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Alla scoperta di se stessi nel Viaggio al centro della Terra, la recensione

Quando un romanzo è definito “classico” acquista tale etichetta nel momento in cui sopravvive al proprio contesto storico, artistico, letterario per rimanere costantemente presente ed attuale. Jules Verne ha avuto la straordinaria capacità di essere un attento lettore del proprio tempo e delle sue possibilità, riuscendo nel fantascientifico compito di porsi come anticipatore della propulsione tecnologica del Novecento. Da questo, la grande attualità dei suoi romanzi, capaci di coinvolgere trasversalmente tutte le fasce d’età nelle immortali avventure da lui create.
Un romanzo come Viaggio al centro della Terra vive di diverse e diversificate traduzioni mediali che ne attestano la capacità adattiva del proprio sviluppo narrativo a contesti diversi quali film o fumetti. Il graphic novel scritto da Claudio Napoli e disegnato da Marco Lirini testimonia il valore dell’adattamento del romanzo di Verne che vede il professore Lidenbrock scoprire in una mappa le coordinate per poter accedere al centro della Terra. Come per qualunque opera dello scrittore francese, le avventure e le disavventure che un viaggio esplorativo portano con se saranno numerose e metafora di una ricerca identitaria e relazionale.

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I due autori del fumetto scelgono di usufruire del romanzo originale come canovaccio su cui comporre la propria visione del viaggio nelle viscere cavernose del nostro pianeta. Una visione che, chiaramente, non si attesta sulla mera trasposizione visiva ma che determina l’approccio contenutistico.
Claudio Napoli sceglie il valore iconico del “viaggio” come espressione del percorso interiore e formativo di un giovane uomo, Axel, il nipote del professore, nel delicato passaggio verso la vita adulta. Il “trauma” di questo passaggio viene vivificato dal tortuoso e pericoloso percorso all’interno delle grotte in cui il ragazzo dovrà, necessariamente, trovare una propria dimensione identitaria, in rapporto con quella dello zio. Il nucleo centrale del racconto si attesta, difatti, nella relazione parentale, simile a quella genitore-figlio, e nella negoziazione continua tra due età costantemente alla ricerca di un equilibrio: la volontà di essere identificato come adulto di Axel e l’incapacità, dettata dal rapporto affettivo, di accettare la crescita del nipote del professore Lidenbrock.

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L’immortale racconto di “formazione” viene servito dal disegno di Marco Lirini che sceglie un approccio grafico dal sapore disneyano. In un fumetto per ragazzi come questo, tale scelta stilistica è funzionale e perfettamente adatta: il tratto a matita e le sfumature di grigio sono al servizio di una caricaturale e divertente caratterizzazione del personaggio e del setting.
Diverse soluzioni compositive e narrative rendono la lettura scorrevole e piacevole con l’introduzione di scene divertenti e gag che lasciano respirare al lettore l’aria da avventura per ragazzi tipica di un film a cartone animato.

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Napoli e Lirini compongono un godibile adattamento del capolavoro di Verne che, forse, corre troppo veloce nello svolgimento della trama ma che riesce nell'intento pedagogico di mostrare come la crescita individuale sia fatte di sfide non solo fisiche, ma sopratutto emotive, ricordando che il viaggio al centro della terra è la metafora adatta per il percorso alla scoperta di noi stessi.

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Edizioni NPE, anteprima di Viaggio al centro della Terra

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Dal 16 marzo sarà disponibile per Edizioni NPE il volume cartonato Viaggio al centro della Terra, adattamento del celebre romanzo di Jules Verne ad opera di Claudio Napoli e Marco Lirini. Di seguito potete leggere tutti i dettagli sul volume (210×300 mm, cartonato b/n, 88 pp., 14,90€) e vedere un'anteprima nella gallery in basso.

"Dal romanzo fantastico di Jules Verne – precursore della fantascienza e del topos del “mondo perduto” – uno straordinario viaggio a fumetti nelle profondità del mondo.
Il professore di mineralogia Otto Lidenbrock rinviene una pergamena scritta in caratteri runici: sono le indicazioni per raggiungere il centro della Terra attraverso un vulcano…

Un viaggio ricco di avventura e colpi di scena, tra creature preistoriche ancora vive nei meandri della Terra, fiumi di lava, mostri e mari sotterranei!
Jules Verne (1828-1905), spesso italianizzato in “Giulio Verne” – come ad esempio accade nel doppiaggio italiano della parte terza diRitorno al Futuroper bocca del geniale scienziato pazzo interpretato da Christopher Lloyd – è stato uno scrittore francese, considerato tra i padri della moderna fantascienza e tra gli autori più influenti in assoluto di storie per ragazzi e “romanzi scientifici”.

