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Mazinga Story - parte 1

Mazinga Story – parte 1.
LE BATTAGLIE DEL BARONE ASHURA (MAZINGA Z EP.1/33).

di Andrea "Tetsuyatsurugi" Marchino


“Finalmente per me è giunta
l’ora di conquistare il mondo!"
(Dottor Inferno, 3 Dicembre 1972)



Dopo il prologo precedente arriviamo di volata al primo blocco di puntate della ormai classica serie tv di Mazinga Z, e anche qui ci vogliono giusto un paio di premessine:
_In Italia le serie di Goldrake e Mazinga come molti sanno sono arrivate in ordine inverso (prima Goldrake, poi il Grande Mazinga e infine Mazinga Z); oltretutto la serie di Mazinga Z non solo andò in onda dopo le altre ma gli ultimi 36 ep. rimasero inediti (a quel tempo, primi Anni ’80, i cartoni giapponesi erano fatti oggetto di furiosi attacchi perché ritenuti diseducativi; non mi dilungo sul problema perché se no non ne usciamo più, fatto sta che la Rai che aveva lanciato la moda con Goldrake adesso si trovava tra le mani la patata bollente di Mazinga Z per cui, sul più bello, lo troncò con la puntata 56).
_Il fatto comunque di arrivare dopo robottoni iperbolici come Goldrake o lo stesso Grande Mazinga giocava (in termini di appeal e popolarità) a sfavore di un Mazinga Z che in Giappone aveva spopolato ma che qui in Italia non reggeva benissimo il confronto con gli altri due essendo inizialmente più lento, più pesante (manco volava) e meno armato (e non potendo vederne l’evoluzione completa fino alla fine è chiaro che il giudizio è ancora più negativo di quello che in realtà dovrebbe essere).
_Sebbene gli ep. trasmessi in Italia vadano dall’1 al 56, cinque sono rimasti comunque inediti (mistero sul perché; alcuni sono anche fondamentali come quello in cui compare Minerva X, la versione femminile di Mazinga Z), per cui alla fine gli ep. doppiati furono in tutto 51.
_Infine una curiosità sul nome del protagonista Koji Kabuto; la serie di Mazinga Z approdò nel ’75 in Spagna ed ebbe un grandissimo successo anche li (dove peraltro la trasmisero tutta), solo che tra le altre cose sembra cambiarono il nome di Koji in Ryo (forse più familiare per gli spagnoli).
Dalla Spagna la serie venne offerta alla Rai proprio in quegli anni ma venne rifiutata perché si trattava di un qualcosa ancora completamente nuovo.
Un anno dopo però in Francia Goldrake ebbe un successo stratosferico e la Rai si decise; dopo il successo anche in Italia di Goldrake e la corsa a doppiare tutti gli anime che si poteva da parte di distributori diversi, presero anche Mazinga Z che debuttò nel Gennaio del 1980 (come detto nel prologo).
Il problema è che lo stesso personaggio, Koji, finiva per comparire in due serie diverse con due nomi però totalmente inventati, Alcor (in Goldrake) e Ryo (in Mazinga Z), passando come due personaggi diversi.
Per la cronaca nel Grande Mazinga compare nelle ultime puntate e viene citato nelle prime e lì si chiama col suo nome originale, così abbiamo tre personaggi diversi che invece son sempre lo stesso.
La cover del numero 11 di Manga Classic è significativa in tal senso visto che ritrae Koji/Ryo/Alcor con sullo sfondo tutti i mezzi che ha pilotato ovvero Mazinga Z, il Grande Mazinga (anche se solo nel film “Mazinga contro Goldrake”) e il piccolo “ufetto” che usava all’inizio della serie di Goldrake, il TFO (successivamente avrebbe pilotato il ben più grande Goldrake 2/Double Spacer e in una puntata anche il JFO).
Un’ultima curiosità riguarda il suo doppiatore ovvero Claudio Sorrentino, all’epoca semisconosciuto (e oggi forse altrettanto come popolarità), ma sua è l’inconfondibile voce prestata a Mel Gibson!

