerà nuovi lettori ad abbracciare una storia che si prospetta ancora lontana dalla fine, ma contribuisce, assieme al numero precedente, a definire un buon punto di svolta nella narrazione, che lascia intuire al lettore la direzione futura degli eventi.


Alfredo Goffredi
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