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La Guerra dei Regni 1-5, recensione: il culmine della run di Jason Aaron su Thor

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Sette anni fa, con l'uscita di Thor: God of Thunder #1 nelle fumetterie d'oltreoceano, lo scrittore Jason Aaron ha dato il via alla sua longeva gestione del Tonante di casa Marvel che ha certamente ridefinito e rivoluzionato l'intera mitologia fumettistica moderna del suddetto personaggio, trovando come suo valido opponente soltanto l'immortale ciclo di Walter Simonson cominciato verso la prima metà degli anni Ottanta. Di Aaron sono, per esempio, le storie dove il figlio di Odino diventa indegno di Mjolnir o quelle in cui debuttano volti cruciali come Gorr il Macellatore di Dei, il Thor della Guerra e soprattutto la versione della "Potente Thor" incarnata da Jane Foster. Queste sono solo alcune delle tante brillanti intuizioni che, in un modo o nell'altro, hanno posto delle solide basi per un nuovo quanto ambizioso conflitto che sarebbe poi scoppiato con veemenza nell'Universo fumettistico della Casa delle Idee. Stiamo parlando di War of the Realms, miniserie in sei parti (più un one-shot conclusivo) che da noi è stata proposta da Panini Comics all'interno dei cinque albi facenti parte di Universo Marvel: la Guerra dei Regni, sottotitolo adottato dalla storica collana-contenitore Marvel Miniserie, che proprio per l'occasione è passata dal formato brossurato a quello spillato.

Bramoso di imporre la propria autorità su tutti i Dieci Regni, il Re degli Elfi Oscuri Malekith - tornato in pompa magna sulle pagine dello story-arc "Il Dannato" - ha negli scorsi anni cominciato a radunare attorno a sé un esercito dalle grosse proporzioni, mettendo sotto scacco Alfheim, Jotunheim, Nidavellir, Muspelheim, Niffleheim, Svartalfheim, Heven, Vanaheim e Asgard. Soltanto Midgard, ovvero la Terra, non si è ancora prostrata al cospetto di Malekith, il quale decide allora di sferrare un potente attacco nelle strade gremite di New York col fine di assediare il nostro pianeta e concretizzare così i suoi folli riti di conquista. Con il ponte arcobaleno distrutto, Heimdall accecato e Thor dato per disperso nelle lande ghiacciate di Jotunheim, gli Avengers e tutti i supereroi principali della Casa delle Idee si ritrovano quindi a dover gestire un'invasione ostile di proporzioni globali senza poi così tante prospettive di vittoria. Tra morti degne di nota, combattimenti al fulmicotone, eccidi nei cieli della Grande Mela e continui spaziamenti di ambientazioni, la narrazione serrata di Aaron ci accompagna con svariati colpi di scena che si susseguono uno dopo l'altro, tenendo costantemente alto il livello d'interesse del lettore. Lo scrittore statunitense si impegna prevalentemente per la riuscita delle interazioni tra i vari personaggi, ma lo fa ricorrendo a un umorismo forse un po' troppo invadente, oltre che a dialoghi a tratti ampollosi. Al contrario, sempre efficaci sono le prose scorrevoli e dettagliate che vengono utilizzate col fine di arricchire il racconto e darci un quadro quanto più ampio possibile di tutto quel che sta accadendo nel mondo Marvel, messo a ferro e fuoco da goblin, troll, nani, giganti e altre creature bizzarre che animano una guerra così colossale. A contrapporre questo folto esercito di antagonisti ci sono ovviamente i più disparati superumani attualmente in circolazione: tra camei vari e ruoli ben scandagliati, compaiono su queste stesse pagine i già citati Vendicatori, l'Uomo Ragno, il Punitore, Wolverine, i Fantastici Quattro e tanti altri personaggi noti che, oltre a collaborare ricorrentemente tra loro, arricchiscono quasi ogni tavola componente l'opera. Malgrado questa epica avventura abbia degli evidenti legami indissolubili con l'Universo di Thor, è comunque doveroso sottolineare quanto sia ristretto lo spazio complessivo concesso al possente supereroe dai capelli biondi, che riesce a ottenere uno spazio maggiore tutto per sé soprattutto nel soddisfacente finale dell'opera, dove peraltro gli viene definito un nuovo status quo capace di spalancare le porte a innumerevoli possibilità future.

