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Wanted, il fumetto: opinioni a confronto

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Wanted
di Mark Millar e
J.G Jones

Wesley Gibson è una persona tranquilla, ha un lavoro pessimo e una principale odiosa, una fidanzata che va a letto con il suo migliore amico, viene quotidianamente preso per il sedere da alcuni ragazzi quando torna dal lavoro, insomma… una vera e propria vita da supersfigato.
Ma un bel giorno la sua misera esistenza subisce un profondo cambiamento: Wesley riceve un eredità miliardaria e ricomincia a vivere, non riscoprendo la bontà dell’umanità, ma diventando un supercriminale e ottenendo tutto quello che la sua mediocre vita precedente non gli aveva dato e scoprendo così anche una verità cancellata dalla memoria di tutti.

Con Wanted, Mark Millar tratteggia una realtà di crudo cinismo in cui viene sottolineata con evidenza una forte critica allo stile di vita negli Stati Uniti. Infatti il sogno americano descritto da Millar non è più quello dei film alla Frank Capra, ma la realizzazione della mediocrità umana che il personaggio di Wesley, perfetto in ogni sua sfaccettatura caratteriale, vuol assolutamente abbattere andando controcorrente e vivendo il suo vero, autentico American Dream: diventando cattivo, cattivissimo, e quindi il migliore.

Lo sceneggiatore ci porta nel mondo di Wesley Gibson, mostrandoci la sua origine e la sua trasformazione. Lo fa riuscendo in soli 6 numeri a descrivere con professionalità un intero universo, la sua storia e un infinita pletora di cattivi.

Lo accompagna un J.G Jones in grande forma, le cui tavole dettagliate plasmano (anche grazie ai colori di Paul Mounts) con efficacia il realismo che Millar crea con i suoi dialoghi, pieni di assoluto cinismo sino al finale dissacrante, in quello che appare un racconto in cui regna una realtà distorta, fortemente debitrice del Watchmen di Alan Moore.

Carlo Coratelli


Wanted di Mark Millar e J.G Jones

Mark Millar non poteva sbagliare.
Carta bianca per il suo progetto creator owned, un disegnatore di grido e almeno un paio di universi supereroistici da scimmiottare e saccheggiare (come al solito, diranno i malvagi).

Eppure Wanted è un gran buco nell’acqua. Non che sia tutto da buttare, ma quel poco di buono che c’è (fondamentalmente: una velata critica all’american way of life) è sommerso da chili e chili di torpiloquio gratuito (così gratuito che Ennis al confronto è un timorato di Dio) e narrazione decompressa in modo estenuante, personaggi bidimensionali e clichè gettati a casaccio.

Citazioni (perlopiù banali) per far contenti i fan zombificati d’oltreoceano. Poco altro. E l’accostamento a Watchmen, formulato dallo stesso Millar in un’intervista pubblicitaria e ripetuto altrove, non può che essere commentato con un aggettivo.
Desolante.

Giovanni Agozzino


Redazione Comicus
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