Le Storie 38: Ramsey & Ramsey
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L'editoria si evolve, ed evolvendosi costringe ad attuare scelte particolari. Negli ultimi anni il vistoso calo di lettori del fumetto “popolare” ha rimesso in discussione le politiche editoriali e le scelte produttive delle più importanti case editrici del suolo italico, costringendo a chiusure forzate, netti cambi di carreggiata e ad un restyling di personaggi storici come Dylan Dog o Diabolik.
In un periodo di continua innovazione e rinnovamento il colosso Sergio Bonelli Editore ha colto la palla al balzo proponendo con una certa lungimiranza la collana de Le Storie, dove il lettore casuale ogni mese può leggere una storia autoconclusiva creando così un perfetto prodotto "causal" capace di unire una fruibilità che non necessita alcuna conoscenza del personaggio ad un buon livello artistico.
Tra le storie uscite si sono toccati picchi di qualità che rendevano determinati volumi un unicum del genere e spesso questi lavori avevano come filo conduttore il nome di uno sceneggiatore: Alessandro Bilotta.
"Ramsey & Ramsey", il suo nuovo lavoro, è un thriller ambientato nella più classica delle Londre vittoriane che ancora non si è ripresa dallo spettro di un Jack lo Squartatore che pare ora esser tornato a mietere vittime. A risolvere l'impiccio ci saranno il buon Philp Wisdom, nuovo ispettore capo di Scottland Yard che deve scontrarsi con il pressapochismo dei suoi agenti, e due fratelli gemelli titolari di un'agenzia investigativa e dai caratteri completamente contrapposti: il brillante e bizzarro Arthur Ramsey ed il violento, e vizioso, Jack Ramsey. Ovviamente qui sta l'imbroglio dell'autore Bonelli ai "danni" del lettore che si aspetta una normale storia d'investigazione: il thiller è solo il palcoscenico su cui si muoveranno i personaggi che dovranno confrontarsi non solo con un killer ma con gli angoli più oscuri delle loro stesse menti.
C'è tanto di From Hell in quest'opera, nel lavoro di Alan Moore gli omicidi erano la ritualità per far collimare due universi, due piani temporali, qui gli omicidi sono involontariamente il motore per far schiantare piccole esistenze l'una contro l'altra cambiando fragili equilibri che si erano riusciti a creare decadi addietro. Non più universi di spazio-tempo, ma intimi universi ad personam fatti di emozione-identità, in una caccia all'uomo che sconvolgerà le vite di tutti i partecipanti.
La tempesta d'indizi con i quali Bilotta e Michele Bertilorenzi si divertono a prenderci in giro e l'umanità di ogni situazione al di fuori dei protagonisti, con dialoghi curati che rendono reale ogni personaggio del volume indipendentemente dal suo peso nella storia, è solo l'ennesima ciliegina sulla torta di un'esecuzione esemplare che riesce nella rara impresa di far coincidere l'autoriale ed il popolare e di creare un prodotto da edicola con una potenza ed un livello qualitativo tale da considerarlo già una necessità per la propria biblioteca.
La figura dei tragici Ramsey è il punto gravitazionale della storia, l'ambivalenza antitetica di ognuno di loro è come un vortice che porta anche il mondo intorno a loro ad essere ambivalente, come il giorno e la notte, e scritta con un metodo minuzioso e scaltro che costringe il lettore (persino, lui – NOI - presi nel vortice) a nutrire dubbi e a schierarsi. C'è chi nel loro universo di genio, donne, profumi, droga e due ore di sonno a notte ci si adegua, diventando "doppio" come la dolce moglie di Arthur Ramsey e chi ci si scontra, rimanendone succube e consumato, fino a rivelarsi e a rivelarci personalità contorte del proprio carattere come appunto il giovane ed appassionato Philp Wisdom.
Il citazionismo d'autore e i riferimenti ai fatti veramente accaduti sono inside joke sui quali Bilotta non si appoggia per far progredire la trama.
Ad accompagnare lo sceneggiatore in questa sfida, come già anticipato, c'è il talentuoso Michele Bertilorenzi, autore capace di farsi notare sia in Italia (anche sue le matite per il rilancio di Kriminal) che all'estero in case di prim'ordine come DC e Marvel (per la quale ha lavorato su personaggi del calibro di Daredevil e Dark Wolverine, tra gli altri). Il tratto del disegnatore è preciso ed intenso, non lesina nei dettagli di Londra e riesce ad essere un ulteriore valore aggiunto quando caratterizza con pochi e fini tratti i due gemelli, così uguali eppure così diversi. Nelle scene di lotta, poi, si sente il background dei comics americani che contibruisce a creare una conclusione dinamica ed epica in un combattimento brutale dal taglio cinematografico.
"Ramsey & Ramsey" è l'ennesima dimostrazione di come il talento di Bilotta sia mutevole e di come lo sceneggiatore riesca a costruire, partendo da una qualsiasi storia o spunto storico, una complicata ragnatela di drammi, tanto incredibile quanto apprezzabile, e di come la famigerata gabbia bonelliana sia per lui e Bertilorenzi uno stimolo per muovere trame e situazioni più innovative di quelle viste in altri volumi. Un narratore talmente abile da far accettare a tutti (sia al lettore più attento, sia a quello casuale) il compromesso intrinseco di ogni sua storia, dove personaggi ed avvenimenti trascendono dalle normali logiche narrative e divengono metafore, a volte dolci e a volte provocatorie... sempre spiazzanti.
Il viaggio con Ramsey & Ramsey è un dramma mozzafiato al quale assistiamo inermi; e come spettatori basiti finiamo a sperare, fin all'ultima vignetta dell'ultima pagina, di poter far qualcosa per ciascuno dei protagonisti.