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Reportage Napoli Comicon

REPORTAGE: NAPOLI COMICON 2004
a cura di Marco Rizzo
con Fabio Maglione, Matteo Losso, Stefano Perullo. Si ringraziano Nico Blunda e Carlo del Grande

E’ già passata una settimana e ancora ho lo zaino pieno di roba, tra carpette, disegni, copie di ComicUS Poster e volantini vari. Ancora una volta mi è rimasto un buon ricordo di Napoli Comicon. Tantissimi ospiti, una concezione del fumetto che porta rispetto e dignità (lontana dall’accanimento commerciale delle ultime lucca), tavole esposte di enorme attrattiva (su tutte, due Bilal meravigliosi), un’area pro confortevole e rilassante. Per non parlare della splendida compagnia: amici come Nico, Karlito, Daniele, Stefano, Danilo, Diego, Tito.
Ma…
Ma c’era tanta disorganizzazione nelle piccole cose, specie i primi giorni. Pareva che le numerose hostess avessero solo la funzione di belle statuine, visto che chiedere loro un’informazione era come chiederle ad uno degli spessi muri di Castel Sant’Elmo (sede prestigiosa ma freddissima). Questi addetti sono presi dalla strada due ore prima e lì catapultati? Possibile che ancora sabato pomeriggio c’è chi tra di loro non riesce ad indicare dove si trova una data mostra?
Effettivamente non è stato facile orientarsi: la mostra è stata dislocata su due piani per motivi tecnici: come si è potuto constatare la domenica, la pioggia si infiltra dal tetto. Alcune aule sono diventate inagibili e si è dovuto comunque ripiegare occupando anche il piano superiore del castello, in parte scoperto (e sabato e domenica, tra vento e pioggia, è successo di tutto: credo pure di aver prestato il mio scassatissimo ombrello al povero Rosenzweig). Chi ne ha patito di più è chi ha usato la sala conferenze: giustamente alcuni autoroni francesi si sono rifiutati di incontrare i lettori stipati come sardine in una stanzetta, dall’audio, tra l’altro, pessimo. Tutto troppo dispersivo, insomma, e chiedere chiarimenti ai ragazzi con la maglia rossa con la scritta Comicon era una sfida contro la fortuna: 1 volta su tre ti capitava di beccare chi conoscesse la strada, 1 volta su 10 si aveva la fortuna di incontrare l’incasinatissimo Alino (che approfitto per ringraziare per la disponibilità e gentilezza) che avrà sicuramente dovuto fare fronte a mille imprevisti.
L’ufficio stampa, poi, era imbucato in quella che doveva essere la Nera Torre della Tortura: sono riuscito a trovarlo solo grazie ad una collega incontrata nell’ascensore che vi lavorava.
Napoli Comicon, lo scorso anno, è stata una soddisfazione quasi totale. Quest’anno, forse per il cattivo tempo, forse per problemi di coordinamento, ha un po’ lasciato a desiderare nelle piccole cose. Ma nonostante queste lamentele (che comunque credo colpiscano poco il visitatore occasionale) resta a mio parere la fiera del fumetto italiano con maggiore attenzione per il medium in quanto arte, che riesce a catalizzare la presenza di autori (e spero in futuro anche di lettori) da tutta Italia e dove si respira, nonostante il caos (comunque manco minimamente paragonabile all’infernale casino lucchese), un’area di intimità e familiarità, che magari non farà bene alle vendite, ma di certo fa bene al fumetto.

Un’ultima curiosità: il direttore della prestigiosa fiera di Angouleme ha detto, durante i Premi Micheluzzi, che il loro unico referente italiano è ormai Napoli Comicon. Credo sia il complimento migliore che Alino, Luca Boschi, e tutti gli alti ragazzi coinvolti nell’organizzazione potessero ricevere.

La conferenza di ComicUS.it

I premi Micheluzzi

Fumetto e BD a confronto

News dagli autori

News dagli editori

Indiscrezioni dalla Paninicomics





Foto dalla mostra dedicata agli autori francesi e agli italiani in Francia.











Immagini dall'area dedicata agli espositori e alle case editrici.








Marco Rizzo
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