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Joe Quesada torna alla Marvel con Marvel Knights: The World To Come

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Joe Quesada torna a lavorare per la Casa delle Idee. A partire dal prossimo 4 giugno, infatti, l'artista si unirà a Christopher Priest e al colorista Richard Isanove per realizzare Marvel Knights: The World To Come, una miniserie di sei numeri ambientata nel futuro dell'universo Marvel.

Nel 1998, la linea Marvel Knights ha rivoluzionato il fumetto supereroistico, ridefinendo lo stile narrativo della Marvel. Oggi, a oltre 25 anni di distanza, Quesada e Priest riprendono quel concetto con una nuova evoluzione dell'Universo Marvel, sotto lo storico marchio.

Questa serie rappresenta una visione inedita e audace della Marvel. La storia ha inizio in Wakanda, con eventi sconvolgenti che coinvolgono T’Challa, Tempesta, Shuri e altri personaggi chiave, destinati a cambiare per sempre il mito Marvel.
Il Re del Wakanda è morto, lasciando senza protezione la tecnologia più avanzata del mondo, il vibranio e una serie di segreti oscuri. La sua scomparsa scatena conflitti globali tra eroi, villain e mutanti. Con il futuro dell’Universo Marvel in bilico, una sfida tribale per il trono del Wakanda porterà un nuovo leader a emergere, dando inizio a "The World To Come".

Quesada ha ricordato la nascita della linea Marvel Knights nel 1998, con titoli come Daredevil, The Punisher, Inhumans e Black Panther, realizzati con grande impegno e passione. La scommessa si rivelò vincente, ridefinendo lo stile Marvel e conquistando il pubblico. Nel 2017, Priest propose a Quesada un'idea basata sulla sua versione originale di Pantera Nera e Wakanda. Il concept era audace e innovativo, e Quesada accettò subito la sfida, decidendo di disegnare la serie e ampliarne ulteriormente la portata.

Di seguito le prime immagini della serie diffuse dalla Marvel.

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U.S. Agent - Il Fanatico Americano, recensione: il ritorno di John Walker

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Il ciclo decennale (1985-1995) di Captain America scritto dal compianto Mark Gruenwald, scrittore, editor e anima della redazione Marvel dalla fine degli anni ’70 fino alla sua prematura scomparsa avvenuta nel 1996 per un attacco cardiaco, è ricordato come uno dei più rappresentativi mai dedicati al personaggio. Il momento più iconico di questa classica run, quello per cui viene più spesso ricordata, è la sequenza in cui Steve Rogers è costretto ad abbandonare l’identità di Capitan America a causa di un contrasto con una commissione governativa che reclama il costume come una sua proprietà, citando una clausola che risaliva alla Seconda Guerra Mondiale, e il diritto di condizionare le attività dell’eroe a prescindere dall’individuo sotto la maschera. Condizioni inaccettabili per Rogers, convinto che la figura di Capitan America debba incarnare le aspirazioni e gli ideali espressi dal Sogno Americano, e che lo spingono a rassegnare le proprie dimissioni. La commissione troverà il sostituto di Rogers in John Walker, suo avversario col nome di Super Patriota, che in passato aveva condotto una campagna mirata a delegittimare Capitan America, da lui giudicato un attrezzo del passato ormai inadeguato a rappresentare gli ideali americani.

Walker indossa così l’iconico costume della Leggenda Vivente, mentre un Rogers spogliato della bandiera, ma non della voglia di combattere, prosegue la sua attività nei panni del “Capitano”, una variante della classica divisa di Capitan America di colore scuro. Dopo varie vicissitudini, verrà rivelato che la mente criminale che pilota le attività della Commissione non è altri che quella del Teschio Rosso, la nemesi per eccellenza di Cap. Nell’epilogo della saga i due “Capitani”, dopo un inevitabile scontro che porta però ad un chiarimento tra i due, collaborano per sconfiggere il Teschio. Rogers torna così ad indossare i panni di Capitan America, mentre Walker ripiega sulla divisa de “Il Capitano” assumendo il nome di U.S. Agent e iniziando una carriera di super-eroe governativo, non apprezzato particolarmente dai colleghi per la sua ottusità e perché simbolo dell’ingerenza dello Stato nelle loro attività. A tal proposito si ricordano le divertenti pagine di West Coast Avengers in cui John Byrne inserì U.S. Agent nelle fila della divisione californiana dei Vendicatori, tra lo sconcerto di Occhio di Falco e soci. Walker riuscirà invece a guadagnarsi il rispetto dei compagni, diventando un pilastro del gruppo.

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Il personaggio non ha mai avuto però molte occasioni per brillare in proprio, se si escludono due vecchie miniserie uscite tra gli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio. Così, in concomitanza col suo debutto televisivo nella serie tv The Falcon & the Winter Soldier, la Marvel ha annunciato il ritorno di U.S. Agent in una nuova mini scritta dal veterano Cristopher Priest per i disegni di Georges Jeanty. Priest è noto per aver supervisionato e scritto alcune delle migliori storie noir dell’Uomo Ragno nel periodo in cui indossava il costume nero (con lo pseudonimo di Jim Owsley), a metà degli anni ’80, e per aver rilanciato Pantera Nera per la linea Marvel Knights a cavallo degli anni 2000. I suoi lavori sono spesso caratterizzati da un occhio rivolto alle tematiche politiche e sociali, motivo per il quale la scelta di abbinarlo ad un personaggio controverso come U.S. Agent sembrava azzeccata. Come vedremo, però, non tutte le ciambelle sono riuscite con il buco.