Tornando alla storia di Mazinga Z, avevamo lasciato il Dr. Hell sull’isola di Bados a completare i suoi mostri meccanici quando viene a sapere di tutte le scoperte di Juzo Kabuto e ovviamente decide di eliminarlo.
Le prime scene della prima puntata sono importanti perché:
1) Vediamo per la prima volta il suo sottoposto, il barone Ashura, ambigua figura metà uomo e metà donna
(la cui origine è narrata nel prologo) che aveva la caratteristica UNICA di essere doppiato da due voci assieme (ovvio no, un maschio e una femmina). I due doppiatori erano Laura Gianoli e Antonio Colonello e rendevano (anche in italiano) “l’unicità” (proprio perchè “doppio”) di questo personaggio; spesso alcune scene partivano dall’inquadratura del profilo sinistro da cui si udiva parlare l’uomo, poi l’immagine si allargava al volto per intero e parlavano entrambi sovrapponendosi perfettamente e infine si stringeva solo sul lato femminile (e parlava solo la donna).
Questa ripresa particolare era stata studiata apposta e dava un tocco veramente spettacolare al personaggio (che entrò guarda caso subito nelle grazie dei fan nipponici).
2) Nelle prime sequenze compaiono anche i primi due robot di tutta la serie, ovvero i due mostri meccanici Garada K7 e Doublas M2 che vengono affidati dal Dr. Inferno al Barone per portare a termine la sua prima missione (ovvero uccidere Kabuto e cominciare il piano di conquista del Giappone distruggendo Tokyo!). Un record, e meritano una menzione d’onore, sicuramente sono tra i “robottoni” nemici più classici e poi sono i primi in assoluto, ancora oggi vengono ricordati con nostalgia da tutti gli appassionati.
3) L’investitura del Barone Ashura avviene in maniera spassosissima - “Barone Ashura, la investo con questa CANNA DI RODI…”.
Casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi su cosa si fosse fumato il Dottor Inferno…
La “Canna di Rodi” era poi solo un bastone con due punte e un pomello centrale che serviva a controllare i mostri meccanici, ma oggi come oggi una frase del genere si presta a parecchie ambiguità.

Come abbiamo però già visto Ashura riesce ad uccidere il Dr. Kabuto ma non si accorge che Mazinga Z è bello pronto giù in cantina; al che arrivano Koji con suo fratello Shiro che possono solo constatare l’esplosione della villa del nonno e le sue condizioni critiche.
Le ultime parole di Juzo Kabuto sono per indicare il nascondiglio di Mazinga Z.

Due appunti sulle sue ultime parole (riprese nell’introduzione al prologo di questa Mazinga Story):
1) “…il robot è perfetto, NON c’è nulla da correggere o modificare”.
In realtà il robot così com’è non andrà lontano e le prime modifiche cominceranno ad arrivare da li a poco.
Poi, parliamoci chiaro, manco volava, un paio di ali non gliele vogliamo proprio fare?
2) La storia di essere un dio o un demone è invece la BASE (o comunque uno dei grossi pilastri, come accennavo nel Prologo) su cui Nagai poggia tutta la serie (e molte di quelle future).
C’è infatti una sequela di giochi di parole dovuto alla diversa traslitterazione dagli ideogrammi giapponesi dei nomi dei protagonisti e del robot per cui abbiamo una simbologia parecchio curiosa; lo stesso nome di Mazinga può voler dire dio o demone in quanto deriva dalla parola giapponese “majin" con "ma" che significa "demone" e "jin" che significa "dio".
3) L’ultralega o superlega Z è stata inventata dal professor Kabuto ottenendola dall’elemento Japanium, scoperto in uno strato dell’era glaciale, ed esiste solo nella zona del monte Fuji (ma guarda un po’!). L’energia fotoatomica è –“energia/luce prodotta dalla scissione del Japanium”.
Insomma, Mazinga Z è al CENTO PER CENTO Made in Japan /Originale Giapponese DOC!!

