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Anteprima Jonathan Steele 12/14


E così ci siamo: a un anno circa dall’inizio della sua seconda vita editoriale presso la Star Comics, Jonathan Steele è giunto al nodo cruciale che i suoi più vecchi e fedeli lettori aspettavano sin dall’inizio: il collegamento fra la vecchia serie e questa nuova.

Per me che questo collegamento l’ho ideato e seguito da più di un anno a questa parte è come una liberazione: con il giudizio dei lettori, finalmente saprò se l’idea che ho avuto (e che, lo ammetto, a me tuttora sembra molto buona) funziona oppure no. E’ un’idea piuttosto “radicale” e, come spesso avviene quasi mio malgrado, alla fine esprime anche una precisa filosofia. Per questo motivo ho anche messo in conto, fra le reazioni, una buona dose di proteste e di rimostranze da parte di alcuni lettori. Quello che non so è quanti saranno e che cosa decideranno di fare dopo aver letto il terzo capitolo di questa trilogia. Mi rendo perfettamente conto che avrei potuto fare scelte più “comode” e rassicuranti, che in generale avrei potuto essere più ruffiano con questa seconda serie. Ma questo è un lavoro che si fa perché ci si crede, perché si vuole raccontare qualcosa che, per il narratore, è importante. E’ un lavoro che si fa per passione, non per convenienza (se si desidera la ricchezza, consiglio altre strade!), e quindi non avrei potuto mai scrivere storie tese solo ad accontentare il pubblico. Non con Jonathan, Myriam e Jasmine soprattutto. E poi mi sarei annoiato io per primo, figuriamoci i lettori!
Perciò, se quando aprite un albo a fumetti, oltre alla legittima dose di evasione e divertimento, cercate emozioni, il piacere della sorpresa e sviluppi inaspettati, allora questa trilogia (e Jonathan Steele in generale) è quel che fa per voi. Ma se invece cercate qualcosa di diverso da ciò che scrivo (e da come lo scrivo), allora dovrete rivolgervi altrove, e amici come prima. Il giorno in cui non potrò più mettere me stesso dentro il mio lavoro, dovrò trovare qualche altro modo per vivere.

Due parole vorrei spenderle sui disegnatori che hanno realizzato questi tre albi. Alcuni di loro (Sergio Ponchione, Stefano Martino, Teresa Marzia & Jacopo Brandi) sono miei collaboratori e amici ormai da anni, e non credo che potrei fare loro qualche complimento che già non abbia fatto in passato. Con Marco Checchetto, Vito Rallo e Gianluigi Gregorini la collaborazione è decisamente più recente, ma la mia soddisfazione per il loro lavoro e l’impegno con cui si stanno dedicando a Jonathan è immensa. Un ultimo ringraziamento, infine, lo devo ad Alberto Ponticelli, che è prontamente e validamente intervenuto ad aiutarci in un momento di crisi, e a Maurizio Rosenzweig, che mi ha messo in contatto con lui. Alberto e Maurizio vivono in mondi fumettistici completamente diversi dai miei (e forse è proprio per questo che ho sempre apprezzato le loro opere), ma la collaborazione con Alberto è stata un esempio di professionalità e armonia, a dimostrazione che la creatività è una dote in grado di conciliare anche gli opposti.
Se questa trilogia, come mi auguro, vi rimarrà impressa nella memoria, sappiate che sarà stato anche per merito di tutti questi disegnatori.
Federico Memola

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JONATHAN STEELE N. 12 - Copertina di Teresa Marzia, Tavole di Sergio Ponchione e Marco Checchetto
















































JONATHAN STEELE N. 13 - Copertina di Teresa Marzia, tavole di Vito Rallo e Alberto Ponticelli

















































JONATHAN STEELE N. 14 - tavole di Gianluigi Gregorini

























AGENZIA INCANTESIMI - Copertina di David Messina, tavole di Sergio Ponchione, Gianni Sedioli, Riccardo Crosa e Strarosti























































Stefano Perullo
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