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Andrea Fiamma

Andrea Fiamma

Oblivion: ecco il trailer

  • Pubblicato in Screen

Diffuso oggi il primo trailer di Oblivion, l'adattamento cinematografico diretto da Joseph Kosinski (Tron: Legacy). Lo potete vedere di seguito.

Interpretato da Tom Cruise, Olga Kurylenko, Andrea Riseborough, Nikolaj Coster-Waldau, e Melissa Leo e basato sul graphic novel della Radical Press di Joseph Kosinski e Arvid Nelson, il film sarà nelle sale il 19 aprile 2013.

Ralph Spaccatutto: il sequel è in vista

  • Pubblicato in Toon

Movie Hole ha parlato con Sarah Silverman e John C. Reilly delle possibilità di vedere un Ralph Spaccatutto 2. Il giornalista del sito ha riportata la domanda della figlia sul futuro dei personaggi e le risposte dei due attori sono state sorprendentemente dirette: "Dille che ci sarà un sequel" ha affermato Silverman, mentre Reilly ha aggiunto: "Non farebbero tutto quel merchandising se non avessero dei piani per altre storie"

Il regista Rich Moore ha poi rivelato il nome del personaggio che vorrebbe nel seguito del film: "Vorremmo Mario. A cena l'altra sera discutevamo delle idee per il seguito e ci siamo chiesti chi potrebbe esserci. Non siamo riusciti a trovargli un posto nel film, ma dovrà esserci nel prossimo!". Moore ha inoltre confermato di essere saldamente ancorato alla regia del sequel: "È un gruppo splendido, sarei pazzo a chiedere a qualcun altro di sostituirmi"

Le 5 leggende: le cause del flop

  • Pubblicato in Toon

Dopo un primo settimana non esaltante in termini di incassi, Le 5 leggende sta continuando la sua corsa in un maniera lenta e zoppicante. Molti addetti ai lavori si sono dunque chiesti cosa non abbia funzionato nel film, tra cui il sito AWN. La risposta, per quanto scontata rimane la solita: la storia.

Il regista del film, Peter Ramsey, non ha un retroterra in tal senso: illustratore artista degli storyboard per film come Minority Report , Fight Club e Independence Day, ha al suo attivo un unico lavoro come capo del reparto storia, quello che si preoccupava di rafforzare la trama, le dinamiche tra i personaggi e il generale andamento narrativo del film, su Mostri contro alieni. Sa dove posizione la cinepresa e come allestire una scena, ma la storia non sembra il suo punto forte. Lo puntualizza anche Rotten Tomatoes, l’aggregatore di recensioni che misura il polso dei critici, i quali hanno criticato maggiormente lo scarso storytelling del film.

A livello comunicativo è stato fatto uno sforzo per vedere il film al più ampio target demografico possibile, invece che focalizzarsi su un solo pubblico: si sprecano le dichiarazioni di produttori e regista nell’affermare come il film sia “per tutti”. Un Babbo Natale con l’accento russo, pieno di tatuaggi e simile a un boss mafioso, difficilmente può corrispondere con l’immagine che i bambini più piccoli hanno del personaggio.
Si ha come l’impressione che, nonostante il materiale di base fosse solido (comunque stravolto nell’adattamento, a detta di Joyce), l’idea di fare il film sia venuta dal reparto di marketing piuttosto che da una reale spinta creativa del regista.

Al momento, le entrate sono ferme a una cinquantina di milioni di dollari, che diventano poco più di un centinaio se sommati agli introiti internazionali. A fronte di un budget dichiarato di 160 milioni, il film non può propriamente dirsi un successo. Certo, non si giudica un film dall’andamento del primo finesettimana d’apertura, ma gli incassi difficilmente aumenteranno con l’avvicinarsi delle festività, considerando che le nuove uscite cannibalizzeranno la pellicola, lasciando ben poco spazio al cartone DreamWorks. Nel tempo, tra le vendite dei diritti televisivi, l’home video e il merchandising, parte delle perdite verranno riassorbite, ma sarà difficile trarne dei profitti.

Oltre all’inesperienza del regista, il sito AWN punta il dito proprio contro il budget troppo alto, ricordando che capolavori relativamente recenti come La città incantata sono costati l’equivalente di trenta milioni di dollari, ritornando al discorso iniziale: storia, storia, storia.