A Koji e Shiro non resta quindi che provare a pilotare questo gigantesco robot tramite “l’hoover pilder” ovvero l’aliante slittante come ribattezzato in Italia, un apparecchio in grado di alzarsi in volo e di agganciarsi sulla testa del robot.
“Piccola conoscenza, grande pericolo!”- dice Shiro al fratello.
“Se qualcuno può farlo, posso farlo anch’io!!” ribatte Koji!
Inutile dire che a calci e spintoni alla fine Koji riesce ad agganciarsi e da lì in poi per il Dr. Hell e i suoi piani di conquista saran dolori.
Sebbene inespertissimo infatti, Koji riesce a far fuori i primi due mostri meccanici, anche se, dobbiamo dirlo, il merito è quasi totalmente della supercorazza di Mazinga Z.
Si stabilisce così il primo nucleo del cast, il Dr. Hell con Ashura da una parte, Koji e Shiro “adottati” in pratica dall’Istituto di Ricerche Fotoatomiche nella persona del prof. Yumi (ex-collaboratore e successore del prof. Kabuto) dall’altra; non dimentichiamoci poi sua figlia Sayaka (futura fidanzata di Koji e pilota del primo robot femminile della storia dell’animazione, ovvero Afrodite A) e altri tre scienziati che contribuiranno alle modifiche future del robot ovvero Sewashi, Nossori e Morimori (che appunto morirà, unico dei tre, nell’ep. 79 “Un secondo prima dell’esplosione”).

Il risultato delle prime disfatte è che in un impeto di furia il Dottor Inferno si distrugge da solo tutti i mostri che già aveva preparato nell’ep. 3!
Così, se per caso avesse voluto attaccare in massa Mazinga s’è giocato da solo l’esercito…
L’ep. è importante anche per l’apparizione di Boss e dei suoi due inseparabili amici Nuke e Mucha, tre sciagurati al prezzo di uno, amici tutti di Sayaka (per la quale Boss sbava!), questi tre loschi figuri romperanno le scatole da qui fino all’ultimo ep. della serie del Grande Mazinga (più due comparsate d’onore nientemeno che in Goldrake negli ep. 14 “Festa di Capodanno” e 31 “Un robot per Alcor”), avendo anche la bella idea di costruirsi un robot in proprio per competere con Koji.
Boss Robot appunto, assemblato mettendo assieme scarti e rottami (e infatti un catorcio è).
Molti li ricordano con simpatia e nostalgia…io un po’ meno…

Tornando al Dottor Inferno, curiosamente, dopo aver bruciato letteralmente miliardi nel cesso, viene aiutato a rinsavire da Ashura e si rimette a costruire diabolici marchingegni, solo che, come si dice “pazzo si ma scemo no”, per cui visto che i soldi comunque non crescono sugli alberi, manderà Ashura in missione per recuperare materiale “ferroso” per i suoi mostri.
Ashura compirà devotamente la missione affondando un sacco di navi e di aerei e uccidendo anche di persona i vari equipaggi di cui recupererà i cadaveri per farne altre Maschere di Ferro.
Purtroppo questo ep. non apparirà in questi termini nella serie tv (dove però incontriamo lo stesso mostro meccanico, Gorongo S2, nell’ep. 13 “Una gara di pupazzi di neve”) ma solo nel manga di Ota (in Italia su Manga Classic 2, Aprile 1992, della Granata Press).
Importate comunque la cura per certi particolari usati per dare più realismo e credibilità alle vicende (e se talvolta in tv si sorvola su questo o quel dato ecco che nel manga poi vengono invece ripresi; peccato che non sarà sempre così).

Proseguendo nella lotta senza quartiere incrociamo nell’ep. 9 il mostro meccanico Deimos F3 che merita di essere menzionato perché “componibile”!
Un concetto che Nagai userà per il robot protagonista di una serie ben più famosa ovvero quel “Jeeg Robot d’Acciaio” che anche qui in Italia ebbe (ed ha) un grosso seguito, non prima però di aver usato un altro mostro meccanico con le stesse caratteristiche (Belgas V5 dell’ep. 25 “La cattura di Afrodite A”, e un altro ancora nell’ep. 68, Scheletro 07).

