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La Causa "Superman": Siegel al contrattacco

Action Comics 1La lunga causa legale sui diritti di Superman che vede coinvolti da una parte la Warner Bros e dall'altra gli eredi di Jerry Siegel va avanti da anni, tra accuse reciproche. L'ultima volta che ne avevamo parlato il processo aveva preso una piega stile John Grisham, con l'avvocato della famiglia Siegel accusato di aver fatto sparire dei documenti rilevanti per la causa e di essere in una situazione di conflitto di interessi. Negli scorsi giorni il sito Deadline ha pubblicato una lettera di Laura Siegel Larson, figlia di Jerry Siegel, che non ci va certo giù leggera. Ve ne offriamo alcuni stralci, lasciando a voi la scelta su chi abbia ragione o meno in questa causa che (è bene ricordarlo) coinvolge un asset capace di generare milioni di dollari l'anno.

"Cari fan di Superman, mio padre, Jerry Siegel, ha co-creato Superman come il campione degli oppressi, la sua esistenza devota ad aiutare le persone bisognose. Ma sfortunatamente il suo ultimo desiderio, il volere che la sua famiglia riottenesse la sua giusta quota di diritti su Superman, è divenuto un monito per scrittori e artisti di tutto il mondo.
La lotta stile Davide e Golia della mia famiglia contro la Warner Bros, un colosso dei media, risale all'aprile 1997 quando io e mia madre reclamammo i nostri diritti ai sensi del Copyright Act per realizzare il sogno di mio padre. Nell'aprile 1999, la metà dei diritti dell'originale Superman ritornò a noi, consentendo alla nostra famiglia di reclamare una quota significativa dei profitti del personaggio, che la Warner/DC Comics si rifiutò di pagare. Per oltre 13 anni, ci hanno combattuto ad ogni istante, sia dentro che fuori dai tribunali, con l'obiettivo di rendere il recupero di questa quota così irrealizzabile da costringerci a rinunciarvi.
Rifiutammo di farci intimidire, nonostante i problemi cardiaci di mia madre e la mia sclerosi multipla. La Warner Bros allora ricorse ad un odioso vecchio trucco: allontanò l'attenzione dai meriti legali della nostra causa attaccando personalmente il nostro avvocato, Marc Toberoff, accusandolo falsamente di "ingiusta competizione". Durante tutto ciò, lo scorso anno mia mamma, che fu la modella originale per Lois Lane, è morta all'età di 93 anni, ancora decisa a mantenere la promessa che fece a mio padre.
Ora la faccenda è in mano mia e non tacerò più sulle tattiche della Warner Bros. La campagna di diffamazione di questa compagnia mi ha solo resa più determinata che mai. Abbiamo il diritto di scegliere l'avvocato che più ci aggrada e questo alla Warner Bros non deve interessare. Ciò che la Warner Bros a quanto pare non capisce è che, nonostante il loro tremendo potere, io non rinuncerò MAI a voler realizzare il sogno dei miei genitori e riportare alla mia famiglia i suoi diritti.
Superman, incarnazione della verità, giustizia e american way, lascerebbe che la Warner Bros, la DC Comics e la loro gang di avvocati se la cavassero? Neanche per idea!".

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