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Iron Man: Speciale Movie Comics

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Con un budget di oltre 160 milioni di dollari, un cast sorretto da grandi nomi e diretto da Jon Favreau, fa finalmente il suo esordio sul grande schermo uno dei personaggi più amati, e odiati, dell'Universo Marvel, in una delle pellicole più attese del 2008 e che promette di rilanciare, sul grande schermo, gli eroi della Casa delle Idee.

Arriva Iron Man

"Quello che mi ha affascinato di Iron Man è che è un uomo che ha demoni interiori ed è allo stesso tempo un eroe molto ferito, più di tutti gli altri eroi Marvel. Questo film si occupa di argomenti più adulti che sapere come è andata la tua giornata a scuola o un appuntamento con una ragazza". Con queste parole a USA Today rilasciate più di un anno fa, il regista Jon Favreau descriveva il personaggio dell'eroe in armatura durante la fase iniziale di lavorazione di "Iron Man", una delle pellicole più attese dell'anno, e che segna finalmente l'esordio sul grande schermo, di quello che negli ultimi anni è divenuto, fumettisticamente parlando, il deus ex machina dell'Universo Marvel.
Ma ovviamente, come capita spesso nell'intricato mondo di Hollywood, portare l'alter ego del miliardario e playboy Tony Stark sul grande schermo non è stato affatto facile. Prima di approdare alla Paramount grazie a un accordo miliardario tra la major e i Marvel Studios, i diritti cinematografici sull'eroe in armatura erano infatti in mano alla New Line Cinema, la quale affidò all'accoppiata di sceneggiatori creatrice di "Smallville" Alfred Gough e Miles Millar il compito di realizzare lo script, revisionato in seguito da David Hayter, per poi affidare nel 2006 a Nick Cassavetes la regia della pellicola.

Il progetto però si arenò quasi immediatamente, spingendo la Marvel a riprendersi i diritti giusto in tempo per firmare l'accordo con la Paramount, accordo che ora vede per la prima volta la Casa delle Idee coinvolta in maniera totale, con un’ampia supervisione, nella realizzazione degli adattamenti cinematografici dei propri personaggi. Da lì in poi la situazione si sbloccò immediatamente, con la scelta di Jon Favreau come regista, il quale fin da subito fa capire non solo ai Marvel Studios, ma soprattutto al pubblico grazie all'apertura di un blog su MySpace dal quale cogliere suggerimenti e consigli, il suo amore per il personaggio e la volontà di realizzare un film che sappia toccare i cuori degli appassionati, un popolo a cui il regista guarda fin dal principio con fortissima attenzione: "Quando si lavora con la Marvel, si sa benissimo che c'è una base di appassionati che fanno molta attenzione a quello che stai facendo. Se stai facendo un buon lavoro, questi fan faranno sentire la propria voce e la parola si spargerà…"

Un cast da Oscar

Per regalare al pubblico e ai fan un film indimenticabile, con dei personaggi veri e una storia, e non il solito blockbuster senz'anima, Jon Favreau ha voluto guardare immediatamente alla qualità, e per farlo ha assemblato un cast che riunisce al suo interno non solo nomi di richiamo, ma soprattutto degli attori che sapessero rendere al meglio la complessità dei personaggi che avrebbero interpretato sul grande schermo. Per fare ciò, il regista ha letteralmente assemblato un gruppo di attori che in un modo o nell'altro nella loro filmografia hanno lasciato un forte segno nell'immaginario collettivo, grazie a interpretazioni differenti accomunate però da un nome: Oscar.
Nel cast infatti sono presenti ben tre nomination e una vincitrice dell'ambita statuetta, che Favreau ha voluto per riuscire a cogliere le differenti sfaccettature dei loro personaggi, a cominciare da Robert Downey Jr. ("Charlot", "Fur" "Zodiac"), eclettico attore chiamato a portare sullo schermo l'ironia, il genio e la complessità del playboy e miliardario Tony Stark, per poi passare a Gwyneth Paltrow ("Shakespeare in love", "Il talento di Mr. Ripley") nel ruolo della dolce segretaria Virginia "Pepper" Potts e colei che cercherà di conquistare il cuore del cinico Stark, senza dimenticare infine i bravissimi Terrence Howard ("Crash", "Il buio nell'anima") e Jeff Bridges ("La leggenda del Re Pescatore", "Seabiscuit") nei ruoli rispettivamente di James Rhodes, confidente, braccio destro e amico di Stark, e di Obadiah Stane, dirigente delle Industrie Stark e destinato nella pellicola a diventare una grave minaccia per l'eroe in armatura e per il mondo.
Un cast non solo di stelle ma anche denso di talento e professionalità, come ha ribadito più di una volta Kevin Feige dei Marvel Studios: "La qualità del cast, i talenti puri coinvolti, parla dell'ambizione del materiale e del fatto che questo film sta cercando di realizzare molto più di quello che la gente si aspetta da un film tratto da un fumetto. C'è una storia qui, e un eroe che sorprenderà il pubblico".