Sempre correndo sulle ali dei ricordi arriviamo all’ep. 16 “Glossam, il terrore dei mari”; Glossam X2 è un mostro meccanico subacqueo che affonda un sacco di navi per attirare Mazinga in uno scontro sott’acqua (dove chiaramente sarebbe in palese difficoltà).
Ma ecco che nel medesimo ep. fa la sua comparsa anche il Dottor Gordon, uno dei più grossi esperti nella costruzione di robot (guardacaso) e grande amico di Juzo Kabuto che manco a farlo apposta accetta di collaborare con Yumi per revisionare e modificare Mazinga Z in modo che possa combattere anche nell’elemento marino (in realtà Glossam aveva affondato la Queen Mary a bordo della quale c’era sua moglie che purtroppo perisce nel naufragio mentre si salva solo la figlia).
Interessante Mazinga nell’hangar che viene letteralmente “aperto” per consentire le modifiche (che consisteranno essenzialmente nel montaggio di due “Razzi Fotonici” sotto i piedi, atti a dare la spinta propulsiva al robot quando è sott’acqua e torneranno utili in futuro anche per consentirgli di saltare abbastanza in alto per potersi agganciare con le ali; ovviamente verrà anche reso totalmente impermeabile alle infiltrazioni).
E il Barone Ashura perde un’altra volta…

La lotta però continua con Hell che non si arrende e, bisogna ammetterlo, ne escogita una più del diavolo per riuscire ad aver ragione del suo avversario; ricordiamoci che lui vuole conquistare il mondo ma è anche vero che ha una questione d’onore in sospeso coi Kabuto (ormai è una faida a livello famigliare).
Deve conquistare il mondo, ma altrettanto fondamentalmente DEVE battere Mazinga.
Si inventa quindi un robot volante supersonico Jinrai SL che scarica fulminazzi come se piovesse.
Mazinga Z è battuto ma nella successiva rivincita, grazie alla scaltrezza del pilota (bisogna riconoscerlo), salendo col robot in cima ad una collina riesce a sfuggire all’ultimo attacco nemico con una capriola all’indietro finendo per brancare Jinrai; una volta riportatolo a terra avrà buon gioco nel distruggerlo.
Sebbene il primo mostro volante sia Diabolicus X1 dell’ep. 18 (intitolato appunto “Il mostro volante”), i primi veri grossi problemi iniziano proprio in questo ep. 24 “L’attacco del robot supersonico” una sorta di salto di qualità (in tutti i sensi) per Mazinga; come già detto in precedenza nelle prime puntate il robot si presentava, anche per colpa del pilota inesperto, lento e pesante, i fan a gran voce chiedevano che potesse volare benchè Nagai nella sua versione originale di Mazinga Z (ripresa proprio ultimamente in Mazinkaiser) non l’avesse previsto (lo riteneva poco realistico).
D’altro canto la serie si evolveva e inventarsi robot volanti non poteva che essere una scelta strategica obbligata per il Dr. Inferno (e di rimando per i suoi avversari).
Era quindi categorico che alla fine anche Mazinga si aggiornasse in tal senso, anche perché una volta la puoi ancora sfangare, ma alla lunga…

Alla lunga il Dr. Inferno inizierà a mandare all’attacco altri mostri meccanici volanti (ep. 25/31), ma è con Cerberus J3 dell’ep. 32 intitolato appunto “Cerberus J3, il robot a tre teste” che Mazinga Z vede di nuovo da vicino l’ombra amara della sconfitta; il mostro meccanico volante colpisce una città, Mazinga Z corre in suo soccorso e il mostro riparte verso un’altra.
Per farla breve, a furia di correre Mazinga fonde il “motorino” (e gli si sbiellano le anche)!
Sembra una sconfitta irreversibile ma anche in questo caso a Koji viene in mente l’idea risolutrice; dotare Afrodite A di due missili particolari più grossi del normale (ricordiamo che Afrodite A essendo femminile aveva la curiosa caratteristica di sparare due missili dalle tette)!
Ovviamente Sayaka è contrarissima perché così il robot sembra parecchio sconcio, ma il risultato finale è che acchiappando i missili al volo e premendo un tasto posto su di essi per aumentarne la velocità, finalmente Mazinga Z VOLA!!
E che volo, tutta la sequenza è sottolineata da una colonna sonora in crescendo veramente coinvolgente, rendendo questa puntata ancora più fondamentale.
Raggiunto Cerberus e costretto ad atterrare ruotando i razzi verso il basso, sarà uno scherzo per Mazinga fare a pezzi il robot distruggendo i suoi motori col missile centrale (disegnato per l’occasione in maniera più verosimile del solito e cioè con dimensioni non spropositate) per poi finirlo a mani nude.

