Menu

Wildstorm, la strada verso la fine del mondo

Per tornare alla news, clicca qui.

La Wildstorm Production, nome esteso della casa editrice fondata da Jim Lee nel 1991, divenne famosa all’inizio degli anni novanta in quanto etichetta dell’Image Comics, editore indipendente fondato da un gruppo di autori superstar che dichiararono guerra alle major, ree di sfruttare il loro nome senza ricompensarli a dovere.
La guerra fu vinta, e proprio la Wildstorm e Jim Lee, con testate quali WildCats, Gen13, StormWatch e WetWorks, furono complici della rivoluzione che avvenne nel mercato fumettistico statunitense.
Rifiutandosi di riposare sugli allori, la casa editrice iniziò ben presto a cercare di diversificare la propria offerta fondando le sotto-etichette Homage Comics, che pubblicava progetti più autoriali, e Cliffhanger, dedicata a quei talenti che, sentendosi soffocati da Marvel e DC, volevano proporsi con progetti propri.

Con il passare degli anni, però, l’effetto mediatico avuto dalla fondazione dell’Image Comics scemò, i rapporti con Marvel e DC si riappacificarono e l’ascia di guerra fu sotterrata.
Le case editrici nate sotto la Image, come la Top Cow di Marc Silvestri, la McFarlane di, appunto, Todd McFarlane e la WildStorm, presero le distanze dal progetto iniziale e Jim Lee, ansioso di percorrere nuove strade, nel 1998 vendette la propria creatura alla DC Comics.
Sotto l’ala della major nascono opere innovative come The Authority di Warren Ellis e Brian Hitch, e viene lanciata la ABC di Alan Moore, che tanto successo ha avuto sia in termini di pubblico che di critica.

Nella sua storia editoriale, la Wildstorm ha dimostrato di saper percorrere strade diverse per attirare nuovi lettori e non perdere quelli già acquisiti ma nel farlo sono stati fatti anche dei passi falsi.
Nel novembre del 2006, al termine di Captain Atom: Armageddon, fu messo in cantiere un riammodernamento delle serie collegate all’universo Wildstorm. In particolare si prevedeva il rilancio delle testate principali del suddetto universo, in modo da renderle più appetibili ai lettori.
Purtroppo, proprio per le testate principali il progetto si rivelò un fallimento: di The Authority di Grant Morrison e Gene Ha uscirono solo due numeri; WildCats di Morrison e Jim Lee fu cancellato dopo la prima uscita.
Pur riuscendo a sfornare un discreto numero di titoli qualitativamente validi, come Stormwatch: Post Human Division di Christos Gage e Doug Mahnke e Welcome to Tranquility di Gail Simone e Neil Googe, l’aver fallito proprio nel rilancio delle due testate portabandiera portò l’editor Wildstorm Ben Abernathy a pensare a nuove strade.

Nel frattempo la Marvel Comics stava sconvolgendo il proprio universo con Civil War e la sorella maggiore DC ricostruiva il multiverso con le saghe Crisi Infinita e 52 (al termine del quale l’universo Wildstorm entra ufficialmente a far parte del DCU come Terra-50).
Alla Wildstorm si pensa al da farsi, fino a che, con l’intento di ‘distruggere tutto per ricostruire’ nasce l’evento World's End, che inizia nelle miniserie bi-settimanali Wildstorm: Armageddon, Wildstorm: Apocalisse e Wildstorm: il Numero della Bestia, tutti editi in Italia dalla Magic Press e uscite in America una di seguito all’altra.

Scritta da Christos Gage, la miniserie di sei numeri Wildstorm: Armageddon è la prima tappa del percorso che porterà alla ricostruzione dell’universo creato da Jim Lee.
Il mondo, come noi lo conosciamo, terminerà a breve per mano di un’orda di superumani sconosciuti che attaccheranno il pianeta simultaneamente, cogliendo gli eroi impreparati.
Per evitare che ciò si avveri, Void dei Wildcats ritorna dal futuro e si presenta ai membri di otto tra i gruppi del Wildstorm-Universe: Midnighter di Authority, Maximum Man di Welcome to Tranquility, Dane di Wetworks, Fairchild di Gen13, John Doran di Stormwatch PHD e Nemesis (presentata nel volume Wildcats Nemesis).
Tutti vengono teletrasportati nel futuro e tramite loro ci viene presentata una parte dell’apocalittico scenario che la distruzione del mondo ha portato; il loro compito sarà scoprire cos’è successo in modo da essere in grado di organizzare una controffensiva, una volta tornati al presente.
Purtroppo per Void, tra i sei prescelti solo Nemesis sembra in grado di fare qualcosa a riguardo.

