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Marvel Integrale proporrà il ciclo di Amazing Spider-Man di David Michelinie e Todd McFarlane

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Mentre gli X-Men di Chris Claremont proseguono la sua corsa, con la fine del Daredevil di Frank Miller Panini Comics ha oggi annunciato su Facebook il nuovo ciclo di storie che proporrà nel formato "bonelliano" Marvel Integrale.
Si tratta dell'Amazing Spider-Man di David Michelinie e Todd McFarlane di fine anni '80 con l'Uomo Ragno che indossa il suo costume nero.

Panini Comics ha, qualche anno fa, proposto questo ciclo in formato omnibus. Al momento non abbiamo informazioni sul numero di albi che comporranno la serie, per ulteriori dettagli dovremo attendere Lucca Comics & Games o il prossimo Anteprima.

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Venom Collection: Maximum Carnage 1 e 2, recensione: simbionti e botte dagli anni '90

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Se ogni eroe, o antieroe, ha un arcinemico, quello di Venom non è Spider-Man, come si sarebbe portati a pensare vista l'origine del personaggio, ma sicuramente Carnage, personaggio presentato al grande pubblico nella scena post titoli di coda del film con Tom Hardy, e nato, nel fumetto, dalla fusione tra il serial killer Cletus Kasady e un simbionte discendente dell'alter ego di Eddie Brock, avvenuta per caso durante un’evasione di prigione.
È proprio la sfida definitiva tra Venom e il suo arcinemico il tema centrale di Maximum Carnage, crossover di 14 episodi tra le 4 testate di Spider-Man, (The Amazing Spider-Man, Spider-Man, The Spectacular Spider-Man e Web of Spider-Man, ed una, Spider-Man Unlimited, creata addirittura per celebrare il lancio della saga), proposto nei volumi 3 e 4 della Venom Collection, edita da Panini Comics per presentare le storie del V-Man che hanno ispirato il primo film e forse faranno lo stesso col sequel, la cui lavorazione è già stata confermata dalla Sony. 

Concepito nel 1993 per sfruttare, in termini di vendite, il momento di grande popolarità che i due villain stavano vivendo (Venom, in particolare, era già protagonista di una collana di miniserie tutta sua), l'evento fu anche un primo - a dire il vero non riuscitissimo - tentativo di inserire nelle storie di Spider-Man, una generale atmosfera di negatività in linea con la moda dei primi anni '90, che aveva portato in auge eroi oscuri e tormentati.
Maximum Carnage inizia con i suoi tre protagonisti divisi dopo il loro ultimo scontro: Spider-Man sta affrontando la morte di Harry Osborn, suo migliore amico, alcune incomprensioni coniugali e il difficile rapporto con i suoi ritrovati genitori; Venom è alle prese con la sua nuova vita come protettore letale di San Francisco; Carnage è rinchiuso nell'istituto psichiatrico del Ravencroft, dopo essere stato sconfitto proprio grazie ad un'insolita alleanza tra il V-Man e l’Arrampicamuri, nata dopo che i due avevano stabilito una tregua proprio per fermare il loro psicopatico nemico comune, per la nascita del quale si sentivano entrambi responsabili.

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All’inizio della maxi saga, Carnage fugge senza grossa fatica dal Ravencroft e, nel farlo, incontra Shriek, una criminale - qui alla sua prima apparizione - dotata di poteri sonici e della capacità di far affiorare i peggiori istinti delle persone: con lei nasce un rapporto malato, una follia di coppia che ha l'unico scopo di portare il caos in città attraverso l'omicidio di massa. Nel corso delle loro scorribande riescono ad affascinare altri criminali psicopatici: Doppelganger (un doppio mostruoso di Spider-Man con sei braccia), Demogoblin (una creatura infernale con le fattezze del cattivo Hobgoblin) e Carrion (uno studente universitario trasformato da un virus in uno zombie capace di uccidere con un solo tocco). Carnage e Shriek, nel loro delirio, credono di aver formato una famiglia, e New York si ritrova ad affrontare uno dei gruppi criminali più sanguinari della sua storia, che scatena, tra l’altro, un’ondata di tumulti e di isteria tra la gente comune.
L’uomo Ragno, non tenendo fede alla promessa fatta alla moglie di prendersi una vacanza dalla vita da supereroe, decide di fermare questa minaccia ma, non potendo riuscirci da solo, è costretto ad allearsi con vigilantes di strada, come Venom (coprotagonista della vicenda, tornato a New York solo per chiudere i conti con il suo discendente), la Gatta nera, Cloak, Dagger, Morbius, Nightwatch e Deathlock. Solo nella fase finale, quando tutto sembra perduto, ad aiutare il gruppo giungono "veri eroi", come Capitan America, Iron Fist e Firestar.