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Trattandosi inoltre di un maxi-evento di soli sei capitoli, Aaron non ha il tempo necessario per concentrarsi su ogni singola sottotrama scaturita dalle sue sceneggiature e, di conseguenza, sceglie di fornirci una panoramica ben articolata ed esaustiva di tutti gli avvenimenti salienti utili per la fruibilità della sola Guerra dei Regni. Incarichi secondari e protagonisti che non hanno trovato spazio in War of the Realms ci vengono dunque raccontati a dovere nei numerosi tie-in che accompagnano la saga portante: i più significativi in questo senso non possono che essere quelli correlati agli Avengers e a Thor, le cui testate sono affidate proprio alla penna dell'autore di Southern Bastards. A non penalizzare l'evento in sé, vi sono anche i modi in cui esso è stato organizzato a livello editoriale e la sua stessa durata per nulla eccessiva, cosa che ha di fatto reso mega-eventi recenti come Secret Empire o Infinity Wars troppo prolissi e confusionari nell'ordine di lettura.

Come giustamente dichiarato più volte da Aaron in persona, la Guerra dei Regni rappresenta il climax di tutto quello che è accaduto nell'arco dei suoi sette anni spesi a raccontare le gesta soliste di Thor, motivo per cui la miniserie War of the Realms decide di catapultarci il prima possibile nel pieno dell'azione, senza dare uno spazio troppo ampio alla storia che ha già tenuto banco in precedenza. La lotta regna sovrana, ma non vengono assolutamente lasciate in disparte le strategie attuate dai nostri beniamini per respingere le forze belliche del Re degli Elfi Oscuri. In aggiunta, visto anche l'impatto che l'opera in questione ha nell'intero Universo Marvel, i fan dell'acclamata gestione del Dio del Tuono avviatasi nel primo Marvel NOW hanno l'onere di proseguire la lettura con quest'imprescindibile saga blockbuster, che con una trama per certi versi semplicistica riesce a mantenere le aspettative prefissate e a sorprendere su più punti; basti pensare ai ruoli inediti ricoperti da Jane Foster e, in special modo, Daredevil, divenuto nientemeno che il Dio Senza Paura. I nuovi appassionati con poca dimestichezza potrebbero invece ritrovarsi spaesati dinanzi a una storia come questa che, pur essendo acquistabile a sé (complici anche i preziosi redazionali dell'editor Marco Rizzo), attinge a svariati elementi della continuity marvelliana, tirando addirittura in ballo il recentissimo Venom di Donny Cates in due differenti occasioni. Per godersi al massimo l'evento è perciò consigliato avere almeno un'infarinatura generale di quanto compiuto da Aaron su Thor in tutti questi anni.

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Al comparto grafico della miniserie principale vi è la consolidata coppia di autori che ha affiancato Jason Aaron nel fortunato lancio della Potente Thor, ossia quella composta dal disegnatore Young Gun Russell Dauterman e dal colorista Matthew Wilson. Le pagine curate da questi ultimi spiccano principalmente per la loro originalità: la disposizione delle vignette è in continua e frenetica evoluzione e le loro forme variano a seconda dello storytelling, assumendo alla bisogna strutture circolari, sbilenche, frastagliate o appuntite. Un po' come ne ha fatto un marchio di fabbrica il leggendario Todd McFarlane, anche Dauterman farcisce ogni suo disegno con layout eccentrici e dettagli quasi al limite del consentito. Degno di attenzioni è poi il tratto sempre curato e preciso con cui vengono delineati scenari distruttivi, cavalli alati, sequenze splatter e un insieme di fulmini lucenti che va a rafforzare con notevole riuscita grafica il vigore combattivo del Dio del Tuono. Per di più, il passaggio di Marvel Miniserie a collana spillata permette di ammirare al meglio tutte quelle numerose double splash page che, in un'edizione brossurata, avrebbero reso con meno efficacia. Il tutto viene portato a livelli qualitativi elevati dal già citato Wilson, che ancora una volta si dimostra incredibilmente virtuoso nell'utilizzare determinate tipologie di colori per sublimare atmosfere credibili e dissimili tra loro, sia che si tratti delle tonalità violacee di Svartalfheim che delle infreddolite ambientazioni di Jotunheim.

