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Appunti dal Cartoon On The Bay NON TOCCARE

Si è da poco conclusa la tredicesima edizione del Cartoon On The Bay, il prestigioso festival dell'animazione organizzato da Rai Trade e trasferitosi quest'anno sulla costa ligure, definita da alcuni maldestri editoriali "amalfitana", forse per nostalgia delle edizioni passate, più semplicemente per un divertente refuso.

Dal 2 al 5 di Aprile Rapallo e Santa Margherita Ligure hanno ospitato, nella loro lussuosa cornice, quello che è ormai uno dei più grandi eventi internazionali sull'animazione multimediale e per la televisione. Un'edizione 2009 che verrà ricordata soprattutto per i premi Pulcinella Award alla carriera a Yoshiyuki Tomino, il papà di Gundam, ed a Annette Tison & Talus Taylor, i creatori dei Barbapapà.

Un festival che non sarebbe sbagliato definire podistico, per i chilometri necessari a spostarsi da una location all'altra. Anche passeggiare lungo il suggestivo golfo di Rapallo tende a perdere il suo fascino alla decima, o dodicesima volta. La disposizione così schizzofrenica delle location ha compromesso seriamente la resa di almeno uno dei punti chiave della rassegna, l'auditorium delle Clarisse, luogo chiave per alcune delle principali proiezioni che ha sofferto troppo la distanza dal padiglione principale.

Chi non ha sofferto sono invece i fan, scomposti in un gioioso bagno di folla durante la conferenza del maestro Tomino, a cui è seguita l'immancabile, squisitamente italiana, sessione infinita di disegni ed autografi, che i più burloni hanno interpretato come un tentativo di sciogliere il povero autor nipponico, giocando non troppo velatamente sul significato italiano del suo cognome.

Tra gli eventi più interessanti l'annuncio di Rai dell'acquisizione dei diritti di Code Geass: Lelouch of the Rebellion, il recentissimo successo dello Studio Sunrise, premiato con il Pulcinella Award come studio dell'anno. L'anime verrà trasmesso inizialmente in seconda serata, senza censure, sul canale del digitale terrestre Rai 4. Più avanti verrà programmato un passaggio su Rai 2, per ora non all'interno di un programma contenitore.

Grande rilievo ha avuto anche la conferenza di Talus Taylor. L'autore ha raccontato al pubblico di giornalisti, tra cui sedeva anche il maestro Tomino, la genesi dei Barbapapà, spiegando :

Se non fosse stato per l'Italia i Barbapapà, forse, non sarebbero mai esistiti. Se non fosse stato per quel viaggio del '69, quando portai con me a Bologna i primi bozzetti della serie, probabilmente non saremo qui a parlare. L'Italia riveste una grande importanza nella storia editoriale dei Barbapapà. E' da qui che sono stati stampati e distribuiti nel mondo buona parte dei libri che li riguardano. E' stata tutta una questione di fortuna. Anche il fatto che ancora oggi generazioni intere amino i Barbapapà, e li mostrino ai loro figli, ed ai loro nipoti. E' qualcosa che è successo, ma che non è stato pianificato. Abbiamo avuto la fortuna di realizzare qualcosa in grado di valicare le generazioni. Di fare da ponte tra esse, poggiandosi su forti valori come la famiglia, la casa, l'ambiente. Tutti valori cari ai bambini, che hanno visto la serie da piccoli ed oggi, da adulti, la ricordano riflettendo ancora su di essa. La fortuna degli irlandesi, come diceva sempre mia madre.

Come mai la prima serie animata è stata fatta in giappone?

La serie non è stata fatta in giappone. Tutti gli storyboard sono francesi, li abbiamo fatti io ed Annette e li ho ancora tutti in casa. E' una cosa di cui sono molto orgoglioso. Anche i modelsheet, e buona parte della post produzione, è stata fatta in Francia. Ci siamo avvalsi dell'aiuto di uno studio giapponese, la Poligram che era di Philips, il nostro finanziatore, solo perché un certo tipo di lavorazione costava molto meno se fatto in giappone. E' così ancora oggi, in molti altri campio oltre all'animazione. Barbapapà è però una serie fatta in Francia, e non in giappone. Esistono in realtà sessanta episodi realizzati completamente in Giappone, seppur su nostri storyboard, ma non li avete mai visti, e non li vedrete mai, perché li consideriamo di qualità troppo bassa per esser mostrati ad un pubblico europeo.

