Menu

Bocchio, Tenderini e il cyborg in divenire

cyborg004Da qualche giorno ormai sul blog di Emanuele Tenderini si possono vedere illustrazioni e bozzetti di un nuovo progetto a cui il disegnatore di 1066 e Dei sta lavorando in collaborazione con Carlo Bocchio, che ne cura soggetto e sceneggiatura.

Incuriositi, abbiamo contattato direttamente gli autori che, tra scambi di email e chiacchierate, ci hanno rivelato parecchi dettagli di questa loro "nuova" avventura a fumetti, intitolata Cyborg Claytom. Le virgolette sono d'obbligo, poiché la nascita di questa idea si colloca quasi dieci anni fa (risale infatti al 2003 la prima stesura di una miniserie autoconclusiva di tre tomi, cui nel 2004 si aggiungono, come naturale prosecuzione e conclusione della storia, altri due capitoli, ciascuno di tre volumi); bisogna poi considerare che, al momento, questo progetto esiste in uno stadio che non ha ancora raggiunto la sua completezza.

In un futuro dall'elevato livello di tecnologia, un manipolo di invasori alieni sopravvissuti ad uno sterminio che porta la firma dei terrestri, decide con una manovra pressoché disperata di impadronirsi dei Cyborg Z, le "armi" con cui i terrestri hanno sterminato la loro razza, scatenando tutta una serie di eventi su cui i due autori, per il momento, hanno scelto di non sbottonarsi troppo. La particolarità di queste unità cyborg è data dall'essere la summa di tre parti, una maschile (la macchina), una femminile e organica (contenuta al suo interno) e un fucile senziente detto "Cane"; tutte e tre le parti si trovano in simbiosi perfetta, almeno fino all'arrivo degli alieni.

"Il fulcro emozionale della storia - ci spiega Carlo Bocchio - è il viaggio del cyborg-soldato Klaytom nel buio di una vita di orrori e violenza, senza la sua compagna e simbionte Faryan, la disperazione di una razza all'estinzione, il vuoto empatico dell'umano verso la sofferenza altrui, l'intervento della scienza e della profezia negli eventi. La diversificazione dei tre destini dovuta alla scissione della trinità, è la separazione metaforica da ciò che ci definisce come identità, quindi molto più intenso di un amore dalla cui fine possiamo sopravvivere o dalla perdita di un nostro parente caro; le reazioni al rimanere soli per la prima volta (la nascita), la diversa percezione di sè nel mondo (essere ‘noi’ fuori da nostra madre) e di chi abbiamo perduto (il lutto della fine di una relazione), e cosa si fa per supplire a questa mancanza, vengono proiettate in un contesto dove il cyborg-uomo ‘contiene’ e protegge la sua simbionte nello scenario di dolore della guerra".

In tutto questo gli umani se ne stanno al riparo, in attesa che le unità Z, futuristico surrogato delle armi di distruzione di massa ma con una valenza metaforica e metafisica ben più complessa, facciano il lavoro sporco per loro; la guerra e il sensazionalismo spettacolare sono gli interessi che regolano la relazione tra i Cyborg Z e i due macrogruppi terrestri, le guide e gli uomini comuni: se da un lato, infatti, la casta dei governatori e degli scienziati sostiene tecnicamente i soldati per i loro interessi bellico-scientifici, dall'altro la popolazione li idolatra come un'unica grande tifoseria.

Alla nostra richiesta di raccontarci qualcosa del protagonista, Klaytom, lo sceneggiatore ne parla così: "Klaytom è un fante assaltatore cyborg tipo Z (modello finale di una serie all'acme tecnologico) e come tutti i suoi simili è 'stupido' perché dotato di un cervello tattico da guerra potentissimo, e di uno per le relazioni sociali di molto inferiore. La sua energia vitale si manifesta appieno in battaglia, mentre il legame simbiotico con Faryan, sua partner e navigatore tattico (docile e remissiva all'esterno del corpo del cyborg, decisa a dare ordini quando è 'innestata'), si rivela il sedativo su cui si regge il suo equilibrio psichico. A completare la trinità è il fucile senziente definito 'Cane', connesso ai due e in grado di eseguire calcoli balistici e degli effetti collaterali del suo uso. Questo schema riguarda tutti gli Z, che sono come dei vichinghi bruti poco intelligenti e discorsivi, che assorbono il vissuto di guerra annidandolo all'interno come un'emorragia silenziosa. I personaggi umani sono la chiave attraverso cui Klaytom viene rivelato nella sua parte 'umana'".

