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Spider-Man: One More Day: doppia recensione

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Soltanto un altro giorno
(L’Uomo Ragno 487-488, Panini Comics, spillati, 80 pagine a colori, € 2,80 cad.) testi di Joseph Michael Straczynski, disegni di Joe Quesada



One More Day arriva in Italia a sette mesi di distanza dall’uscita statunitense portandosi dietro il suo carico di polemiche e critiche.
Presentata in due numeri del quindicinale, promette di essere la storia che per sempre cambierà la vita dell’Uomo Ragno, e nonostante questo slogan venga ultimamente usato (e abusato) molto spesso per il tessiragnatele, in questo caso c’è un fondo di verità.
Alla regia troviamo, per l’ultima volta dopo 7 anni, Joseph Michael Straczynski e alle matite l’editor in chief Joe Quesada, di ritorno al tavolo da disegno per la prima volta dopo Daredevil: Father.

Fuorilegge, braccato, costretto all’anonimato, zia May morente in un letto di ospedale. È davvero il giorno più nero per l’Uomo Ragno, e nessuno sembra in grado di aiutarlo a migliorare questa drammatica situazione: né i soldi di Tony Stark né la magia di Strange, e anche l’intervento delle più grandi menti del Marvel Universe si rivela inutile.
L'unico ad offrire una soluzione ai coniugi Parker è Mephisto in persona, ma c’è una scelta da compiere e nessuna delle due opzioni li vedrebbe uscire totalmente vincitori. Inoltre, il tempo per decidere è ridotto ai minimi termini e, una volta decisi i patti, per Peter e Mary Jane rimarrà soltanto un altro giorno…

Joe Quesada, alle matite, ci offre una qualità grafica altalenante: dalle magnifiche scene di battaglia con Iron Man e dalle sequenze nel Sancta Sanctorum del Dottor Strange (con tanto di vignette lavorate in stile Art Nouveau) si passa a visi che sembrano appena abbozzati e alla carenza grafica di The Amazing Spider-Man 545, dove la continua ripetizione di primi piani e l’uso abbondante di neri sembrano usati più per evitare l’ennesimo ritardo di consegne che per creare atmosfera.

Straczynski imbastisce una storia d’addio che purtroppo non ha potuto scrivere in piena libertà, costretto a seguire ordini dall’alto che l’hanno portato a lasciare anche allo stesso Quesada l’onore (o l’onere?) di aver scritto la storia.
Una trama tanto avvincente nella prima metà quanto lenta e tediosa nelle restanti due parti, nell’ultima soprattutto, dove troviamo un Uomo Ragno che pare aver dimenticato il motto che l’ha accompagnato per una vita intera.
Grande potere, nessuna responsabilità: a pronunciare l’ultima parola, davanti all’incapacità del marito, sarà infatti una Mary Jane che si dimostrerà più eroica di colui che da una vita porta un costume addosso.
Allo scadere della ventiquattresima ora, le promesse sono mantenute, sia quelle del patto con il diavolo che quelle della saga: entrambe le parti hanno avuto quello che desideravano e il mondo dell’Uomo Ragno sembrerebbe (seriamente, per una volta) cambiato radicalmente.

Mentre tutti brindano felici ad un nuovo giorno, Peter ricarica i lanciaragnatele, pronto a vestire il costume di Spider-Man per vivere nuove avventure, ignaro che il prezzo da pagare per viverle è stato troppo alto.
Un prezzo che forse non valeva la pena di essere pagato.

Emanuele Emma


Soltanto un altro giorno (L’Uomo Ragno 487-488, Panini Comics, spillati, 80 pagine a colori, € 2,80 cad.) testi di Joseph Michael Straczynski, disegni di Joe Quesada



Cos’è One More Day?
È l’ennesimo reboot (o retcon), uno di quei cliché narrativi che, quando si parla di produzioni seriali, come i fumetti o serial tv, sono all’ordine del giorno.
Piaccia o no, OMD è perfettamente in linea con altri reboot avuti nel corso degli anni dalla Marvel o da altre case editrici, e neanche tanto forzata sembra la presenza di Mefisto, classico deus ex machina della Casa delle Idee che è sempre stato invischiato con i più disparati personaggi.

Di certo OMD non è una storia perfetta (sempre che la storia perfetta possa esistere al di fuori dei proclami delle case editrici o dei deliri di un recensore), ma le accuse non dovrebbero andare a rivolgersi contro le idee alla base o contro la struttura narrativa, quanto più che altro all’essere figlia più di una strategia aziendale che dell’ispirazione dell’autore, il che, unito alla logica della “tpbizzazione” che vuole  i plot dilatati al massimo per poter rientrare in un volumetto, la rende poco “equilibrata” nei tempi narrativi. L’inizio è molto lento, con un riepilogo che sembra quasi inutile visto quante volte è gia stato fatto negli ultimi numeri, a cui seguono lunghi dialoghi che sembrano presagire un crescendo, e che invece esplodono in un finale troppo veloce.
Questo ne fa una pessima saga?
No.

Perché la storia, stilisticamente,  resta scritta egregiamente. La prosa di Joseph Michael Straczynski riesce perfettamente a creare l’atmosfera di angoscia e disperazione che permea la vita di Peter Parker, gli stessi tempi narrativi riescono a trovare giustificazione nel creare il ritmo incalzante della scelta difficile da compiere.
La decisione di Peter ha il sapore dell’epico misto al drammatico, e rientra perfettamente nel ruolo dell’eroe che rinuncia a ciò che ha di più caro per rimediare ai propri errori.
Forte e vivida come non mai ne esce la figura di Mary Jane, dignitosa nel sostenere, ma umana nel suo essere spezzata dal dolore della rinuncia.
I due personaggi vengono denudati e ne viene tirata fuori l’essenza che ne sta alla base, la loro caratterizzazione più basilare e primordiale: il senso di colpa per Peter, l’amore incondizionato per Mary Jane.

Alle matite, Joe Quesada, ottimo artista come sempre, che riesce, nonostante alcune tavole risultino un po’ tirate via, ad ottenere un risultato elegante e d’effetto, anche lesinando su alcuni elementi visivi, cosa che garantisce un’ottima resa dell’atmosfera centrando l’attenzione sui personaggi.

Tirando le somme, e superate le inevitabili crisi isteriche da fan sfegato che si vede cambiate le carte in gioco, One More Day è una godibile lettura, in cui è possibile riconoscere tutte le caratteristiche alla base del personaggio e del suo mito che da qui si vuole rilanciare e rinvigorire.

Gianluca Reina



Redazione Comicus
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