La storica serie Archie, dopo il rilancio avvenuto l’anno scorso ad opera di Mark Waid e di Fiona Staples, introduce una serie in contrapposizione con i toni pop dei due autori: Archie tra i morti viventi. Le vicende, ambientate sempre a Riverdale, vedono i celebri protagonisti affrontare un’epidemia zombie. Insomma l’evergreen delle situazioni horror arriva anche nella famosa cittadina della Archie Comics. Dimenticatevi situazioni ordinarie e drammi adolescenziali (anche se di ottima fattura), qui il mood è completamente diverso. Archie & co. si troveranno faccia a faccia con l’orrore e la morte, prenderanno decisioni difficili come non mai e avranno drammi che faticheranno a superare.
La sceneggiatura di questa serie è affidata a Roberto Aguirre-Sacasa, capo creativo della Archie Comics. Sceneggiatore poliedrico, famoso soprattutto per cinema e televisione (è l’autore infatti di Riverdale la serie tv uscita per l’emittente The CW), opera un worldbulding sovversivo e solido. La trama è semplice: nel cuore della notte Jughead corre verso la casa della strega Sabrina con in braccio il suo fedele amico a quattro zampe Hot Dog, ferito per un incidente: il cane è stato investito da un’auto e rischia la morte. Arrivato dalle streghe, le zie provano a guarire il cane senza successo. Jughead torna a casa distrutto dopo aver chiesto a Sabrina se conosce un modo per riportarlo in vita. La streghetta, senza il consenso delle zie, utilizza il Necronomicon per risvegliarlo e viene punita da quest’ultime. Il giorno dopo il cagnolino riappare al suo padrone ma non è più lo stesso amorevole amico di una volta, si è trasformato in una bestia famelica che attacca Jughead senza esitazione, mordendogli il braccio. Da qui inizia il contagio infernale che porta all’apocalisse zombie su scala nazionale.
La narrazione di Aguirre-Sacasa è lineare e ben strutturata e ripropone il classico tema dell’invasione zombie sposando il focus sulle relazioni, ormai note ai lettori di Archie, più che sulle dinamiche dei morti viventi. Non che queste non siano sottolineate, ma viene evidenziata più la relazione tra i ragazzi, i loro sentimenti e le scelte da compiere, rispetto alla parte action vera e propria. Resta il triangolo amoroso tra Betty, Veronica e Archie Andrews così come le restanti interrelazioni tra i personaggi, ma il tutto si tinge di rosso. Mossa interessante far risaltare il lato oscuro di ogni personaggio che è portato allo stremo proprio a causa della fine imminente. I drammi sono realmente forti per chi è fan della serie, vedere e leggere determinate scene è come prendere un pugno nello stomaco. I tipici momenti esilaranti che contraddistinguono le varie testate sono trasformati in situazioni grottesche e cupe. Per i nuovi lettori sarà una bella storia per incominciare una delle storiche epopee dei comics americani anche se in una veste inusuale.
Alle matite vediamo Francesco Francavilla, estimatore dell’horror e dal tratto più che adatto per una storia così grottesca. Il disegnatore italiano, infatti, aumenta quella drammaticità, creata da Aguirre-Sacasa con la sua narrazione, grazie a tavole dalla forte influenza cinematografica di genere. Il suo stile completamente opposto a quello della Staples dà una nuova visione della “non più tranquilla” cittadina di Riverdale.
La core story del titolo di punta della Archie Comics resta immutata. Dinamiche relazionali, amori e dolori di adolescenti sono il perno di una narrazione, in questo caso, brutale e intensa. Citazioni a film cult come Nightmare e Halloween sono presenti oltre al concept di base ispirato al film di George A. Romero.
Un primo volume che tiene incollati e che regala momenti d’azione alternati ad episodi dall’alto contenuto emotivo. Un punto di vista nuovo e situazioni non tipiche alla testata rendono quest’opera interessante e sicuramente da tenere sott’occhio.
Riverdale non sarà più la stessa. Per chi invece non l’avesse mai vista, preparatevi al lato oscuro di essa.