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John Romita Jr. torna alla Marvel

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La Marvel ha annunciato che John Romita Jr. sta per tornare dopo 7 anni di esclusiva DC Comics.

L'artista, figlio d'arte, ha iniziato a lavorare per l'editore nel 1977 e, per circa 37 anni, lo ha fatto in uno stato di quasi esclusività. In questo lungo arco di tempo, Romita ha legato il suo nome a diversi personaggi come X-Men, Daredevil, Iron Man e - soprattutto - Spider-Man. Nel 2014 firma a sorpresa un'esclusiva con la DC dove disegna Superman, Action Comics, Dark Knight Returns: The Last Crusade e Superman: Year One.

La Marvel, pur non specificando a cosa lavorerà il fumettista, ha dichiarato nell’annuncio: "Romita porterà ora il suo indelebile talento in alcune delle serie più iconiche della Marvel a partire dalla fine di quest'anno"

"Sono diverse le volte in cui sono stato fortunato nelle mia vita, e ora posso aggiungere questo ultimo evento a quella lista", ha dichiarato Romita Jr. nell'annuncio. "Sono tornato alla Marvel, l'editore in cui ho iniziato la mia carriera, e non potrei essere più entusiasta! Sto lavorando, in questo preciso momento, al mio prossimo grande progetto Marvel, ed è fantastico!!! Sono entusiasta come quanto lo ero quando ho iniziato, e farò del mio meglio per lasciare che il lavoro lo dimostri di nuovo. Spero che anche i fan possano vederlo!".

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Marvel: il trailer della Saga del Clone di Miles Morales

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La nuova Saga del Clone sta per arrivare sulle pagine di Miles Morales: Spider-Man, manca infatti davvero poco all'uscita del numero 25 della serie in uscita ad aprile. Per ingannare l'attesa, la Marvel ha diffuso un trailer animato della saga, che potete vedere qui di seguito.

Miles Morales: Spider-Man #25 di Saladin Ahmed e Carmen Carnero in uscita ad aprile sarà un albo doppio e tirerà le fila della gestione dello sceneggiatore. Ahmed ha seminato i fili della trama che portano alla "Clone Saga" di Miles da quando ha iniziato a lavorare al titolo, e introdurrà aspetti delle storie precedenti da Ultimatum fino alle vicende legate all'Assessore e altro ancora.

"Quando Peter Parker ha affrontato la sua 'Saga del Clone' anni fa, stava prendendo parte a quella che era una delle tradizioni più iconiche dei fumetti: l'eroe che combatte contro una versione di se stesso", afferma Ahmed.

"Fin dal primo numero di Miles Morales: Spider-Man, ho saputo che volevo mettere Miles in questa situazione ma nel suo modo distintivo."

"Momenti del passato torneranno a tormentare Miles, e gli eventi della storia coinvolgeranno tutti, dalla sua sorellina a Peter Parker (che conosce un paio di cose sull'affrontare i cloni)", conclude Ahmed. "Le ramificazioni si faranno sentire per anni, e tutto inizierà ad aprile!"

"Se pensavi che la prima 'Saga del Clone' fosse controversa, aspetta di leggere cosa fanno Saladin e Carmen", aggiunge l'editore Nick Lowe.

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La Marvel cambia distributore: rompe con Diamond e firma con Penguin Random House

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Marvel Comics ha annunciato di aver stipulato un contratto esclusivo pluriennale per la distribuzione di fumetti con Penguin Random House a partire dal 1° ottobre.

"Dopo un'analisi approfondita dell'ambiente di mercato, Marvel ha scelto Penguin Random House Publisher Services (PRHPS) come partner di distribuzione per creare una catena di fornitura sostenibile e produttiva e un'infrastruttura potenziata per le pubblicazioni Marvel che andranno a vantaggio dei rivenditori di fumetti e dei fan per gli anni a venire", si legge nell'annuncio della Marvel. "Penguin Random House è nota per i suoi servizi multi-range all'avanguardia che consentono ai librai indipendenti di aumentare l'efficienza e la redditività".

Cosa significa questo per Diamond, il distributore di lunga data della Marvel sul mercato diretto, con il quale era in esclusiva dal 1997? I negozianti possono ancora ordinare i loro fumetti Marvel tramite Diamond, sebbene Diamond agisca come grossista per il mercato diretto, ordinando prodotti Marvel tramite PRHPS e non più direttamente dall'editore.

