Per approcciarsi correttamente alla serie Moon Girl & Devil Dinosaur bisogna necessariamente mettersi in un’ottica moderatamente infantile, bisogna comprendere che non si sta per leggere una prodotto Marvel da serie regolare così come ci ha abituati la Casa delle Idee nelle sue produzioni più mainstream degli ultimi anni, ossia con una buona dose di violenza, di politica, di questioni socioculturali più o meno articolate e sensibili, di realismo e di indagine psicologica. Non si può quindi valutare il prodotto paragonandolo acriticamente alle altre produzioni della casa editrice americana perché il confronto sarebbe insensato: ma non perché il titolo sia scadente, ma perché la maggior parte degli elementi narrativi contenuti nelle prime risultano pressoché assenti in questa.
Moon Girl & Devil Dinosaur rappresenta infatti una specifica scelta editoriale mirata non solo alla diversificazione della produzione massiva di comics da parte dell’editore, ma anche alla diversificazione dei personaggi protagonisti, all’apertura ad etnie diverse dalla canonica bianca caucasica e all’orientamento del fumetto ad un pubblico più giovane o comunque più infantile: questa serie fa rapidamente presa sui bambini, che possono immedesimarsi nella giovane protagonista, o su chi per esempio, nonostante l’età largamente fuori target, continua a godersi cartoni animati o serie per i più giovani, insomma, a chi ancora si diverte a riesumare il fanciullo che dimora dentro ognuno di noi. E di questo va dato merito alla scrittura fresca e frizzante di Amy Reeder e Brandon Montclare, che non si prendono mai sul serio e danno sfogo alla fantasia più sfrenata, che rievoca un'infanzia di mirabolanti avventure.
D’altronde sin dall’incipit è tutto più che lampante: stiamo parlando di una serie in cui la protagonista è una ragazzina inumana afroamericana di 9 anni, nonché una delle menti più brillanti di tutto il mondo, che ha come migliore amico un enorme dinosauro rosso. Non possono esserci fraintendimenti.
Ma attenzione a non sottovalutare per questo le implicite riflessioni che possono essere dedotte da una mente adulta e che possono invece sfuggire ad un lettore più giovane, che si godrebbe semplicemente la linearità e la fluidità della lettura. Ci si può estrarre non poco da questo volume, anche solo il banalissimo “non giudicare un libro dalla copertina” (in questo caso sì, vi conviene farlo perché la cover è davvero eccezionale), che diventa un rispettare maggiormente il prossimo, anche se a prima vista può sembrarci facilmente categorizzabile in modo un po’ pregiudizievole, ma che sotto può nascondere molto di più se ci poniamo in un’attitudine meno arrogante e più aperta a farsi sorprendere. Un messaggio bello, oltre al no racism e all’eguaglianza etnica, che non fa mai male riprendere, e che, in un’ipotetica lettura genitore-figlio di quest’opera - che si presta benissimo -, può essere decodificato, estratto, ampliato e trasmesso con grande facilità e immediatezza.
Parlando un po’ più della serie in sé, Moon Girl & Devil Dinosaur rappresenta una sorta di versione 2.0 di quell’originale serie Devil Dinosaur del 1978 realizzata dal Maestro Jack Kirby, qui la recensione dell'omnibus, che seguiva le avventure di Moon Boy e del Tyrannosaurus Rex contro il “piccolo popolo”, un modo carino per riportare in vita un universo vecchio di 40 anni e particolarmente fortunoso per la Marvel. Ora il Piccolo Popolo ha trovato un modo per sbarcare nel nostro universo e con essi il dinosauro gigante, che cercherà di ostacolare le scorribande dei malvagi ominidi per recuperare un manufatto importante per il loro mondo natio. Questo filone narrativo si scontrerà inevitabilmente con la vita della giovane e geniale Lunella, bambina incompresa dalle potenzialità formidabili, che cerca disperatamente di evitare la trasformazione terrigena in quanto inumana.
La serie è accompagnata da un comparto visivo decisamente pop, molto semplice e immediato ma al contempo ben realizzato da Natacha Bustos, che assieme alla palette sgargiante di Tamra Bonvillain dialoga egregiamente con gli elementi narrativi fanciulleschi e l’azione predominante nel racconto.
Una serie avventurosa e divertente, in grado di intrattenere lettori in un range di età particolarmente ampio, il che ne alza sicuramente il valore. Edizione ottima nell’ormai classico cartonato morbido di Panini Comics.