Lo stile steampunk unisce antico e moderno in una sorta di dimensione alternativa in cui il progresso scientifico ha seguito una via "diversa": già in età vittoriana, quindi tra la quarta decade dell'Ottocento e i primi del Novecento, l'uso del vapore ha consentito un progresso tecnologico capace di prescindere dall'elettricità. Robot, dirigibili, armi, ma anche tutto ciò che oggi chiamiamo col prefisso elettro-: ogni cosa funziona grazie al vapore.
E, come si sa, il vapore presuppone che ci sia calore. Lo stesso calore che si ritrova, nello stile e nei contenuti, in The Steams #1, volume che inaugura la nuova collana Noise Press che, sotto la direzione di Luca Frigerio, propone un piacevole "steampunk all'italiana".
All'interno dell'albo, che contiene due storie realizzate da due team creativi diversi, troveremo il noir, il mistero, l'azione, la commedia; l'elemento steampunk sarà di contorno, elemento d'arredo, discreto e affatto autoreferenziale, perfettamente coerente con il calore del contesto narrativo.
La prima storia, I Wonder Who, prima di quattro episodi, ha come protagonista Lady Caitlin Ward, una affascinante 007 di inizio '900. Sulla trentina, nel pieno della maturità e dello splendore fisico, dai capelli rossi, gli occhi azzurri e le forme irresistibili; contrariamente alle apparenze è tutt'altro che una dama indifesa, anzi, ha mille risorse, è abilissima nel combattimento ed è formidabile in azione. Una donna col fuoco dentro, che beve rhum e atterra gli uomini nei corpo a corpo come fossero birilli. Lavora al servizio di sua maestà britannica e si accompagna a un fac-totum dal look giamaicano, di nome Garnett. Rimasta vedova in seguito alla morte del marito Samuel, ne ha ereditato le ricchezze. Ora le viene affidato un incarico i cui risvolti la toccheranno molto da vicino: trovare un morto che si è risvegliato all'obitorio e ha cominciato a commettere omicidi. Scoprirà ben presto che si tratta proprio del defunto marito.
L'impostazione della storia di Luca Frigerio è quella dell'action-mystery, ma con un tono umoristico di alleggerimento che pervade piacevolmente il racconto. I tempi narrativi sono quelli giusti, buon ritmo, trama fluida, personaggi credibili, ben caratterizzati e dal buon spessore psicologico. La fine dell'episodio giunge sul più bello, il che incentiva le aspettative e le attese per il numero successivo.
L'elemento steampunk è ben dosato, l'ambientazione d'età vittoriana, i paesaggi, lo stile e il modo di vestire dei personaggi indicano l'approfondito lavoro di studio di Umberto Giampà, i cui disegni si dimostrano assolutamente in sintonia con la qualità della scrittura, e si fanno notare per accuratezza e pulizia del tratto. Scorrono armoniosi e, quando si allargano in vignette più ampie, anche a tutta pagina, testimoniano la bravura del disegnatore, la sua crescita e la sua ricerca della proporzione e della perfezione stilistica. Quando disegna i corpi interi, uscendo dallo schema delle griglie, può dare maggiore spazio alla sua creatività e accuratezza. Le sinuosità e le forme della protagonista, come si vede già dalla copertina, conferiscono ulteriore calore ai "vapori" della storia.
I colori di Mattia Zoanni si armonizzano bene con i disegni di Giampà, e riescono a rendere, con cambi di tonalità, ora la freddezza, ora il calore, delle diverse situazioni rappresentate.
La seconda storia, auto-conclusiva, è strutturata secondo lo schema classico del grosso-ma-buono in coppia con lo smilzo-furbo.
Punch Drunk si svolge nell'isola di Kodiak, golfo dell'Alaska, e vede protagonista Volodymir Azarov, - detto l'Orso di Kodiak per via della sua forza e della leggenda che racconta abbia battuto un orso a mani nude, - in coppia con Clint, piccolo ma astuto e col vizio di cacciarsi nei guai. Volodymir aiuta Clint, anche perché innamorato della figlia che si offre come entreneuse in un saloon. I due finiscono però in guai peggiori, trovandosi faccia a faccia con il boss locale e i suoi sgherri, sia umani che meccanici. Il rocambolesco finale rimane comunque aperto ad eventuali futuri sviluppi.
Paul Izzo realizza un racconto molto leggero e dal buon ritmo, con gli elementi della commedia e dell'action, forse un po' gracile ma ben costruito, e in cui riesce a rendere bene la caratterizzazione dei personaggi: quello grosso ma ingenuo, quello piccolo e astuto, quello malvagio e spregiudicato, gli sgherri, i prepotenti.
L'elemento steampunk è presente, anche qui contorno coerente e piacevole a una sceneggiatura e un'ambientazione molto d'atmosfera, resa bene anche dai colori dal tono un po' dark di Marcello Iozzoli e dai disegni di Daniele Cosentino, validi e piacevoli, leggeri e funzionali alla storia. In stile cartoonistico, già dalla copertina mettono bene in chiaro la capacità del disegnatore di rendere, tramite gli sguardi e le fattezze, tutta l'espressività e quindi la personalità dei protagonisti.
Una nota positiva nel quadro fumettistico nazionale, da parte di Noise Press, giovane casa editrice che consente ai talenti nostrani di mettersi in evidenza.
L'albo è uno spillato "double face", modello flip-book, (cioè con due copertine e una storia capovolta rispetto all'altra) a carta ruvida.
Nel complesso una lettura piacevole, molto leggera e che tiene vive l'attesa e le aspettative per le prossime uscite, cui spetta ora il compito di confermare e, perché no, migliorare, quanto promesso da questo primo numero.