La sua incredibile visionarietà e preveggenza gli ha fatto prevedere un secolo di anticipo le più moderne scoperte scientifiche, dai sottomarini ai missili, dallo sbarco sulla Luna all’eplorazione degli oceani, dalle pistole elettriche alle videoconferenze, dalle scritte in cielo a centinaia di altre invenzioni.

Per notare l’accuratezza delle sue finzioni basti pensare che nel suo romanzo Dalla Terra alla Luna, scritto nel 1865, descrisse la partenza del razzo dalla Florida (circostanza molto curiosa, essendo Verne francese), l’approccio all’orbita lunare nei minimi particolari, il numero di membri presenti sul razzo (tre, come nell’Apollo 11) e l’ammaraggio nell’oceano Pacifico al ritorno.

Non certo immeritatamente gli sono stati dedicati un asteroide (il 5231 Verne) ed un cratere sulla faccia nascosta della Luna (il cratere Jules Verne, del diametro di 143 km), così come il 2005 – centenario della sua morte – è stato dichiarato “anno Jules Verne”.

Tra le sue opere, note in tutto il mondo, è limitante ricordane solo alcune, quali L’isola misteriosa, Ventimila leghe sotto i marieIl giro del mondo in ottanta giorni e, appunto, Viaggio al centro della Terra.

Infiniti i suoi imitatori, così come infiniti i giochi da tavolo ed i videogiochi che si sono ispirati al celebre romanzo, nonché gli adattamenti cinematografici e televisivi, per le regie di Henry Levin (1959), Juan Piquer Simon (1977), Rusty Lemorande e Albert Pyun (1989), William Dear (1993), George Miller (1999), Rick Schroeder (2008), Davey Jones e Scott Wheeler (2008). Eric Brevig ha girato nel 2008 la pellicola oggi più nota, ossiaViaggio al centro della Terra 3d, con Brendan Fraser e Josh Hutcherson, campione di incassi nei botteghini di tutto il mondo."

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Sharaz-de. Le mille e una notte di Sergio Toppi, la recensione

Desiderio, cupidigia. Saggezza, giustizia. I vizi e le virtù che muovono le vicende umane raccontate con fiabesco trasporto nella raccolta di novelle orientali conosciuta come Le Mille e una Notte, animano anche l’opera che Sergio Toppi trasse da quell’antico ciclo, Sharaz-De. Apparso per la prima volta sulla rivista Alter Alter a partire dal 1979 e più volte ristampato, il capolavoro del Maestro Toppi torna disponibile in una elegante versione cartonata grazie alle Edizioni Npe, prima uscita di una collana interamente dedicata ai lavori dell’artista milanese. Primo esempio di racconto-contenitore che da il via ad altri racconti, espediente narrativo che sarà ripreso in seguito in Occidente da Giovanni Boccaccio col Decameron, l’affresco de Le Mille e una Notte ha affascinato nei secoli scrittori e uomini di cultura come William Shakespeare, Luigi Pirandello, Jorge Luis Borges e Pier Paolo Pasolini e artisti come Gustave Doré e Marc Chagall ne hanno tradotto in immagini le novelle. Eppure nessuno di questi pur illustri predecessori legherà il suo nome a queste antiche fiabe come farà Sergio Toppi con la sua brillante reinterpretazione.

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L’artista milanese, conscio dell’impossibilità di riprendere l’intero corpus dell’opera originaria, seleziona alcune novelle dalla morale emblematica, mantenendone però la cornice narrativa: è la storia del re persiano Shariyar che, dopo aver scoperto che la moglie lo tradisce con un servo, si vendica condannandoli entrambi a morte per decapitazione. Poiché una storia simile era accaduta poco prima anche al fratello, il sovrano giura vendetta contro il genere femminile: viene annunciato che, per decreto regio, ogni sera una giovane donna della città sarà condotta nelle stanze del re per giacere con lui; all’indomani, al sorgere del sole, le verrà mozzata la testa. Comincia così una lunga serie di efferate esecuzioni, finché una fanciulla, Sharaz-De, decide di porre fine all’eccidio e di rischiare la sua stessa vita proponendosi come sposa. Durante la notte, la ragazza inizia a raccontare al re delle storie fantastiche, interrompendosi sul più bello e obbligando il re, ammaliato, a mantenerla in vita fino alla notte successiva per ascoltare il finale: l’espediente funziona, e la ragazza prosegue con i suoi racconti per molte e molte notti… Mille e una, appunto.

