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Mercenari, violenza e morte. In una parola: Crossbones

CrossbonesUno dei momenti più sconvolgenti della Casa delle Idee da qualche anno a questa parte è stato l’assassinio di Steve Rogers: incarcerato dopo gli eventi di Civil War, viene ferito a morte (o quasi… come nella migliore tradizione Marvel) dal proiettile di un cecchino, salendo la scalinata del tribunale che lo avrebbe dovuto giudicare. Il dito che ha premuto quel fatale grilletto appartiene a uno dei più efferati e immorali criminali che abbiano mai incrociato la strada della Sentinella della Libertà: Brock Rumlow, il mercenario mascherato meglio noto come Crossbones.

A questo storico avversario di Capitan America è dedicato il primo di una serie di one-shot per festeggiare i settant’anni dell’eroe a Stelle e Strisce. Ai testi ci sarà William Harms, già conosciuto per la serie Impaler, sotto etichetta Image, mentre alle matite troveremo Declan Shalvey, che sulle pagine di Thuderbolts ha già avuto modo di trattare con il villain in questione. Crossbones, infatti, è stato arrestato da Bucky Barnes durante la tentata fuga dal luogo dell’omicidio di Cap e, dopo aver passato qualche tempo in carcere, ha provato a riabilitarsi nelle fila dei Thuderbolts. Il mercenario si è rivelato, però, un compagno troppo ostico anche per i sicari di Norman Osborn, che lo hanno presto cacciato dal gruppo. È dopo questi avvenimenti che lo ritroveremo in Capitan America e Crossbones, con una missione impossibile da rifiutare diretto su un isolotto del Mar Caspio.

Harms si è trovato a suo agio a descrivere il carattere e la psiche di un uomo estremamente violento, per molti versi in empatia con il Vlad Tepes di Impaler. “Anche la persona più brutale ha una sua etica, per quanto essa possa essere distorta o folle”, spiega l’autore. “Mi sono basato su questo presupposto per raccontare Crossbones: vede il mondo come un posto crudele e spietato e semplicemente si sente giustificato a restituire tutto il male che gli è stato fatto. Si tratta solo di un psicopatico o c’è un barlume di umanità in fondo al suo animo nero?”. Nella storia comparirà, seppur brevemente, anche Cap, che sarà una presenza costante durante tutta la narrazione, un pensiero fisso con cui Rumlow dovrà fare continuamente conto.

Per Shalvey tratteggiare Crossbones è stato una gioia, visto che in Thuderbolts il mercenario mascherato era il suo personaggio preferito. “È il mio primo lavoro con un villain, ma non posso dirmi sorpreso di essere stato ingaggiato per questo fumetto: i suoi toni fra l’horror e il thriller si sposano bene con il mio stile cupo e questo genere di storia mi permette di usare ombre e inquadrature per creare l’atmosfera dark adatta. Disegnare questo one-shot è stato entusiasmante, soprattutto perché sono un grande fan di Ed Brubaker [l’attuale autore di Capitan America, n.d.r.] e del suo lavoro sulla serie”.

In conclusione, gli autori si dicono speranzosi per il futuro di questo interessante personaggio, che ha ancora molto da dare in termini di esplorazione narrativa: “Crossbones è il villain che amerete odiare (o odierete amare) e in 28 pagine vi farà spaventare, ridere e pregare per averne ancora. Dategli una chance”.

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