Dal 1997 al 2020, Diamond Comic Distributors è stato il principale (e quasi esclusivo) distributore di fumetti nei negozi. Dopo che l'emergenza COVID-19 ha portato alla chiusura della loro distribuzione nel marzo 2020, la DC si è staccata da Diamond e ha stretto una partnership con nuovi distributori per i negozi di fumetti, ovvero Lunar Distribution, UCS Comic Distributors e Penguin Random House.

"I fumetti sono il fulcro dell'universo Marvel e siamo fiduciosi che questa nuova partnership continuerà a far crescere ed evolvere questo settore resiliente", afferma nell'annuncio il presidente della Marvel Entertainment Dan Buckley. "Non vediamo l'ora di migliorare le nostre capacità con PRHPS per servire i nostri fan e il mercato diretto. Ringraziamo Diamond per i molti anni di supporto e collaborazione mentre continuiamo il nostro rapporto con loro in altre aree".

La Marvel continuerà a collaborare con Hachette Book Group per la distribuzione delle sue collezioni e i graphic novel alle librerie.

PRHPS distribuisce già fumetti alle librerie, ma questa sarebbe la loro prima grande incursione nel mercato diretto. Il loro elenco di clienti per le librerie include DC, Archie Comics, IDW Publishing, Dark Horse Comics e Kodansha Comics. È possibile che questi clienti potrebbero considerare di utilizzare PRHPS per il mercato diretto mentre entra in questa nuovo mercato.

"Questo è un momento entusiasmante per i fumetti e siamo entusiasti di collaborare con la Marvel per intraprendere i prossimi passi per supportare la crescita del mercato, insieme ai nostri partner di vendita al dettaglio", afferma il presidente di PRHPS Jeff Abraham. "Sulla base delle nostre relazioni con i rivenditori fisici, siamo fiduciosi nella significativa crescita dell'industria dei fumetti e accogliamo con favore l'opportunità di collaborare ulteriormente e investire le risorse di PRHPS nel mercato diretto."

A differenza della DC che, dopo il cambio di distributore, ha anticipato al martedì il giorno di uscita dei suoi titoli, la Marvel proseguirà a far uscire i suoi fumetti il mercoledì. Gli ordini per le prime uscite Marvel per PRHPS partiranno dal 26 maggio.

Intanto, il presidente e CEO di Diamond Comic Distributors Steve Geppi ha rilasciato una dichiarazione in merito all'annuncio fatto dalla Marvel:

"Apprezziamo il nostro rapporto di quasi 40 anni con la Marvel e siamo lieti di continuare a vendere i prodotti Marvel al mercato diretto e ad altri canali. Il cambiamento annunciato dalla Marvel oggi rappresenta una variazione dietro le quinte nel modo in cui Diamond interagisce con la Marvel per determinati prodotti, ma non influisce sulla nostra capacità di fornire ai nostri clienti fumetti, volumi e graphic novel Marvel.
Mi aspetto che i termini di sconto in base ai quali i nostri partner di vendita al dettaglio ordinano questi prodotti Marvel cambino, e Diamond comunicherà tali informazioni ai nostri clienti con largo anticipo rispetto a qualsiasi modifica.
Anche se ci sono ancora dettagli su questo nuovo accordo su cui lavorare, io e il mio team dirigenziale ci impegniamo a rendere questo cambio di fornitura il più fluido possibile dal punto di vista operativo per i nostri partner al dettaglio e non vediamo l'ora di continuare la distribuzione dei prodotti Marvel".

(Via Newsarama)

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Focus On: Lo Squadrone Supremo di Mark Gruenwald