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Capolavoro della maturità artistica di Sergio Toppi, Sharaz-De è un'apologia della funzione salvifica del racconto: avere una storia da raccontare può salvare la vita, come nel caso della smaliziata protagonista, innalzata dalla propria fantasia e da una spiccata ars oratoria al di sopra della mediocrità del più potente degli uomini. Immaginazione che può ribaltare un destino già segnato, fantasia al potere. E l’atmosfera fiabesca non potrebbe conoscere miglior traduzione in immagini del tratto dell’artista milanese: i personaggi sembrano essere stati evocati dalla nebbia dei tempi, misteriosi ed arcani. A rafforzare la sensazione del lettore di essere stato trascinato in una dimensione da sogno, quasi onirica, contribuisce la scelta stilistica di costruire la tavola verticalmente, rompendo la tradizione del fumetto italiano che vede la classica divisione in griglie orizzontali della pagina: se si parlasse di cinema la definiremmo una scelta di montaggio, cosicché le figure ritratte nella loro interezza e non tagliate da un’inquadratura a piano americano comunicano solennità e importanza, i primi piani contribuiscono a descrivere lo stato d’animo dei personaggi con profondità quasi espressionista, mentre l’uso ricorrente della splash page aumenta esponenzialmente la spettacolarità dell’opera.

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E poi c’è il tratto inimitabile di Toppi, una ragnatela fitta di linee che si incontrano per costruire espressioni eloquenti, sguardi enigmatici, indumenti, anelli, orecchini, monili, pugnali, scudi, copricapi ritratti con cura maniacale per il dettaglio, popolando la tavola di immagini che, come sottolineato da Vincenzo Mollica in una sua felice definizione, sono insieme pittura e scultura. Figure che si liberano dalla costrizione bidimensionale della pagina, tanto che il lettore ha quasi la sensazione di poterle toccare. Definire Toppi semplicemente un “fumettista” appare, con tutto il rispetto, limitante: si rimane estasiati di fronte alle sue tavole che, come rimarcato da Luca Raffaelli, sembrano essere le incisioni di un ebanista, suggestivi bassorilievi che ammoniscono il lettore sui vizi degli esseri umani che, a dispetto del passare dei secoli, restano immutati.

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Del tutto personale è anche la scelta nella realizzazione dello scenario in cui si muovono i personaggi: allontandosi dal tradizionale cliché di un oriente fastoso fatto di oasi e palazzi sfarzosi, l’artista ci propone lande deserte, brulle, fatte di rocce, dirupi, e popolate da rettili e serpi. Natura matrigna, l’avrebbe definita Leopardi, paesaggio dell’anima. Uno stile controcorrente che ha fatto scuola, anche in ambiti diversissimi: è impossibile non scorgere echi di Toppi nell’opera di Walter Simonson e in particolare nella sua gestione di Thor (si vedano alcuni scenari asgardiani e gli ornamenti delle donne), mentre l’ammirazione per il Maestro attraversa tutta l’opera di Frank Miller a partire da Ronin. È quindi un bene che i lavori di Toppi possano essere messi a disposizione di una nuova generazione, in un’edizione di pregio: il volume delle Edizioni Npe ha il merito di proporre l’opera dell’autore in un formato “gigante”, capace di esaltare le spettacolari tavole dell’artista e di far cogliere al lettore tutta la ricchezza iconografica di cui sono intrise. E così i re, le cortigiane, gli stregoni, i demoni, gli eroi, i lestofanti di Sergio Toppi continueranno a vivere, ammonendoci con sguardo severo tratteggiato in un sublime bianco e nero e raccontandoci storie ancestrali di vizi e virtù, sconfitta e redenzione.

 

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NPE pubblica The Graveyard Book, un inedito di Neil Gaiman

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La NPE Edizioni ha annunciato su Facebook la pubblicazione di The Graveyard Book di Neil Gaiman e P. Craig Russel che viene pubblicato per la prima volta in volume proprio in Italia.

"Nobody Owens, detto Bod, è un ragazzo normale.
Sarebbe assolutamente normale se non vivesse in un cimitero, accudito e cresciuto da fantasmi, con un custode che non appartiene né al mondo dei vivi né a quello dei morti."

Se ordinato sul sito dell'editore entro il 23 ottobre, inoltre, si potrà avere la copia con uno sketch e uno autografo del disegnatore P. Craig Russell, ospite delle Edizioni Npe a Lucca Comics & Games.

Di seguito, potete sfogliare l'anteprima del volume:

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