Star Wars: Il Risveglio della Forza, la recensione del fumetto
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Il destino di Star Wars è legato a doppio filo con quello del fumetto. Ancor prima di esordire nelle sale, infatti, il primo film della celebre saga fantascientifica ideata da George Lucas esordì in un fumetto Marvel che adattava la pellicola. Fu dunque sui fumetti che il mondo conobbe per la prima volta Luke Skywalker, Leia Organa, Han Solo, Darth Vader, e tutti gli altri personaggi. Il successo del fumetto, che vi abbiamo recensito qui, fu tale da spingere la Marvel a produrre una serie regolare con avventure inedite. Naturalmente, gli adattamenti a fumetti sono una costante che ha accompagnato tutte le pellicole, anche quando i diritti dei comics non erano in mano alla Casa delle Idee. Era non solo naturale, ma addirittura dovuto, che la stessa operazione venisse fatta anche per il settimo capitolo ufficiale della saga, ovvero Il risveglio della forza. Un’opera, però, non così tempestiva e che giunge (praticamente in contemporanea anche in Italia) a un anno di distanza dall’uscita del film nelle sale.
Su quest’ultimo, si potrebbero scrivere fiumi infiniti di parole (qui la recensione dettagliata) ma in questa sede ci preme sottolineare che nonostante abbia i suoi detrattori, Episodio VII è stato oltre che un grande successo al botteghino, anche una pellicola capace di rilanciare la saga con spunti nuovi e interessanti. Il suo compito, che doveva mediare fra il non scontentare i vecchi fan e raggiungerne di nuovi, è alla fine riuscito seppur il film abbia uno sviluppo troppo simile a Una nuova Speranza (ovvero, il primo in assoluto). La storia si svolge trent’anni dopo i fatti raccontati ne Il ritorno dello Jedi e vede il lato oscuro rialzare la testa sotto la spinta del Primo Ordine che ha nel cavaliere Kylo Ren la sua punta di diamante. L’unica speranza per la Resistenza, guidata da Leia, sembra quella di ritrovare Luke Skywalker, ormai sparito da tempo. L’ingresso in scena della giovane e potente Rey, e dei coraggiosi Finn e Poe Dameron, sembra in grado di ribaltare la situazione.
Chuck Wendig autore della sceneggiatura di questo adattamento in sei albi, e profondo conoscitore di questo universo narrativo essendo l’autore della trilogia di romanzi Star Wars: Aftermath, si attiene appieno a quella che è la trama del film senza aggiungere nulla di differente. In casi come questi, naturalmente, la difficoltà è quella di saper ben scegliere i momenti da portare su carta e costruire un racconto che condensi bene quanto visto sullo schermo e che, soprattutto, si regga da solo. Nel caso di Wendig, lo sceneggiatore riesce a giungere a un buon compromesso di sintesi, seppur l’albo iniziale che funge da introduzione a personaggi e situazioni, è decisamente troppo rapido nel suo sviluppo e non consente un’adeguata presentazione delle stesse. Fortunatamente la situazione migliora andando avanti e questa frenesia cala.
Dal punto di vista grafico il lavoro di Luke Ross è notevole; l’artista, ormai un veterano alla Marvel, consegna tavole spettacolari che ben traducono la magia del film trasportando su carta una riproposizione efficace di quanto visto al cinema. In un lavoro del genere è fondamentale rappresentare anche i volti e le espressioni degli attori nella maniera più fedele possibile e anche in questo caso Ross esegue un ottimo lavoro, seppur in alcune occasioni si perde un po' di naturalezza espressiva nel tentativo di rendere gli attori simili alla controparte in carne e ossa.
L’adattamento di Star Wars: Il risveglio della Forza è un prodotto derivato e che non aggiunge molto alla visione del film, in particolare se lo si legge dopo aver visto la pellicola. L’opera madre possiede una maggiore profondità e il suo adattamento è consigliato maggiormente ai completisti e ai fan della saga (complice anche l’ottima confezione Panini Comics). Non si può negare, comunque, che sia un lavoro di ottima fattura, ma forse un po’ freddo nella sua schematicità e che non va al di là di quello che è il suo compito.