Se la trama della vicenda, a quanto ci è dato sapere, sembra qualcosa di piuttosto articolato e legato alla forma archetipica del genere fantascientifico, la particolarità di questa storia sta anche nella sua realizzione grafica. Con l'intento di fondere tra loro diversi livelli che spaziano "dall'epico al profetico, dal violento all'intimistico-sentimentale", il modo in cui i due autori hanno concepito l'aspetto visivo intende anche soddisfare la necessità di una narrazione che sia rapida e immediata, affidando all'immagine livelli narrativi come quello deputato alla spiegazione della tecnologia futuristica che impregna l'ambientazione; il funzionamento di questi manufatti del futuro sarebbe svelato con informazioni complesse di questo tipo: "il cervello di un cyborg Z ne contiene due, uno elettronico statico, l'altro più delicato organico connesso in "wi-fi", che per sopportare i colpi di rinculo del fucile Cane alla massima potenza, o quelli di un impatto diretto col nemico, "fugge" scorrendo dentro un "toro", una ciambella piena di un olio in cui è alloggiato e che ad ogni colpo permette al cervello di smorzare l'impatto cinetico scivolando di 360° e ritornando in posizione come accade dentro una bussola" ma proprio per questo la tecnologia non verrà svelata a parole, come spesso accade nella letteratura di genere, bensì sarà l’azione a sobbarcarsi questo compito didascalico, in modo che il lettore non venga frastornato da complesse spiegazioni e il ritmo della storia non venga in alcun modo rallentato.

Per ritrarre questa storia fatta di buio e dinamismo estremo, lo stile più adeguato era quello dei manga, spiega Emanuele Tenderini, "a partire dalla gabbia, con poche vignette, ritmi veloci e un formato alla Ghost in the shell o alla Blame!". La novità di Cyborg Klaytom sta nello studio grafico sviluppato dal disegnatore. "Il fulcro della mia ricerca grafica su questo progetto è riuscire a realizzare una sorta di 'focus', di messa a fuoco dell'inquadratura; ogni vignetta sarà realizzata per simulare il campo visivo umano, laddove c'è una piccola percentuale di elementi 'a fuoco' e il resto, progressivamente, si 'sfoca' e non ne vediamo i dettagli. Quando noi leggiamo un fumetto, il 99% delle volte vediamo delle vignette disegnate in cui possiamo leggere e vedere tutti i dettagli della scena. Ogni vignetta, è tutta 'messa a fuoco'; in realtà non è cosi: nella realtà il nostro campo visivo può vedere 'a fuoco' solo una piccola percentuale, tutto il resto è fuori fuoco. Ecco, io realizzo le vignette come se fossero viste da un 'campo visivo'. Tutto questo senza utilizzare ovviamente il blur di photoshop ma a mano, lavorando sulla sovrapposizione delle tinte di colore".

Uno studio che aggiunge un ulteriore livello narrativo alla vicenda ma che richiede molte ore di lavoro per una singola tavola, aspetto che - per il momento - sta relegando la vita editoriale di Cyborg Klaytom a una stasi obbligata in attesa che un editore si interessi e decida di sostenerne gli sforzi. "Stiamo ultimando le integrazioni del progetto con un booktrailer e alcuni disegni - spiegano a questo proposito gli autori - dopodiché penseremo come o a chi presentarlo, considerando che il progetto per essere realizzato ha necessariamente dei costi da affrontare".

Torna in alto