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Non è un segreto che, gran parte di coloro che scrivono o disegnano fumetti, non desiderano altro che approdare, prima o poi, sulla testata del proprio eroe preferito. Mark Gruenwald era uno di questi. Pur avendo trascorso tutta la sua carriera presso la Marvel (una carriera, purtroppo, bruscamente interrottasi nel 1996, quando l’autore, appena quarantatreenne, morì improvvisamente a causa di un attacco cardiaco), lo scrittore del Wisconsin era un grandissimo appassionato del mondo dei comics in generale, tanto da essere famoso per conoscere dettagli riguardanti alcuni personaggi, quasi del tutto ignoti anche ai più affermati esperti del settore (non è un caso che uno dei suoi lavori più celebri fu l’enciclopedico Official Handbook of the Marvel Universe). Tra i suoi amori dichiarati c’era la Justice League of America, il noto supergruppo che riunisce i più importanti eroi di casa DC, con il quale però non ebbe mai l’opportunità di lavorare. Tuttavia, diversi anni prima che Gruenwald venisse assunto dalla Casa delle Idee, sulle pagine degli Avengers (per l’esattezza, nel numero 69 dell’ottobre del 1969), Roy Thomas aveva fatto esordire, come avversari degli Eroi più potenti della Terra, un gruppo di supercriminali noto come lo Squadrone Sinistro, che presto si rivelò una sorta di versione distorta della Justice League. Il team, infatti, era composto da Hyperion, Nottolone, Dottor Spectrum e Trottola, che erano rispettivamente le controparti malvagie di Superman, Batman, Lanterna Verde e Flash. Con quella brillante trovata, lo scrittore del Missouri non aveva solo voluto omaggiare quei noti personaggi della concorrenza, ma, probabilmente, realizzare anche quello che all’epoca era il sogno proibito di ogni autore americano di fumetti e cioè scrivere una storia in cui a scontrarsi fossero alcuni dei personaggi più popolari delle due case editrici.

Un paio d’anni più tardi, Thomas (anche lui grande fan della Justice League) decise di andare oltre e catapultò gli Avengers in una realtà alternativa (inizialmente nota come Terra-S e poi rinominata Terra-712, per distinguerla dalla “nostra” Terra-616), dove essi incontrarono un altro gruppo di superesseri, che replicavano per nomi e aspetto i membri dello Squadrone Sinistro. Lo scontro fu inevitabile, ma presto i due team si resero conto del malinteso, perché, in quell’universo parallelo, Hyperion e soci non erano dei criminali, ma un gruppo di supereroi noto come Squadrone Supremo. Continuare a parlare della singolare storia editoriale di questi personaggi sarebbe troppo lungo, basti sapere che Gruenwald, non potendo disporre della Justice League originale, decise di seguire le orme di Thomas e, appena ne ebbe l’occasione, convinse i vertici della Marvel a dedicare una maxiserie di dodici numeri proprio agli eroi di Terra-712. L’intera saga (che comprende anche un numero di Capitan America, all’epoca sempre scritto da Gruenwald) era già stata ristampata dalla Panini qualche anno fa, in un volume della collana Marvel History (dopo la prima pubblicazione italiana, in appendice al mensile di Iron Man della Play Press, all’inizio degli anni Novanta) ed è tornato nelle librerie circa un anno fa, sempre sotto le insegne dell’editore modenese, nel prestigioso formato omnibus, con l’aggiunta del vero capitolo finale della storia, il graphic novel Morte di un Universo (apparso in Italia per la prima volta sul numero 12 della collana Play Special della Play Press, del gennaio 1992, e mai più ristampato da allora), assente nella precedente edizione della Panini.

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La vicenda raccontata nel volume, si ricollega direttamente a una mini-saga scritta da J.M. DeMatteis per i Difensori (e reperibile in Italia solo su alcuni numeri della rivista All American Comics della Comic Art, pubblicati quasi trent’anni fa), dove si vede l’alieno Iniziato, posseduto dall’entità mistica Null, impadronirsi delle menti di quasi tutti i membri dello Squadrone, per instaurare una dittatura degli USA sul mondo intero. Grazie all’aiuto del Dottor Strange e del resto dei Difensori, Hyperion e i suoi compagni riescono a sconfiggere i due avversari, lasciando, però, Terra-712 nel caos più assoluto. Da qui in poi, inizia la storia concepita da Gruenwald, che vede Hyperion riunire tutti i membri del supergruppo per cercare di trovare una soluzione alla disastrosa situazione mondiale. Alla fine, con le sole eccezioni di Nottolone e Amphibian (un personaggio chiaramente ispirato ad Aquaman), lo Squadrone Supremo deciderà di prendere il controllo totale della Terra, una sorta di dittatura illuminata della durata di un anno, in cui il gruppo si sarebbe impegnato a risolvere non solo i problemi politici ed economici più urgenti, ma anche a debellare definitivamente in tutto il mondo fame, povertà, malattie, guerre e criminalità. Un progetto ambizioso a cui aderirà anche il riluttante Amphibian e da cui, invece, prenderà le distanze Nottolone, convinto che imporre la volontà di pochi a tutti gli abitanti della Terra, nonostante le buone intenzioni, sia sempre sbagliato.

