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SUPERMAN - 65 anni più veloci di un proiettile Parte 1

UNA NOTTE, DUE SIGNORI...

Pensate a tutti i supereroi di cui leggete le avventure. Adesso cercate di immaginare un periodo in cui non esistevano... Difficile? Può darsi. Ma è proprio quello il periodo in cui i giovani Jerry Siegel e Joe Shuster vivevano e scrivevano i loro primi lavori (principalmente racconti di fantascienza).
Naturalmente i fumetti c’erano, e avevano circa tre decenni di vita: FLASH GORDON, THE PHANTOM, MANDRAKE e molti altri erano popolarissimi e rappresentavano le letture più amate dai due autori, unitamente ai romanzi di fantascienza e alle pulp stories. Superman fu il risultato dell’alchimia di tutti questi elementi. Siegel e Shuster lavoravano insieme già da anni e l’idea di Superman venne loro durante una notte di luna piena, passata a pensare e a disegnare la prima avventura.
In realtà, l’idea di un “Superuomo” l’avevano già avuta nel 1933, scrivendo il racconto Reign of the Super-Man, con protagonista un alieno calvo e pericoloso che non aveva niente in comune con il nostro Azzurrone, ma i primi tentativi per la creazione di un Superman simile a quello odierno arrivarono un anno dopo, in quella famosa notte di luna piena. Chi conosce Superman (tutti, immagino) potrebbe credere che il personaggio abbia avuto successo sin dal momento della sua creazione. Non è così.
La prima storia dell’Uomo d’Acciaio uscì su ACTION COMICS 1 del 1938; i due scrittori, però, avevano creato il personaggio quattro anni prima! Nessun editore lo aveva voluto, perché troppo diverso dai fumetti dell’epoca. La delusione era stata tale che Shuster aveva distrutto tutte le tavole del primo racconto, eccetto la copertina, salvata da Siegel.
Il caso volle che nel 1938 la National Comics (attuale DC) aprisse ACTION COMICS, nuova serie a fumetti, senza tuttavia avere niente da pubblicare al suo interno. Siegel e Shuster videro quindi il loro lavoro finalmente premiato con la pubblicazione per pura fortuna, semplicemente perché erano i soli che avevano qualcosa da mostrare all’editore.
Nei primi tempi il supereroe di Siegel e Shuster non appariva in tutte le cover, ma quando l’editore notò che gli albi con Superman in copertina erano quelli più venduti, ACTION COMICS iniziò a mostrare regolarmente il personaggio sulle sue cover. Il Superman originale aveva pochi elementi in comune con quelli successivi: in ACTION COMICS 1 debuttava Lois Lane, il suo eterno amore, e già in quella prima storia erano citati i signori Kent e la distruzione di Krypton, il suo pianeta d’origine, ma le somiglianze finivano lì. Inizialmente Clark Kent (nome derivato da quelli di Clark Gable e Kent Taylor, due dei più popolari attori dell’epoca) lavorava non per il “Daily Planet” ma per il “Daily Star” di George Taylor e personaggi come Perry White e Jimmy Olsen sarebbero comparsi rispettivamente solo nel 1940 (SUPERMAN 7) e nel 1941 (SUPERMAN 13). Anche i poteri di Superman erano diversi dagli attuali, più ridotti: l’Azzurrone, infatti, poteva solo compiere grandi salti ed era invulnerabile, mentre per abilità come la vista a raggi x e il volo avrebbe dovuto attendere ancora un po’. I principali avversari di Superman erano di solito spie e gangsters, ma ben presto cominciarono ad arrivare i primi supercriminali, gente come l’Ultra Umanità (ACTION COMICS 13, 1939), Lex Luthor (ACTION COMICS 23, 1940), Mr. Mxyzptlk (SUPERMAN 30, 1944) e il Burlone (ACTION COMICS 51, 1942).
La popolarità dell’Uomo d’Acciaio divenne ben presto così elevata che il pubblico non si accontentò più delle sue storie pubblicate nell’antologico ACTION COMICS e la DC aprì nel 1939 la nuova serie intitolata semplicemente SUPERMAN, tutta dedicata a lui. Per la prima volta dalla nascita dei comic book, in copertina compariva il titolo del protagonista.
Oltre che del nuovo periodico dell’Azzurrone, che nei primi numeri ristampava storie già apparse sulla testata principale, Siegel e Shuster si occupavano anche delle strisce di Superman destinate ai giornali. La stessa prima avventura dell’eroe era stata concepita per apparire nel formato classico della strip, quindi i due autori avevano già una certa esperienza nel campo e per anni portarono avanti le strisce del loro eroe (mentre nei comic books, a causa del troppo lavoro, iniziarono a farsi aiutare da alcuni assistenti come Jack Burnley).

1 - continua


Francesco Vanagolli
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