Certamente non si tratterebbe di un evento Marvel fatto e finito se non ci fossero dei grandi sconvolgimenti nelle sue battute finali atti a lanciare storyline che vedremo già a partire dai prossimi mesi: un assaggio di queste produzioni future ci viene fornito direttamente dal one-shot War of the Realms Omega #1, che funge da battistrada per il lancio di nuovi titoli in uscita, come la miniserie Punisher Kill Krew (di Gerry Duggan e Juan Ferreyra) e l'ongoing Valkyrie (di Al Ewing e Jason Aaron e Cafu), senza scordarci ovviamente di un'altra collana scritta da Daniel Kibblesmith per i disegni di Oscar Bazaldua che vede come protagonista un personaggio molto legato al mondo del Figlio di Odino. A colpire l'attenzione vi è però soprattutto un convincente racconto di Daredevil e Heimdall curato dallo stesso Aaron e dal disegnatore superstar Ron Garney in cui uno smarrito Matt Murdock affronta le conseguenze di quanto ha vissuto nella battaglia contro Malekith.

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Insomma, alla fine dei conti, War of the Realms fa esattamente quello che ci si dovrebbe attendere da una saga Marvel qualsiasi: prosegue le storyline di tutti i personaggi che ospita al suo interno in maniera coerente e fornisce una chiusura senz'altro degna di quanto avvenuto nei parecchi albi che su più livelli hanno assunto un ruolo da antefatto. Si potrebbe inoltre affermare che, grazie a questi e agli altri pregi che vi abbiamo elencato nel corso dell'articolo, la Guerra dei Regni si sia valorosamente accaparrata l'appellativo di migliore evento della Casa delle Idee dai tempi delle recenti Secret Wars inscenate da Jonathan Hickman. Oltretutto, con una battaglia in meno a cui badare, l'Universo Marvel si accinge a entrare nel pieno di Absolute Carnage, un'imminente carneficina complottata da Cletus Kasady e scritta dal lanciatissimo Donny Cates, il cui ennesimo incarico sarà perfino quello di subentrare a Jason Aaron come nuovo sceneggiatore regolare di Thor. La sua run prenderà il via a gennaio negli Stati Uniti e sarà disegnata dal tedesco Nic Klein.

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Anteprima della nuova serie a fumetti di Star Wars

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Come vi avevamo annunciato, la Marvel ha chiuso le sue testate legate all'universo di Star Wars per rilanciarle nel mese di gennaio.
La nuova serie, intitolata semplicemente Star Wars, sarà ora ambientata durante gli eventi intercorsi fra L'impero colpisce ancora e Il Ritorno dello Jedi e sarà scritta dallo sceneggiatore Charles Soule e disegnata dell'artista Jesus Saiz.

Di seguito trovate la sinossi dell'albo in uscita il primo gennaio mentre, nella gallery in basso, potete leggere le prime tavole e vedere la cover di R.B. Silva e le variant di Mahmud Asrar, Chris Sprouse, Jen Bartel, Adam Hughes e Art Adams.

"Sulla scia degli eventi successivi a L'impero colpisce ancora, è un momento buio per gli eroi della ribellione. La flotta ribelle è dispersa a seguito di una disastrosa sconfitta nella battaglia di Hoth. Han Solo è prigioniero di Boba Fett, dopo essere stato congelato nella carbonite. E dopo essere stato attirato in una trappola su Cloud City e sconfitto in un violento duello con la spada laser contro il malvagio Darth Vader, Luke Skywalker... ha scoperto l'orribile verità sul suo passato. Vader non ha ucciso il padre di Luke, Anakin - Vader è il padre di Luke! Ora, dopo essere sfuggiti per un pelo alle grinfie del Signore Oscuro, Luke, la Principessa Leia, Lando Calrissian, il Wookiee Chewbacca e i droidi C-3PO e R2-D2 devono combattere per tornare all'Alleanza Ribelle - perché è in gioco il destino di tutta la galassia! Dopo così tante perdite è ancora possibile la vittoria? Ma ciò di cui Leia, Luke e la loro banda di combattenti per la libertà non si rendono conto è che sono passati da una trappola imperiale all'altra!"

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Kurt Busiek lancia la serie Marvel Snapshots

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La Casa delle Idee ha annunciato un progetto intitolato Marvel Snapshots scritto dallo sceneggiatore Kurt Busiek.

Prevista per marzo, questa serie antologica ripercorrerà gli 80 anni della Marvel grazie a 8 numeri che, attraverso lo sguardo della gente comune, racconteranno in maniera inedita eventi e personaggi noti. Ogni albo sarà doppio e stand-alone.

A unirsi allo sceneggiatore di Marvels troveremo anche il disegnatore Alex Ross che realizzerà le copertina di questa collana. Il primo albo sarà dedicato a Namor e si intitolerà Sub-Marine: Marvel Snapshots. Ai disegni troviamo, in questa occasione, l'artista Jerry Ordway. Ogni albo avrà un disegnatore diverso, tutti di primo piano, alcuni alla loro prima esperienza con la Marvel.