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La battaglia tra i due super-gruppi si sviluppa in tutte le 14 storie fino alla resa dei conti finale tra i tre personaggi principali e consente di mettere a confronto le idee opposte di eroismo di Venom e Spider-Man, costringendo quest'ultimo a dubitare dell'efficacia dei suoi metodi e ad attraversare una forte crisi di coscienza, prima di venire a capo della grave vicenda.
L'obiettivo che gli autori si erano prefissati concependo la saga (come viene mostrato in una intervista al più importante scrittore dell'Uomo Ragno degli anni '90, J.M. DeMatteis, proposta nel primo dei due volumi di Panini Comics) cioè di raccontare le avversità che il bene deve superare per sconfiggere definitivamente il male (simboleggiati in questo caso da due gruppi di superumani, uno di eroi ed uno di criminali), analizzando i tormenti, le motivazioni profonde e i metodi delle due fazioni, viene centrato solo in parte.

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Per riuscire a coprire i 14 capitoli della storia, infatti, gli sceneggiatori (J.M. Dematteis, David Micheline, Terry Kavanagh, Tom De Falco e il supervisore Danny Fingeroth) si concentrano più sull'azione che sull'approfondimento psicologico dei personaggi, lo spazio prevalente è riservato ai combattimenti e alla violenza e il risultato assomiglia più ad un videogioco (un anno dopo l'uscita della serie, non a caso, verrà prodotto proprio un omonimo picchiaduro a scorrimento per Nintendo e Mega Drive) che ad un'opera drammatica. La lunghezza della storia costringe inoltre a trovare espedienti forse un po’ grossolani per tenere alta la tensione: vengono presentati personaggi (Nightwatch e Morbius ad esempio) in maniera estemporanea solo per rimpolpare le scene di azione, Venom, il coprotagonista, quasi verso la fine sparisce in modo rocambolesco, solo per tornare negli ultimi due episodi per la resa dei conti finale col suo arcinemico, mentre il dilemma morale dell'Uomo Ragno (quale limite è disposto a varcare un eroe per fermare un criminale?), vero collante dell'intera saga, viene risolto in maniera troppo semplicistica, senza creare quel pathos che la tematica meriterebbe.

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La parte visiva è curata dal team titolare di disegnatori delle testate ragnesche dell'epoca: Alex Saviuk, Ron Lim, Tom Lyle, Sal Buscema e Mark Bagley. Valutando l'opera nel suo complesso, appare evidente il tentativo degli artisti di mantenere una certa omogeneità per non disorientare troppo il lettore nel passaggio da una testata all'altra. Il risultato è che l'intera storia si può leggere tutta d'un fiato senza notare particolari cadute di stile, ma neanche particolari picchi espressivi degni di menzione. Solo Sal Buscema, negli ultimi racconti, giocandosi particolarmente bene la scansione delle vignette e l'utilizzo delle splash-page, si distingue, riuscendo a rendere al meglio i momenti più emozionanti della storia (la disperazione dell'Uomo Ragno, l'arrivo salvifico di Capitan America, la lotta all'ultimo sangue tra Shriek e Dagger), mentre si avverte la maturazione del tratto di Mark Bagley rispetto alle sue prime prove su The Amazing Spider-Man, serie nella quale, tra l'altro, fu proprio lui a creare il design di Carnage.

Maximum Carnage, con tutto il suo carico di eccessività, di lunghezza e violenza, rimane quindi un prodotto di puro intrattenimento, non adatto a chi ama l'introspezione. Forse proprio per questa sua caratteristica è riuscito, ad ogni modo, ad imprimersi nei ricordi dei fan come uno dei più riusciti esempi di sfida all'ultimo sangue tra l'eroe e il suo arcinemico. C'è da giurare che sia proprio questa la saga che tutti vorranno vedere, adattata per il grande schermo, nel sequel del primo film con Tom Hardy e che, se la Sony deciderà di ispirarsi al fumetto, il successo di pubblico sarà assicurato.