Merita poi una menzione particolare l’ep. 27 “Ryo contro Ashura; faccia a faccia” nel quale compare il mostro meccanico Dina U5 (ribattezzato nel doppiaggio italiano chissà perché Dina V5, e si che la lettera V è l’unica scritta in caratteri occidentali quando compare il nome giapponese del robot); questo mostro, in assoluta contro tendenza con i precedenti e anche con tutti quelli successivi avrà una caratteristica unica e cioè la possibilità di essere pilotato direttamente da un essere umano e non solo controllato a distanza come era stato fino ad ora e sempre sarà in futuro (salvo rarissime eccezioni).
L’idea del Dottor Inferno, dopo le continue sconfitte patite è che –“Mazinga Z è forte perché unisce l’elemento umano con quello meccanico”- per cui per batterlo occorre attrezzarsi in egual modo; il pilota non può che essere Ashura che giura di combattere in prima persona fino alla sconfitta di Mazinga (e se per caso invece fosse lui a perdere? Lo dico perché non si sa mai…).
La battaglia comunque è durissima, anche perché Koji venendo ferito agli occhi è costretto a combattere alla cieca e viene guidato a voce da Sayaka su Afrodite A, la quale viene però messa subito fuori gioco.
Tuttavia, manco a dirlo, dopo una serie di rocambolesche vicissitudini Mazinga la spunterà anche questa volta e Ashura dovrà fuggire con la classica “navicella di salvataggio” scappatoia molto comune anche in altre serie (escamotage divenuto quindi famosissimo e che forse proprio in questa puntata fa una delle sue primissime se non la prima in assoluto apparizione).
Le sconfitte riportate comunque da Ashura dopo così tante puntate cominciano a farsi sentire (già da un bel po’ per la verità) e fonderanno un altro dei motivi classici più ricorrenti di queste serie, ovvero i siparietti comici tra i vari cattivi; solitamente il più alto in grado o il capo, manderà avanti i proprio sottoposti minacciandoli di non fallire (pena la morte!) e i subalterni (convinti) rassicureranno che la situazione è perfettamente sotto controllo e la vittoria è in tasca.
Purtroppo fatalmente finiranno per perdere, e non solo una volta, al che al ritorno verranno attesi da punizioni indicibili (in realtà dovevano essere fatti fuori, ma si andrà sempre avanti per un tot di puntate prima di defenestrare definitivamente il malcapitato sottoposto).
Nella fattispecie, Ashura dopo la fallimentare missione dell’ep. precedente verrà frustato ben bene all’inizio di quello successivo (con un sadico Dottor Inferno che insisterà affinchè le frustate siano più forti e più forti ancora!).
Altrettanto classico il riscatto finale –“Perdonatemi, la prossima volta vincerò!” - “Va bene, ma non fallire più se no…”.
Se no magari ci puoi riprovare ancora per venti o trenta puntate…

Intanto il tempo del Jet Scrander (le affilatissime ali in superlega per Mazinga Z) è arrivato…

Nella prossima parte!
1) Mazinga Z vola per la prima volta con le nuove ali nel’ep. 34.
2) Mazinga Z vola sempre per la prima volta (!) con le nuove ali nel primo film a lui dedicato in team-up con Devilman!!!
3) Ma che c’entra Devilman con Mazinga Z?! Vedrete, vedrete…
4) Minerva X, la “donna” di Mazinga Z (e la gelosia di Afrodite A).
5) Nuove armi, nuovi nemici…un nuovo, GRANDE, Mazinga…

La saga continua…stay tuned…


Marco Rizzo
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