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Lucca '11: Showcase con Bermejo

Bermejo

Lucca Comics ha sempre ospitato grandi nomi del fumetto mondiale, ma quest'anno è stata particolarmente generosa, qualche nome?
Craig Thompson, Jeff Smith, David Lloyd, Jiro Taniguchi. Il fumetto supereroistico è stato egregiamente rappresentato da Lee Bermejo.

L'artista americano, innamorato dell'Italia, sposatosi con un italiana ed attualmente accasato nel nostro paese, in una lunga, piacevole chiacchierata con Luca Valtorta (XL Repubblica) e Diego Malara (XL e Panini), ha raccontato dei suoi esordi, l'incontro con Jim Lee, il mestiere di disegnatore di fumetti e l'evoluzione digitale.

Il grande artista e attuale editore della DC Comics è considerato da Bermejo il suo maestro; ha raccontato alla platea la grande crescita professionale che ebbe nello studio di Lee a San Diego, attraverso anche gradi sacrifici e molta disciplina.
Ha quindi ricordato l'esperienza italiana con Jim Lee, della nascita di Gioco Duro a Reggio Emilia, il laboratorio voluto da Lee e creato insieme a Giuseppe Camuncoli, diventato ora grazie al “Cammo” e ai suoi collaboratori un prestigiosa scuola di fumetto internazionale.

Bermejo, che tra parentesi parla un ottimo italiano, è poi passato a parlare, sotto le domande puntuali di Malara, della sua nuova fatica, Batman Noel, che come sappiamo è in uscita in questi giorni negli States. Dopo il suo indimenticabile Joker, scritto da Brian Azzarello, ha spigato l'artista americano, sentiva il bisogno di lavorare ad un soggetto diametralmente opposto, addirittura a favole per bambini, da lì, ha continuato, è nata l'idea di scrivere e disegnare Batman Noel, un adattamento e un omaggio a "A Christmas Carol" di Charles Dickens.

L'autore è quindi passato a spiegare lo strumento che stava utilizzando dal vivo per disegnare, mentre parlava al pubblico. Ora la tecnologia, ha detto, permette tramite penna ottica di disegnare direttamente sul display e software e strumenti specializzati e professionali  permettono di utilizzare lo schermo come un qualunque foglio. Bermejo ha voluto precisare che non può fare a meno del contatto con la carte e la matita, il computer è fondamentale per giocare con gli adattamenti, le correzioni e offre una miriade di possibilità e di variazioni sul tema facendo risparmiare ore di lavoro, ma egli preferisce sempre solo abbozzare in digitale per poi completare e rifinire a mano.
Ha voluto concludere con una confessione, imbarazzante ha aggiunto; i suoi tempi di consegna. Quando mediamente un artista di supereroi produce una ventina di pagine al messe, lui riesce a farne meno di 10, per questo ha affermato non gli è possibile dedicarsi a serie regolari ma preferisce lavorare su graphic novel; se i risultati sono quelli prodotti fino ad ora, è stato il pensiero unanime della platea, siamo disposti tutti a tollerare la lentezza di Bermejo.

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