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Venom Collection 2: Protettore Letale, recensione: l'inizio della carriera solitaria dell'anti-eroe Marvel

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Il periodo a cavallo fra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 ha portato un cambiamento radicale nella concezione degli eroi a fumetti, grazie in particolare alla spinta di giovani artisti che ben presto avrebbero sfruttato tutto il loro potenziale creativo e commerciale fondando una nuova casa editrice: la Image Comics.
Anti-eroi cupi, maledetti, o comunque tormentati e diversi dai personaggi classici tutti d’un pezzo, affollavano i rivenditori e schizzavano in vetta alla classifiche. Editori come la Marvel e la DC dovettero adattarsi alla moda del momento. La Casa delle Idee, oltre a creare character nuovi, sfruttò il potenziale di due personaggi, portando “in serie A”, dopo anni vissuti da panchinaro, Frank Castle/The Punisher, e promuovendo da comprimario a protagonista Venom, villain di Spider-Man nato proprio pochi anni prima dalla matita di uno dei fondatori della Image Comics: Todd McFarlane.

La storia della sua origine è nata a tutti: dopo le “Guerre Segrete”, Spider-Man torna sulla Terra con un costume nuovo, scoprendo solo in seguito che si trattava di un simbionte alieno. Quando se ne liberò, quest’ultimo si unì a Eddie Broke, un giornalista caduto in disgrazia proprio dopo che Peter Parker ne aveva smantellato uno scoop rivelatosi falso. Dall’unione dei due nacque Venom, il cui principale obiettivo era la vendetta contro Peter Parker/Spider-Man.
Un’importante svolta si ebbe quando, tempo dopo, il Tessiragnatele salvò la vita all’ex moglie di Eddie Brock, con Venom che dovette ricredersi sul suo avversario, stipulando una tregua e decidendo, dunque, di diventare un eroe a sua volta e salvare vite umane trasferendosi da New York a San Francisco, città natale di Eddie.

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È con queste premesse che la Marvel lanciò nel 1993 il personaggio in solitaria grazie alla miniserie di 5 Venom: Protettore Letale. La strategia della casa delle Idee era di seguire il modello utilizzato dalla DC Comics per Le Leggende di Batman, ovvero la realizzazione di miniserie consecutive affidate a team di autori differenti. Le mini del Simbionte si susseguivano, così, senza sosta dando una regolarità di uscita continua tanto che, le recenti serie regolari, riprendono la loro numerazione proprio dal primo albo di Protettore Letale.

In questa miniserie, scritta da David Michelinie (sceneggiatore di Amazing Spider-Man e papà del personaggio) e disegnata da Mark Bagley e Ron Lim, troviamo come guest star anche l’Uomo Ragno, il cui ruolo serve da gancio alla nascita di questo “spin-off”. Peter Parker, infatti, non fidandosi del repentino cambiamento del suo (ex) nemico, decide di seguirlo, finendo poi per aiutarlo e instaurare una tregua.
Brock, infatti, si erge a difesa di una comunità sotterranea, minaccia dall’affarista Mr. Treece. Tuttavia, non tutti si fidano della sue buone intenzioni e - come se non bastasse - Venom deve anche scontrarsi con la terribile minaccia della Fondazione per la vita che vuole creare una progenie letale dal simbionte.

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La storia scritta da Michelinie, che ha il pregio di indagare anche sul passato di Brock, risulta solida e avvincente, con un intreccio multiplo che rende interessante la vicenda. I primi albi, disegnati da Bagley, sono ottimi anche dal punto di vista visivo, mentre la qualità scende quando le matite passano in mano a Lim che, pur creando una continuità stilistica con i precedenti episodi, ha uno stile meno personale e più sciatto e porta al termine la storia senza particolari guizzi.

In una sorta di cerchio perfetto con quanto scritta in apertura di questa recensione, il volume contiene anche la miniserie di tre parti successiva a Protettore Letale, ovvero Funeral Pyre, e che vede la presenza come guest star del Punitore. In questa vicenda i due antieroi Marvel si scontreranno e “collaboreranno” in qualche modo, per porre fine a una guerra fra gang di strada. Venom, in particolare, cerca di salvare la vita a un giornalista infiltrato in una gang che, però, suo malgrado, si trasformerà in un pericoloso avversario dal nome Rogo.