Quanto è stata importante l'etica, la morale, nella ralizzazione di una serie così incentrata sui valori basilari, come Barbapapà?

Non è che tentassimo di insegnare particolari valori ai bambini, è un modo di raccontare che è venuto da sé, semplicemente ascoltando, osservando i bambini. Sono loro che decidono quale personaggio rispettare, quale valore è a loro più vicino. Ed è forse questa la principale differenza tra i Barbapapà e le serie di animazione moderne. Oggi non si è più in grado di ascoltare i bambini, o forse non si sceglie di farlo. Noi l'abbiamo fatto, ed è a loro che si deve buona parte del risultato dei Barbapapà. Anche per quanto riguarda la loro forma ed i loro movimenti. Noi adulti ci limitiamo ad osservare, e a copiare quello che ci sta intorno. Anche i grandi artisti del passato, basavano la propria opera su chi li aveva preceduti. Solo i bambini, ed in misura differente gli schizzofrenici, sono in grado di creare dal nulla. Basta mettere loro in mano una matita, ed ecco dei disegni impensabili, frutto del loro genio e di nient'altro. I Barbapapà sono fatti in modo semplice perché anche i bambini li possano disegnare, e cambiano la loro forma per adattarsi meglio a qualsiasi disegno si possa fare di loro. Oggi stiamo sperimentando nuove tecniche di animazione, utilizzando il 3D che è molto affascinante. Però non siamo ancora sicuri che sia adatto. Alcuni bambini non sembra accettarlo bene. Forse proveremo con la plastilina, che è poi il primo strumento con cui abbiamo provato a rappresentare i Barbapapà. Ma non è nulla che vedrete troppo presto. La prossima serie, che si intitola Barbapapà nel mondo, verrà trasmessa in estate su Nikelodeon e parlerà di animali. Ogni puntata un diverso animale.

Che rapporto esiste tra la genesi dei Barbapapò ed il movimento intellettuale dei primi anni 70, in Francia?

Io non sono un intellettuale. In quel periodo ero in Francia come turista, capivo poco quello che mi succedeva intorno, anche per motivi linguistici, sono americano. Ero interessato a quel che vedevo ma non posso dire d'averne fatto parte, ne di averne tratto ispirazione. Forse inconsciamente, ma nulla di voluto. Ad esempio i colori dei personaggi non sono stati studiati a tavolino, sono frutto del caso. All'epoca dei primi disegni avevamo solamente due pastelli, uno rosso ed uno nero. Ci è parso naturale colorare il protagonista con un rosso leggero, quindi un rosa, facendone i contorni neri. Barbamamma, arrivata poco dopo, è infatti nera, perché era l'unico altro colore che avevamo. I figli sono stati colorati utilizzando altri colori base, perché così avrebbero fatto i bambini. Se date loro un set di colori, prima della fine di un disegno li avranno usati tutti. Quindi non c'è nessun collegamento tra i colori dei Barbapapà ed il movimento psichedelico, dell'epoca. Per farvi capire quanto io non sia un intellettuale, anni fa, già vivevo a Parigi, ero solito frequentare la sera i locali della zona di Montparnasse. Una sera incontrai un uomo, che sembrava simpatico, e cominciammo a chiacchierare. Mi chiese cosa facevo per vivere, gli risposi libri. Mi disse che anche lui faceva la stessa cosa. Ci incontrammo diverse volte, continuando a chiacchierare di tutto fuorché del nostro mestiere. Un giorno lo vidi mentre ero in compagnia di un vero intellettuale, che mi chiese se conosevo quell'uomo. Quando gli risposi di sì mi disse che aveva appena vinto un premio Nobel. Era Simon Beckett! Non ebbi più molte occasioni di incontrarlo, prima della sua scomparsa, ma ancora oggi mi pento di aver perso tutte quelle sere a parlare di sciocchezze con Beckett, quando invece avrei potuto fargli ben altre domande. Se fossi stato un'intellettuale, forse mi sarei comportato diversamente!



Davide "Curioso" Morando
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