Da Vendicatori Divisi ad Assedio: Bendis si rivela

  • Pubblicato in News

1354217863Il 2012 è stato l’anno dei Vendicatori, che si sono imposti come il parco di personaggi più redditizio degli ultimi anni. Tra film, in gruppo e non, serie televisive e merchandising, il loro nome è diventano una vera e propria licenza per stampare soldi. Ma fino a poco tempo fa la situazione non era così rosea. La loro unica testata a fumetti non navigava in buone acque e le storie latitavano di coerenza e decisione. E poi è arrivato Brian Michael Bendis.

In lungo articolo in due parti che Comic Book Resources dedica a Bendis, lo scrittore ripercorre le vicende editoriali che lo hanno coinvolto nella rinascita dei Vendicatori e della testata a loro dedicata, riuscendo a fare il punto sulla sua esperienza vendicativa da poco giunta al suo termine.

L’autore racconta come gli otto anni i 232 numeri di permanenza sul titolo siano iniziati da una sua discussione con Mark Millar al ritiro che gli scrittori organizzano ogni anno per stabilire le trame future: “Io continuavo a chiedermi perché questi non fossero realmente gli eroi più potenti della Terra. Voglio dire, chi cazzo è Fante di Cuori? Dovrebbe essere la squadra con gli eroi più forti di tutti”. Così, quando Bendis propose l’inserimento di eroi di spicco come Wolverine e Spider-Man “Scoppiò il casino. Tutti pensavano che io e Mark fossimo due cretini che si divertivano a insultare il lavoro degli altri.  La gente saltava sui tavoli urlandomi che Spider-Man non sarebbe mai stato un Vendicatore.”

Non tutti, però, sembrarono contrariati dall’idea di innestare personaggi famosi tra le fila del gruppo: "Joe Quesada e Bill Jemas avevano gli occhi a forma di dollaro, perché sapevano che una cosa così controversa avrebbe venduto e fatto discutere per mesi.”
Inizialmente, però, Bendis era intimorito dal compito di scrivere per i Vendicatori, salvo poi ricredersi dopo una conversazione con Quesada: “Millar non era intenzionato a scrivere per i Vendicatori, avendo già dato la sua interpretazione del gruppo con gli Ultimates e Bendis si offrì per il lavoro, in coppia con il supervisore della serie Tom Brevoort: Non ci conoscevano perché lavoravamo su testate diverse e inizialmente Tom non sapeva che farsene di me. Tutto quello che sapeva era che stavo arrivando come un toro in un negozio di porcellana, il che era vero.”

L’approccio di Bendis era teso verso una totale immersione del lettore nel mondo dei Vendicatori: “Quando scrivevo per Devil o Spider-Man adottavo il loro punto di vista, in modo che il lettore potesse immedesimarsi in loro. Ma con i Vendicatori era difficile rendere il lettore uno dei Vendicatori. “Inoltre, stavo raccontando una storia in cui tu sei uno dei Vendicatori e tutto il tuo mondo crolla a pezzi. La gente non l’ha presa molto bene.”

Il putiferio scatenato dalla sue gestione, costellata di morti, non fu accolta molto positivamente: “Ed Brubaker mi disse che mi avrebbero ucciso se avessi fatto fuori Occhio di Falco.” Brubaker non si allontanò molto dalla realtà, visto che lo sceneggiatore ricevette diverse minacce di morte: “Adesso è diverso, ora tutto ha un ciclo di vita molto breve, ma all’epoca ricevevo lettere d’odio di continuo. Anche minacce di morte, che è una cosa che sconsiglio ai lettori, visto che poi il vostro provider vi toglierà la connessione. Non ne vale la pena.”