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La storia tessuta dallo sceneggiatore di Punisher War Journal Carl Potts è molto lineare e scorre via velocemente in maniera abbastanza innocua, tutt’al più piacevole grazie anche ai disegni di Tom Lyne, che risultano in linea con lo stile dell’epoca.
Venom Collection 2: Protettore Letale, edito da Panini Comics, ristampa una saga fondamentale per il personaggio e che risulta godibile tanto ai vecchi quanto ai nuovi fan del personaggio in cerca di letture solide e divertenti.

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Spider-Man Collection 14: Le avventure cosmiche, recensione: gli Atti di Vendetta contro l'Uomo Ragno

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La collana da libreria Spider-man Collection continua ad attingere a piene mani dai primi anni ’90 e nel suo 14° volume, intitolato “Le avventure cosmiche”, propone le storie legate all’evento Atti di Vendetta. In questo ciclo, i nemici dei vari eroi Marvel, riuniti a loro insaputa da Loki, optano per un radicale cambio di strategia: invece di attaccare i loro consueti avversari – e, puntualmente, uscirne sconfitti - decidono di invertire i loro bersagli in modo da avere un vantaggio tattico notevole. Così, in questo periodo, i vari eroi si videro attaccare dagli storici nemici dei loro colleghi che non avevano mai affrontato.

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La saga principale di Atti di Vendetta venne sviluppata su The Avengers, mentre nei tie-in i singoli eroi affrontavano i criminali sulle loro testate. Riguardo l’ater ego di Peter Parker, l’evento coinvolse tutte e tre le sue collane, ovvero Amazing Spider-Man, The Spectacular Spider-Man e Web of Spider-Man nel periodo a cavallo fra la fine del 1989 e l’inizio del 1990.
In questi albi, tutti collegati fra loro, vediamo Spider-Man affrontare nemici per lui insoliti, a partire da Graviton che, sfruttando l’elemento sorpresa, ha la meglio. Probabilmente, il destino dell’Arrampicamuri sarebbe stato lo stesso di quello degli altri eroi percossi da questa inedita soluzione ordita dai villain, se non fosse che improvvisamente, apparentemente a causa di un incidente da laboratorio, Spider-Man si ritrova con poteri amplificati oltre ogni misura tanto da sconfiggere con estrema facilità tutti gli avversari più temibili che gli si opporranno nel corso dei vari albi. Lo stesso Destino, che insieme ad altri villain organizza gli “atti di vendetta”, segue con interesse i nuovi poteri dell’eroe con l’intenzione di scoprirne la fonte e farli suoi.

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Dal canto suo, Peter Parker non è affatto entusiasta dei suoi nuovi poteri, non solo perché non è in grado di comprenderli, ma perché “se da un grande potere derivano grandi responsabilità” come comportarsi con un potere praticamente infinito? Forse sono troppi per un singolo uomo e la loro portata lo spaventa e lo preoccupa, nonostante il supporto di Mary Jane e di zia May.

I 10 albi contenuti nel volume, sono scritti da David Michelinie (Amazing Spider-Man) e Gerry Conway (The Spetcacular Spider-Man e Web of Spider-Man) e presentano una trama molto episodica in cui in ogni avventura Spider-Man se la vede con un diversa antagonista. Entrambi ottimi professionisti, i due autori confezionano un ciclo di storie assolutamente piacevole, pur senza particolari guizzi. Fra le cose più riuscite, indichiamo il rapporto fra Peter e MJ, all’epoca marito e moglie, e i bei momenti, seppure brevi, con zia May, guida morale del nipote. Peccato per le tante sottotrame sospese (su tutte quella giudiziaria dedicata a Robbie Robertson) il cui inizio o la loro fine non sono contenute in questo volume ma, d’altronde, la concezione dei comics del periodo era ben diversa da quella attuale ed è dunque inevitabile che la loro raccolta in volume contenga sottotrame sviluppate spesso in anni di gestione.

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Dal punto di vista visivo, oltre ai modesti Colleen Doran e Alex Saviuk, troviamo la colonna portante Sal Buscema, Erik Larsen e un episodio con Hulk disegnato da Todd McFarlane. Pur con nomi di rilievo, gli artisti coinvolti offrono una prova degna ma nella norma e non si segnalano particolari virtuosismi. Spider-Man Collection – Le avventure cosmiche, risulta dunque una lettura gradevole e soddisfacente, seppur lontana dai cicli memorabili della serie.

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