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Marvel Comics #1000, recensione: la celebrazione di 80 anni di Meraviglie

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Sono passati esattamente ottanta anni da quando l'allora Timely Comics diede alle stampe Marvel Comics #1, un albo fondamentale che presentò al suo interno le prime apparizioni di due personaggi alquanto seminali, ovvero la Torcia Umana originale e Namor il Sub-Mariner, creati rispettivamente dai compianti Carl Burgos e Bill Everett: da questo punto in poi, l'industria della Nona Arte non è più stata la stessa. Anno dopo anno, la casa editrice fondata da Martin Goodman cominciò a esplorare ogni singolo genere narrativo a sua disposizione, sperimentando con il romanticismo e l'humor, fino ad arrivare alle storie horror e, naturalmente, a quelle supereroistiche, le quali tutt'oggi predominano nel vasto parco testate dell'Universo Marvel, lo stesso che è stato plasmato e arricchito dal duo Stan Lee e Jack Kirby a cominciare dal 1961, anno in cui fecero il loro esordio gli arcinoti Fantastici Quattro. A questi ultimi susseguirono la nascita dell'Incredibile Hulk, di Spider-Man, Ant-Man, Iron Man, i Vendicatori, gli X-Men, Pantera Nera e tanti altri miti della cultura pop che si sono affermati nell'immaginario collettivo specialmente grazie alle loro trasposizioni di successo che spaziano dal piccolo al grande schermo. A evidenziare quanto questi traguardi raggiunti ancora non accennino a fermarsi vi è anche il fatto che, proprio nell'anno corrente, la divisione cinematografica della Casa delle Idee abbia addirittura riscritto la storia del cinema tramite il rilascio di Avengers: Endgame, blockbuster diretto dai fratelli Russo divenuto nientemeno che il film con gli incassi più elevati in assoluto, battendo i record di pietre miliari quali Titanic (1997) e Avatar (2009). Festeggiare le otto decadi di vita di questo vero e proprio colosso dell'intrattenimento è dunque un'impresa non da poco (nonché un evento a cui non ci si poteva assolutamente sottrarre), ragion per cui sono state lanciate fin da subito svariate iniziative editoriali che ci hanno tenuto compagnia nel corso dell'intero 2019: tra le tante troviamo pure Marvel Comics #1000, un volume antologico da fumetteria che Panini Comics ha proposto nel nostro Paese all'intero della collana Marvel World.

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Sebbene il titolo dell'opera strizzi l'occhio a due precedenti uscite della Distinta Concorrenza, ovvero Action Comics #1000 e Detective Comics #1000, è bene sottolineare quanto la struttura editoriale di Marvel Comics #1000 sia estremamente lontana da tutto quello che normalmente ci aspetteremmo da un prodotto celebrativo del genere. L'albo racchiude infatti ottanta storie composte da una pagina l'una che, con grande precisione, vanno a rappresentare e omaggiare un determinato evento che ha caratterizzato ciascun anno editoriale della Marvel, dal 1939 fino all'imminente 2020. A firmarle vi è una caterva di autori che comprende i nomi più hot del comicdom statunitense: elencare tutti i fumettisti coinvolti richiederebbe una grande mole di pazienza e spazio, dunque vi basti sapere che il fumetto ospita testi e disegni sia di creatori leggendari quali Roy Thomas, Walter Simonson, Erik Larsen o Kurt Busiek, che di nuove leve, fra le quali spiccano l'astro nascente Donny Cates, il nostro Mattia De Iulis e il giovanissimo Leonardo Romero. Tutte le storie del tomo in questione cambiano freneticamente il metodo di narrazione e i protagonisti, distinguendosi dalle altre che le circondano sotto più punti di vista. Alcune di esse risultano abbastanza trascurabili, mentre altre ancora sono delle vere chicche per appassionati e talvolta hanno anche il duplice compito di rilanciare vecchi personaggi ormai finiti da diverso tempo nel dimenticatoio, come Red Wolf, Night Raven o Masked Raider. I temi che vengono trattati sono i più disparati: mentre alcune pagine servono principalmente a festeggiare il succitato anniversario o a intrattenere il lettore per allietarlo, altre ancora affrontano fatti di profonda attualità che aggiungono maggiore spessore al fumetto in sé, come il razzismo o la scottante questione dell'accettazione dei migranti. Quest'ultima vicenda in particolare è peraltro posta al centro di un'imperdibile storia ambientata proprio qui da noi in Italia, a Riace, ed è scritta dall'autrice e sociologa Eve L. Ewing per i disegni raffinati di Jen Bartel. Altri argomenti che ci vengono continuamente proposti nel corso della lettura riguardano invece il significato dell'indossare una maschera e, soprattutto, il perché i supereroi fanno quello che fanno. Quasi ogni eroe darà a modo suo una risposta personale a quest'ultima domanda in particolare, facendo trasparire tutta la propria essenza in pochissime vignette. Il tutto viene infine collegato alla storia principale dell'albo con un ingegnoso espediente narrativo che conduce a un climax dal grande impatto.