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Già da queste poche righe, è chiaro che Gruenwald non si limitò a una semplice celebrazione in salsa marvelliana dei suoi beniamini della DC: consapevole che il fumetto americano stava gradualmente perdendo quell’ingenuità che aveva caratterizzato il medium nei decenni precedenti, pensò di introdurre tematiche che, fino a quel momento, avevano sfiorato i comics solo in superficie. Già negli anni Settanta, negli USA, c’erano stati alcuni pioneristici tentativi di affrontare argomenti destinati a un pubblico più adulto (famoso, solo per citare un esempio, il ciclo di Dennis O’Neil e Neal Adams con la coppia Lanterna Verde e Freccia Verde), e in casa Marvel, nei primi anni Ottanta, Frank Miller aveva gradualmente trasformato Daredevil in un eroe più cupo, rendendo le sue storie sempre più disperanti. Tuttavia, tolto Lanterna Verde, sia l’Uomo senza Paura che l’alter ego di Oliver Queen erano eroi metropolitani, quindi abituati a muoversi nei bassifondi delle città. Non si poteva dire lo stesso per lo Squadrone Supremo, i cui membri, da perfetta emanazione di quelli della Justice League, continuavano a essere protagonisti di storie più tradizionali, con mirabolanti avventure in qualche remoto angolo della galassia o contro il mad doctor di turno. Solo Alan Moore, in Gran Bretagna, con la sua rivisitazione di Marvelman (o Miracleman che dir si voglia) aveva iniziato quel processo di decostruzione della figura del supereroe classico, che lo avrebbe portato, di lì a poco a concepire un capolavoro come Watchmen. Ma negli USA del 1985, quando uscì la serie dello Squadrone Supremo, il bardo di Nothampton era ancora un autore di nicchia, adorato dalla critica, ma poco noto al grande pubblico.

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L’intuizione di Gruenwald, quindi, per l’epoca fu qualcosa di rivoluzionario. In soli dodici numeri, lo scrittore americano mise in scena eroi dubbiosi, fragili, a volte anche meschini. Personaggi che, fino a quel momento, si erano dimostrati integerrimi e che invece si scoprivano, improvvisamente, afflitti da gelosia, rabbia, frustrazione e tutta un’altra serie di sentimenti molto lontani dallo stereotipo del supereroe, a cui il lettore era stato abituato fino a quel momento. Inoltre, potendo contare su una libertà creativa difficilmente ottenibile su altre collane della Casa delle Idee (essendo la serie ambientata in un universo parallelo, la sua influenza sulla continuity marvelliana sarebbe stata praticamente nulla) Gruenwald ne approfittò per violare altri due tabù, innanzitutto, dopo poche pagine, tutti i membri del gruppo, per ottenere la fiducia degli abitanti del pianeta, rinunciano alle loro identità segrete, e, poi, in un crescendo drammatico, parecchi protagonisti perdono la vita (in alcuni casi neppure a causa delle azioni di qualche villain). È proprio grazie a tutto ciò se, negli anni, la serie dello Squadrone Supremo è diventata un fumetto di culto.

Tuttavia - è bene sottolinearlo - a rileggerli oggi, i testi dell’autore americano appaiono un po’ datati, soprattutto perché egli cercò di far coesistere quelle autentiche novità narrative con la leggerezza dei comics degli anni Sessanta. Emblematici, in proposito, il continuo ricorrere dei vari personaggi a diminutivi dei propri nomi di battaglia, la presenza di numerosi criminali pittoreschi e il fatto che alcuni membri del team non smettono mai di indossare il loro costume (neppure per lavorare o per andare a letto!). D’altra parte, come detto, il nostro Mark adorava la Silver Age, per cui, forse temendo di snaturare quei personaggi, a cui era particolarmente legato, non osò spingersi oltre. Ne è una prova il fatto che, il graphic novel successivo alla serie, è caratterizzato da un impianto decisamente più classico e vede lo Squadrone Supremo impegnato in una corsa contro il tempo, per salvare il proprio universo da un’entità cosmica dal potere immenso. Il lavoro di Gruenwald, comunque, non fu dimenticato, tanto che la serie dello Squadrone Supremo è stata, verosimilmente, una delle opere di riferimento di Mark Waid per Kingdom Come, o, più di recente, di Mark Millar per Jupiter’s Legacy. Chi, invece, non hai mai fatto mistero della sua fonte di ispirazione, è J. Michael Straczynski, che ha ripreso le tematiche del suo collega scomparso prima in Rising Stars e, successivamente, in Supreme Power, quasi un remake moderno della saga di Gruenwald.

