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Lucca '11: Alice Dark

ALICEDARK001L'editoriale Aurea ha presentato la sua ultima creatura: Alice Dark, il mensile uscito già con il primo numero a fine settembre e presentato a Lucca con un numero zero in occasione proprio della fiera toscana.
I due autori, Lorenzo Bartoli e Andrea Domestici hanno incontrato il pubblico per raccontare il loro personaggio e raccoglierne le impressioni. 

Bartoli ha voluto per prima cosa spiegare il progetto dietro Alice Dark. L'idea era quella di proporre una storia in continuo divenire, dagli infiniti soluzioni e sviluppi. Infatti il fumetto racconta le vicende di una adolescente che viene “rapita” apparentemente da un computer e finisce in un mondo virtuale. Da quel momento viaggerà in lungo e in largo per il web. Una trovata ha aggiunto il suo sceneggiatore, che permette di far interagire la protagonista, praticamente con qualsiasi personaggio e situazione storica o fantastica.

Domestici ha invece sottolineato l'ottima risposta del pubblico, soprattutto femminile. La serie non è orientata alle giovani lettrici nello specifico, è una serie per entrambi i sessi e per tutte le età, ma le ragazze che hanno accolto positivamente la nuova pubblicazione Aurea sono state davvero tante. Salutando  il risultato con soddisfazione, ha voluto aggiungere che il pubblico femminile legge poco il fumetto italiano, se si esclude Dylan Dog, è molto orientato verso i manga e raccogliere consensi dal gentil sesso è importante; le donne, ha continuato, sono lettrici più assidue e continue degli uomini, si immedesimano nei personaggi e sono meno critiche e nerds dei maschi, ha concluso scherzando il disegnatore, che comunque ha voluto spiegare il successo con l'assoluta libertà del fumetto in se e della protagonista e soprattutto con lo stile gotico, “timburtiano” del tratto (come ne La sposa cadavere), molto amato dalle lettrici.

Bartoli ha replicato che il soggetto ha diverse e svariate chiavi di lettura, che permette una flessibilità totale, compresa quella di trattare argomenti diametralmente opposti, offrendo quindi anche stili diversi e cangianti di tratto e disegni. Quando partì il progetto, hanno spiegato i suoi autori, tre furono le richieste fatte a Enzo Marino, il direttore della casa editrice; assoluta libertà di espressione, un formato nuovo e alternativo al “bonellide”, un fumetto a colori.
Il pubblico sembra aver percepito il messaggio hanno concluso Bartoli e Domestici e il fumetto italiano, aggiungiamo noi, mostra incoraggianti e intelligenti segnali di vita.

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