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A coordinare questo centinaio di talenti all-star vi è uno sceneggiatore britannico che potrebbe presto accaparrarsi a tutti gli effetti il titolo di "mastermind" dell'Universo Marvel odierno, ovvero Al Ewing, che attualmente sta stupendo tutti i fan del Golia Verde con una lodevole gestione de L'Immortale Hulk, serie che è stata perfino candidata ai premi Eisner di quest'anno. Ed è proprio l'immaginazione di Ewing ad aver firmato la maggior parte dei racconti racchiusi in Marvel Comics #1000: l'autore fornisce un interessante fil rouge che va non solo a costruire una sorta di complesso poliziesco in salsa supereroistica, ma anche a ridefinire una buona fetta della continuity marvelliana, partendo da una vignetta estratta dal fumetto grazie al quale tutto prese il via, ossia il già menzionato Marvel Comics #1 del 1939. Al centro dell'attenzione viene posto un particolare oggetto che assume un ruolo da MacGuffin per l'intero volume, ovvero la Maschera dell'Eternità. Si tratta di un enigmatico manufatto cosmico che nel corso degli anni ha cambiato possessore e che giocherà senz'altro un ruolo di primo piano nelle produzioni a venire. Per di più, le battute finali del brossurato riportano in auge un classico antagonista degli Avengers, fungendo da preambolo per una storyline più che degna delle attenzioni dei lettori.

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Marvel Comics #1000 è con molta probabilità il fumetto più maestoso mai pubblicato dalla Marvel, soprattutto se teniamo in considerazione il suo gigantesco team creativo e i rosei riscontri di vendita ottenuti oltreoceano: soltanto negli Stati Uniti, infatti, ne sono state vendute più di 200 mila copie. Ciò lo ha addirittura reso il secondo albo con il maggior guadagno di agosto, venendo surclassato in classifica solamente dal primo capitolo della saga Absolute Carnage. Insomma, se siete emotivamente legati all'editore guidato dell'Editor-in-Chief C.B. Cebulski, o semplicemente volete avere uno sguardo in anteprima di quel che ci aspetta all'orizzonte, di certo non potrete lasciarvi sfuggire questo appuntamento, reso ancor più speciale dai disegnatori che ne hanno firmato le tavole. Dai tratti squisitamente classici di George Pérez, Michael Allred e Ron Frenz, alle sequenze realistiche illustrate da veri maestri del settore come Alex Ross, fino ad arrivare a uno Steve McNiven palesemente orientato verso i canoni stilistici di Jean "Moebius" Giraud, sicuramente troverete quel che fa per voi. Oltretutto, è bene sottolineare come tutti questi festeggiamenti non si soffermino soltanto sul fronte Marvel, ma vadano a toccare tutti quei personaggi i cui diritti di sfruttamento sono stati in precedenza acquisiti dalla casa dell'Uomo Ragno, ossia Conan il Barbaro (scritto da Ralph Macchio per i disegni di un Marco Checchetto in forma smagliante), Darth Vader (testi di Charles Soule e disegni dei coniugi Dodson) e perfino Miracleman, di cui otteniamo un godibile antipasto delle storie future del personaggio scritte da Neil Gaiman e disegnate da Mark Buckingham.

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Un piccolo appunto non molto positivo va tuttavia all'edizione italiana dell'opera, che purtroppo non è esente da alcuni refusi o errori di carattere tipografico che potrebbero dar fastidio agli appassionati più meticolosi e attenti. Per concludere, vi ricordiamo che - dopo questo numero mille - la casa editrice di New York ha proposto negli USA anche un Marvel Comics #1001, che da noi pare possa essere acquistato solamente nella ristampa cartonata del #1000. Il suo esordio ufficiale nelle nostre fumetterie è fissato per il marzo 2020.

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