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Coraline e la porta magica: recensione

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Coraline è una bambina di 11 anni che ha traslocato con i suoi genitori in un vecchio edificio isolato, abitato da bizzarri personaggi; i suoi genitori la ignorano completamente, troppo presi dal lavoro, così la ragazzina decide di esplorare la nuova casa, caratterizzata da un'aria abbastanza lugubre. Dietro una piccola porta nel muro, Coraline troverà un passaggio che la trasporterà in una casa simile a quella originale, ma abitata dall'Altra Madre e dell'Altro Padre della bambina, che le dimostrano un affetto molto superiore rispetto a quello dei suoi veri genitori, ma sono caratterizzati da un paio di bottoni al posto degli occhi. Questo nuovo mondo appena scoperto, all'apparenza molto più attraente e ricco di svaghi, cela però qualche segreto...

Henry Selick porta al cinema un nuovo horror per bambini in stop-motion, dopo aver diretto il film cult "Nightmare Before Christmas" in collaborazione con Tim Burton (che nel frattempo con la stessa tecnica d'animazione ha realizzato autonomamente "La Sposa Cadavere"); questa volta Selick può contare su un altro grande nome, ovvero il Neil Gaiman autore del romanzo originale, qui adattato in maniera piuttosto fedele. I cambiamenti più sostanziosi consistono nella riduzione del ruolo che ha il gatto nero e nell'aggiunta di un personaggio: Wybourne, un ragazzino che accompagna Coraline per buona parte della sua esplorazione, necessario per trasporre al cinema il romanzo senza vedere la protagonista che parla da sola per tutta la storia. Per il resto le atmosfere e le caratterizzazioni del romanzo vengono restituite in modo efficace e molto piacevole, sia per chi vi si avvicina per la prima volta che per chi le aveva già apprezzate nella versione cartacea. L'unica fase un po' lenta è la parte iniziale del film, che impiega un po' troppo tempo a presentare i personaggi per far sì che il pubblico si affezioni a loro, presentando comunque un ritmo narrativo che fa capire agli spettatori di non trovarsi alle prese con un film d'animazione come tanti altri.

Le animazioni in stop-motion sono nettamente migliorate dai tempi di "Nightmare Before Christmas", pur presentando leggere imprecisione che fanno comunque parte di questa tecnica artigianale, contrapponendosi alla perfezione a cui ci ha abituato la computer grafica. Il character design si differenzia molto, in particolar modo per i volti umani, dai disegni di Dave McKean che figuravano nel romanzo, ma il nuovo stile oltre ad essere più vicino agli standard dei cartoon consente una maggiore gamma espressiva ai personaggi.
Buono l'utilizzo del Digital 3D visibile con gli occhialini, pur non essendo particolarmente invasivo e limitandosi a offrire un po' di profondità in più alle scene, venendo però valorizzato in alcune sequenze ad hoc; in particolare i passaggi di Coraline da un mondo all'altro avvengono attraverso un tunnel che allo spettatore sembrerà di attraversare in prima persona grazie alla visione stereoscopica.
Se la versione originale del film poteva contare su doppiatori come Dakota Fanning e Teri Hatcher, gli adattatori italiani hanno preferito non affidarsi a voci vip; il doppiaggio fornisce buone caratterizzazioni per tutto il cast, anche se l'unico personaggio ad avere qualche leggera débacle in certi passaggi è proprio la protagonista, mantenendo comunque una voce accettabile.
Molto suggestiva anche la colonna sonora del compositore francese Bruno Colais, che riesce a creare un perfetto tappeto musicale alle esplorazioni di Coraline per la casa, alternando melodie fatate ad altre decisamente più inquietanti.


Carlo Alberto "Deboroh" Montori
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