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Alan Davis parla di Savage Hulk

Come già annunciato in una precedente news, a giugno esordirà una nuova serie dedicata al Gigante di Giada, Savage Hulk. Così come la gemella Savage Wolverine, avremo diversi team creativi che si alterneranno alla guida e storie che potranno spaziare nel passato, presente e futuro possibile del personaggio senza alcun vincolo di continuità.

Il primo arc vedrà Alan Davis occuparsi sia della scrittura che delle matite, in una avvincente storia che segue il primo incontro di Hulk con gli X-Men, avvenuto sulle pagine di X-Men #66 del 1970, ad opera di Roy Thomas (testi) e Sal Buscema (matite).
 
CBR ha colto l’occasione per scambiare due chiacchiere con l’autore.

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Non è la prima volta che Davis disegna Hulk, comparso già in sue precedenti storie, ma “credo che la possibilità sia di disegnarlo che di scrivere di lui sia molto stimolante”.
 
Vista questa dichiarazione d’intenti passiamo ad analizzare gli aspetti di Hulk e di Bruce Banner che piacciono a Davis, e che tipo di Hulk troveremo nella serie. “Sia di Hulk che di Banner trovo interessante il loro eroismo, mentre la versione presente nella trama sarà quella classica degli anni 70, ma ovviamente coscienti di tutte le anticipazioni e rivelazioni da quel momento. Questo è l'aspetto più interessante e stimolante del lavoro”.

Scopriamo, inoltre, come è nata la scelta dell’incontro con gli X-Men e che tipo di storia troveremo. “Quando Mark Paniccia, editor della serie, ha delineato il filo conduttore delle storie dal passato di Hulk, la mia prima domanda è stata ‘quali periodi? E con quali personaggi Hulk potrebbe interagire?’ Ho inviato un elenco di possibilità e Mark ha selezionato gli X-Men”. Aggiunge “La storia che sto raccontando è il seguito degli eventi di X-Men #66. Ho sempre pensato che fosse un episodio irrisolto. Banner/Hulk viene salvato da Xavier. La premessa della mia storia è che Xavier vorrebbe restituire il favore”.

Insomma, i presupposti per una grande run ci sono, vista la conclusione dell’intervista. “Ho sempre dato il meglio nel lavoro, ma alla fine di tutto il disegnatore può realizzare ciò che è indicato nello script. Dal momento che io sto scrivendo Hulk so dove la storia deve andare e riesco a rimpolpare le caratterizzazioni così come lo spazio nelle matite. Poiché si tratta pur sempre di Hulk, quindi ho incluso un sacco di azione, grande azione, ma la mia preoccupazione principale è quella di raccontare una buona storia. Quindi direi che questo è il miglior lavoro che ho fatto negli ultimi anni”.

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