Dopo la totale distruzione operata in “Vendicatori: Divisi”, Bendis passò alla ricostruzione del gruppo nella serie “New Avengers”. Nel rievocare gli avvenimenti Bendis sottolinea che le reazioni scomposte non provennero soltanto dai lettori. Dan Buckley, l’editore subentrato a Jemas, si lamentò a lungo dei personaggi scelti da Bendis per la nuova formazione: “Io gli chiesi se potevo avere Luke Cage e Spider-Woman e lui disse “Ma avevi detto Wolverine e Spider-Man!”, io feci: “Sì, sì, anche loro” e lui rispose “Basta che metti Wolverine e Spider-Man, poi puoi mettere chi ti pare”.”
In una sorta di legge del contrappasso, lo sceneggiatore puntò su scelte molto poco commerciali: “Spider-Woman è un grande personaggio, così come Luke Cage, purché sia scritto in maniera realistica”, aggiungendo che molti degli eroi da lui scelti meritavano una seconda possibilità: “Sentry, Echo, Hood, sono tutti personaggi che io considero di serie A, ma non hanno vita editoriale perché nessuno li sceglie.” Questi personaggi, inediti al confronto con i grossi calibri Marvel, furono essenziali alla creazione di nuove dinamiche di gruppo: “Mi divertivo così tanto a scrivere le scene tra Luke e Spider-Man. Sono cose che non puoi programmare o forzare, succede mentre scrivi.”. Lo scrittore svela che i siparietti tra i due erano talmente apprezzati che gli venne offerta una serie team-up tra i due, ma rifiutò per paura di snaturare quello che era solo uno dei tanti elementi della serie e ingigantirlo per niente.

Allo stesso tempo, Bendis sperimentò con la creazione di una sottotrama che sarebbe sfociata, tre anni dopo, nell’evento “Secret Invasion”, di cui Bendis racconta, non nascondendo una certa soddisfazione, gli antefatti: “Lo sapevamo solo io e Tom Brevoort, ma la mia idea iniziale era di svelare tutte le carte molto prima, invece c’era sempre qualcosa che rimandava la rivelazione”, riferendosi a “House of M”, inizialmente nato come cross-over tra gli X-Men e i Vendicatori, e a “Civil War”.
“House of M”, secondo le parole di Bendis, sembra essere nato come un incidente: "Volevano che rimpiazzassi Joss Whedon per l’estate e mi proposero questo cross-over, che poi divenne una cosa molto più grossa. Lo scrissi dal punto di vista della regina Skrull e questo non fece altro che infittire la storia che avevo ideato: gli umani e gli eroi erano troppo impegnati a combattere tra loro per badare alle minacce esterne. Era oro colato, la miglior operazione ombra nella galassia.”
Anche “Civil War” aiutò l’autore nella costruzione della sua sottotrama: un conflitto intestino alla comunità di eroi in cui gli Skrull avrebbero potuto seminare il dubbio e l’odio era ciò che faceva al caso di Bendis

La situazione post-Civil War offrì l’opportunità di espandere il franchise verso nuove direzioni: “Mighty Avengers” gli permise di scrivere una storia tradizionale dei Vendicatori e di poter sperimentare con le nuvolette dei pensieri e in seguito, con la calata del “Regno Oscuro”, di giocare con l’idea del cattivo al potere: “I libri di storia sono scritti dalle persone che vincono la guerra e, qui, Norman Osborn ha il suo colpo di fortuna. A volte, nella politica o nella società in generale, ti viene da chiedermi come un tale del genere sia riuscito ad arrivare così in alto.”

Il periodo nero dell’universo Marvel si sarebbe concluso con l’evento al fulmicotone “Assedio”, che Bendis costruì puntando sulla precisione dell’impianto narrativo. Nello spiegarlo non nasconde un ironico riferimento alla recente maxi-saga “Avengers Vs. X-Men”, durante ben dodici numeri: “Ce la siamo cavata con solo quattro numeri, sono orgoglioso di questo. Mi giustificavo dicendo che prima i personaggi erano molto, ma poi mi sono riletto X-Men/Teen Titans di Chris Claremont. È lungo 42 pagine eppure a me sembrarono un centinaio.”

L'articolo termina con una divertita annotazione dello scrittore su uno degli eventi più scioccanti di “Assedio”: “Quando Ares viene letteralmente strappato in due, la scena è talmente forte, niente affatto come me l’ero immaginata, che pensai che non ce l’avrebbero permesso. Era lo stesso mese in cui la Disney comprò la Marvel. E invece man mano che arrivava la tavola finita, prima le chine, poi i colori, diventava sempre più rivoltante. La stamparono e non dissero nulla! Sì, è brutale e disgustosa, ma almeno da la certezza che Ares sia morto e che non sarebbe tornato. Sulla pagina ci sono i suoi intestini!”

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