Questo ci porta alla seconda miniserie: Wildstorm: Apocalisse, scritta sempre da Christos Gage con Scott Beatty e disegnata da Wes Craig.
Nemesis, aiutata da Backslash e Savant, cerca di capire le cause che porteranno all’Apocalisse, in modo da poterla evitare.
I toni della storia si fanno più leggeri che in Armageddon, ed il lettore assisterà alla ricerca delle tre eroine disposte a tutto pur di raccogliere informazioni e rivelazioni sul futuro cataclisma e non a caso il titolo originale di questa miniserie in sei capitoli è Wildstorm: Revelation (chissà come mai la Magic ha voluto modificarlo…). Fanno qui la loro comparsa sia i paladini, generazione perduta di eroi mandati dal governo in Giappone per mettere fine alla seconda guerra mondiale e scomparsi con l’esplosione della bomba atomica, che i mietitori che saranno protagonisti nell’ultima tappa del nostro percorso.

Tutte le risposte vengono rivelate al lettore nel volume Wildstorm: il Numero della Bestia.
Scritto da Scott Beatty e disegnato da Chris Sprouse, questa miniserie di otto numeri si eleva al di sopra delle due precedenti, presentando una storia più articolata e, finalmente, fondamentale per comprendere l’Apocalisse che si sta scatenando nel Wildstorm-Universe.
La scomparsa dei paladini, narrata nella precedente miniserie, viene qui spiegata con dovizia di particolari e, seppur all’inizio il lettore non potrà che sentirsi confuso e spaesato, con lo scorrere delle pagine il fitto mistero verrà svelato ed il complotto smontato, ma nessuno sarà in grado di evitare la fine del mondo.

Delle tre miniserie, create per essere lette una di fila all’altra e fare da prologo all’evento "World’s End" vero e proprio, si rivela fondamentale solo Il Numero della Bestia: sono, infatti, troppo poche le informazioni date negli altri due volumi perché questi siano ritenuti tasselli fondamentali. Le due miniserie si lasciano apprezzare più per l’importanza globale che hanno nel guidare il lettore verso il nuovo scenario, per la trama scorrevole e mai noiosa e per i disegni di Wes Craig in Wildstorm: Apocalisse e il lavoro di alcuni tra gli artisti coinvolti in Wildstorm: Armageddon, come Brandon Badeaux e Talent Caldwell.

Nell’epoca dei grandi crossover, dove i cambiamenti allo status quo sono all’ordine del giorno e il motto sembra essere “cambiare tutto per non cambiare niente”, l’operazione che funge da preludio al "World’s End" vero e proprio si contraddistingue per il coraggio dimostrato.
Se è vero che, nella dichiarazione di intenti di Abernathy l’intenzione era quella di differenziarsi dalle due major principali DC e Marvel, con questo evento ci si è spinti oltre, creando uno scenario dal quale sarà veramente difficile tornare indietro.
Gli eroi hanno fallito quando più servivano e non sono stati in grado di salvare il mondo: miliardi di innocenti sono morti, la luna è esplosa… ha ancora senso parlare di eroi in un mondo come questo?

"Wildstorm: World’s End" in USA sta proseguendo, le testate interessate sono quattro: Wildcats, Authority, Stormwatch PHD e Gen13.
Sono molti i punti lasciati aperti o irrisolti (che fine ha fatto Void? I WetWorks appaiono solo in Armageddon per poi essere dimenticati…), ma la fine del mondo è solo all’inizio e c’è tutto il tempo per le spiegazioni.



Cris Tridello
Torna in alto