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Abbiamo volutamente lasciato in secondo piano la parte grafica, in quanto, a parte un episodio realizzato dal grande John Buscema, il resto della maxiserie vide all’opera prima Bob Hall e poi Paul Ryan (autore anche dei disegni del graphic novel), due onesti artigiani, di cui non si ricordano lavori particolarmente meritevoli di essere menzionati e che, detto sinceramente, neanche in questa maxiserie offrirono una prova che rimarrà ai posteri. Dei due, Hall, ormai ritiratosi da diversi anni per dedicarsi al teatro, sua grande passione, era quello dalle maggiori capacità. Infatti, il suo stile, pur se perfettamente in linea con le mode artistiche del periodo, non mancava di qualche sprazzo di originalità: i vari personaggi, tratteggiati spesso in maniera spigolosa o con dettagli del volto volutamente lasciati in secondo piano, riuscivano a comunicare ai lettori un’ampia gamma emozionale. Inoltre, i passaggi più drammatici della narrazione erano spesso esaltati da un abile uso delle ombre e da una costruzione delle vignette estremamente variabile. Ryan, invece, che ha collaborato più volte con Gruenwald (D.P.7, Quasar), aveva un tratto più classico (tanto che, prima della sua prematura scomparsa, avvenuta qualche anno fa, si dedicò a lungo alle strisce di Phantom), con un buon rispetto delle anatomie e un discreto livello di dinamicità delle tavole. Dove mostrava maggiormente i suoi limiti, invece, era nella mancanza di espressività dei volti, sempre troppo rigidi e poco comunicativi. È anche vero, però, che nel fumetto americano degli anni Ottanta, le superstar del disegno si contavano sulle dita di una mano, e molti tra i più bravi avevano già preferito lasciare le big two per tentare la fortuna nel sempre più fiorente, e potenzialmente più redditizio, mercato indipendente. Sarebbe passato molto tempo, prima di vedere grandi artisti, provenienti da tutto il mondo, all’opera sugli albi dedicati ai supereroi. All’epoca, nella maggior parte dei casi, Marvel e DC si affidavano ad autori locali, o, tuttalpiù britannici, e Hall e Ryan, in mezzo a tanti disegnatori decisamente mediocri, erano sempre in grado di garantire un lavoro più che dignitoso.

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Qualche commento sulla nuova edizione della Panini, prima di chiudere: se, da un lato, gli omnibus continuano a confermarsi ineccepibili dal punto di vista della confezione, segnaliamo, tuttavia, che in questo volume manca, quasi del tutto, un vero e proprio apparato critico, se non poche scarne righe sulle alette della sovracoperta, maggiormente incentrate però sulla presentazione degli autori dell’opera originale. L’articolo tratto dalla rivista Marvel Age e i nostalgici pezzi posti all’inizio e alla fine del volume, infatti, pur se molto interessanti, non assolvono al compito di inquadrare la saga all’interno della continuity marvelliana o, semplicemente, di presentare lo Squadrone Supremo a un pubblico più giovane. Una scelta un po’ insolita, che rischia di limitare l’accesso a opere di questo tipo solo alla ristretta cerchia dei fan di lunga data. Un’affermazione, oltretutto, mai così vera come in questo momento, visto che Hyperion e compagni sono recentemente tornati sotto la luce dei riflettori, grazie all’imminente evento Heroes Reborn, rivisitazione contemporanea dell’omonima saga della seconda metà degli anni Novanta, che aveva visto il breve ritorno alla Casa delle Idee di alcuni transfughi Image.

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