La vicenda raccontata in Fanatico Americano prende il via in una piccola comunità del sud rurale degli Stati Uniti, dove la popolazione sta insorgendo contro la sede di una multinazionale della logistica, la Vertigo. L’azienda è in realtà una copertura dello S.H.I.E.L.D., e nasconde una misteriosa risorsa militare. Ad investigare su quello che sta accadendo viene inviato John Walker che, pur avendo conservato l’uniforme, ha perso il titolo e lo scudo di U.S. Agent a causa di un pasticcio combinato in un precedente incarico. Ora è un contractor indipendente, di cui il governo si serve per compiere missioni non ufficiali, ma la sua assegnazione al caso Vertigo nasce solamente dalla vendetta di un piccolo burocrate statale nei confronti di Val Cooper, il “boss” storico di Walker che di lui non vuole più sentir parlare. U.S. Agent si recherà quindi nella profonda provincia americana, tra una popolazione con cui sembra condividere una propria visione di cosa sia l’America. Non mancheranno ovviamente sorprese, a partire dalla scoperta della vera natura della Vertigo, oltre ad una rivelazione che riguarderà gli affetti familiari dello stesso Walker.

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U.S. Agent – Il Fanatico Americano parte da un buon presupposto, quello di usare il personaggio di John Walker per rappresentare la sensibilità dell’America profonda e rurale, quella che si è fatta convincere dalla retorica dell’ “America First” di Donald Trump. Se Steve Rogers incarna gli ideali più “liberal” del Sogno Americano, Walker è il suo contraltare a destra, un ultraconservatore che riflette gli umori dell’uomo della strada. Se Rogers è un puro, un idealista, Walker è un cinico pragmatico che non esita ad utilizzare la forza quando serve. Priest vorrebbe costruire intorno al personaggio una satira sociale che prenda di mira l’attualità politica degli Stati Uniti, ma il progetto riesce solo in parte e, nonostante una buona partenza, lo svolgimento risulta alquanto deficitario e non va oltre la dichiarazione d’intenti iniziale. L’analisi sociologica condotta dall’autore è superficiale e non incide, rendendo banale e convenzionale il ritratto di un’America di provincia che non va oltre il registro della parodia.

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Non fornisce un contributo all’esito finale dell’opera neanche l’apporto poco ispirato di Georges Jeanty, onesto faticatore del tavolo da disegno che dopo due decadi di carriera non si è mai affrancato dal ruolo di modesto mestierante della matita. Un disegnatore raramente associato a progetti d’alto profilo, dallo stile rigido e legnoso che non arricchisce in alcun modo la messa in scena dello script di Priest. Lo storytelling e l’organizzazione delle tavole di Jeanty è statico e ordinario e contribuisce a non innalzare il livello di Fanatico Americano oltre la soglia della sufficienza. Ed è un vero peccato, perché pochi personaggi come il controverso U.S. Agent si presterebbero ad incarnare una fase politica e sociale americana tanto convulsa come quella attuale. Ci sarà bisogno sicuramente di progetti di più alto profilo per rivedere il buon John Walker al massimo delle sue potenzialità.
Segnaliamo, in chiusura, le splendide cover realizzate dal nostro Marco Checchetto che valgono, da sole, un motivo per l’acquisto del volume.

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Vampirella, una nuova serie targata Dynamite Entertainment

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Christopher Priest, scrittore di Deathstroke e Black Panther, e l'artista Ergün Gündüz sono gli autori della nuova serie dedicata ad uno personaggi più sexy del panorama fumettistico, Vampirella, in uscita per i tipi della Dynamite Entertainment.

Il primo numero, Vampirella FCBD #0 sarà distribuito gratuitamente durante il Free Free Comic Book Day, in programma per il 4 maggio (negli Stati Uniti).

La nuova serie prenderà quindi il via ufficialmente a partire da luglio 2019, in coincidenza con il 50° anniversario del personaggio e la 50° edizione del Comic-Con di San Diego.

Molti gli artisti coinvolti per la realizzazione di variant cover del primo numero tra i quali Frank Cho, Alex Ross, Joe Jusko, Guillem March, Erica Fett e Adam Hughes, oltre a una super variant a opera di Sanjulian (Manuel Perez Clemente).

Le prime dichiarazione di Priest lasciano trasparire un progetto molto particolare che narra le vicende di un alieno, poco vestito, simile un componente della famiglia Kardashian, munito di zanne, assetato di sangue e ritenuto dai più un vampiro. Una storia apparentemente schizofrenica che nasconde dietro un’allegoria più profonda legata al razzismo, alla xenofobia, all’omofobia e al nostro rapporto con il diverso.

Il personaggio di Vampirella, creato da Forrest J Ackerman, Trina Robbins, Frank Frazetta e Tom Sutton, è apparso per la prima volta nel 1969. In italia il personaggio è stato pubblicato da diversi editore che hanno pubblicato in maniera discontinua le varie storie.

(Via CBR)

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Annunciato il nuovo team creativo di Justice League

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La DC Comics ha annunciato il nuovo team creativo di Justice League dopo l'addio di Bryan Hitch. Saranno Christopher Priest e Pete Woods a realizzare testi e matite della testata a partire dal numero 34 in uscita il 6 dicembre.

Il primo story-arc si intitolerà "Lost" e vedrà la Justice League in pericolo dopo un errore causato dallo stesso Batman. Priest ha dichiarato che avrà un approccio realistico alla serie interrogandosi sul suo ruolo e sul suo rapporto con la società "umana".

Nella gallery in basso potete vedere un'anteprima non letterata di Justice League 34.

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