Il genio di Tony Stark

"Stark è un ragazzo che lavora sulla sua vecchia Ford 32 quando il film inizia, così si sa fin da subito che è una sorta di meccanico. Sembra veramente che sia coinvolto in quello che fa perché è uno scienziato che può disegnare qualsiasi cosa, ma anche fabbricare con le sue mani qualcosa come un elicottero… Superman è il personaggio, Clark Kent la copertura. Batman è il personaggio, Bruce Wayne la copertura. Nel nostro caso Tony Stark è il personaggio e Iron Man la sua copertura, e diviene molto e molto più Iron Man fintanto che la storia va avanti, fino al conflitto interiore de 'Il demone nella bottiglia'. Ma io penso, prima di tutto, che usi il suo alter ego per fare cose che non può fare come figura pubblica, e lo segue per andare oltre e scoprire cosa lui stesso sia in realtà…".
Così Jon Favreau a proposito del personaggio di Tony Stark/Iron Man, uno dei più datati tra i personaggi Marvel, vista la sua creazione a opera di Stan Lee, Larry Lieber e Don Heck nel lontano 1963, ma ancora oggi uno dei più affascinanti, viste anche le vicissitudini vissute dal personaggio nel corso degli anni, che ne hanno sempre rilanciato la figura di eroe tormentato, capace di affrontare situazioni al limite e sempre sul filo del rasoio. Da "Il demone nella bottiglia", famosa saga in cui Tony affronta il suo alcolismo, alla "Guerra delle armature", in cui si confronta per la prima volta con il suo amico di sempre Capitan America, fino alla straziante e bellissima saga di Civil War, che lo vede prendere decisioni sofferte e affrontare la fine di molti legami e facendo nascere per la prima volta la figura di un eroe allo stesso tempo amato e odiato dai lettori.

È questa complessità, questo fascino, che l'attore Robert Downey Jr. si appresta a portare sullo schermo. In Afghanistan per testare alcune armi costruite per l'esercito americano, il cinico, ironico e arrogante Stark viene catturato da alcuni guerriglieri dopo un furibondo agguato in cui viene ferito gravemente, e costretto a costruire un missile da utilizzare contro le forze USA. Da lì inizia un’evoluzione che lo porterà a trasformarsi in Iron Man, e ad affrontare molti lati di sé che prima non conosceva, oltre a fare i conti con un complotto mondiale che vede un elemento della sua società in primo piano: "Penso che specialmente nei film Marvel si guardi in particolar modo alla vita personale del personaggio nel suo microcosmo, e poi c'è una sorta di sguardo al macrocosmo e al clima che c'è nel mondo – ha dichiarato Favreau – C'è un supercriminale che sta facendo qualcosa. C'è un problema nel mondo che deve essere risolto, altrimenti la vita come noi la conosciamo non esisterà più. E poi c'è anche la vita personale del protagonista, ci sono delle cose che gli accadono. E quello che affascina a proposito di Tony Stark è che lui è un ragazzo che ha attorno a sé tutto il glamour di 'Tony Stark, miliardario, inventore, genio e playboy'. È divertente mostrare questo lato del personaggio, ma poi ti trovi anche ad esplorare un altro lato di lui, quello che emerge durante la sua prigionia, come lui cresce e cambia. E quando fa il suo ritorno a casa, come fa a diventare Iron Man? Seguiamo i suoi passi attraverso questo viaggio fino al punto in cui capiamo davvero chi esso sia e le ragioni del suo cambiamento… Quando abbiamo preso nel cast Robert , quando è stato approvato e abbiamo avuto lui nel film come protagonista e la Marvel ha dato il suo okay, mi sono sentito completamente libero perché sapevo di essere a metà dall'avere il film che ero così orgoglioso di fare. Non posso pensare ad altri migliori di lui. Ha portato una realtà, uno humour, un’ostentazione e un’esperienza di vita tanto da far credere che ci sia veramente qualcosa di Tony in lui…".

L'evoluzione di Stark

Come ha sottolineato invece lo sceneggiatore Mark Fergus, autore dello script assieme ad Hawk Ostby, Art Marcum e Matt Holloway, "questo è un film che parla di una persona che passa attraverso qualcosa. Non è un film su un abito con cose tecnologiche o solo sulla tecnologia, ma è una pellicola su un uomo che cresce. E penso che Downey Jr. sarà stupendo. Porterà questo film in una direzione eccitante. Quando abbiamo saputo che era a bordo del progetto, è stato come stare sulla luna. Tony Stark è un uomo vero, prova a ricreare se stesso non fisicamente, ma psicologicamente. Questi personaggi stanno vivendo delle squallide, orribili vite, e poi hanno una sorta di resa dei conti che li lacera e li abbatte. Per esempio quando scopri che la compagnia di ricerca sulle armi che ha fatto diventare ricco tuo padre e provvede al tuo attuale stile di vita è la fonte del male globale. Cosa succede quando pensi che uno dei bravi ragazzi si sveglia e ti trova diventato un cattivo ragazzo? Chi sono i cattivi? Loro sono i tuoi clienti. Tu hai aiutato a crearli. Un'altra delle cose che amiamo di Iron Man è il fatto che non c'è nulla di soprannaturale in lui. Usa solamente la sua mente per creare la tecnologia per fare quello che il suo corpo riesce a fare. Costruire il bravo ragazzo definitivo con il materiale che lui usa per costruire le sue bombe. Questo è un grande capovolgimento della propria psiche".

Un personaggio che vive il suo cambiamento attraverso l'evoluzione della sua armatura quindi, ma che, come ha dichiarato Fergus, mantiene il suo lato frivolo e da playboy: "Jon voleva fosse più divertente – ha detto Fergus – non voleva che fosse come Batman, che si aggirasse furtivamente, o Jason Bourne e tutti quegli eroi arrabbiati ed enigmatici. Così è Tony Stark, è un animale da festa, è divertente, e lui è d'accordo con il fatto di essere estroverso, di non restare a casa, di non guardarsi allo specchio".
"Sono sempre stato un grande fan di comics, ma solo di fumetti Marvel, stranamente, e ho sempre creduto che Tony Stark fosse un grande personaggio – ha invece dichiarato il protagonista, Robert Downey Jr. – È in conflitto con se stesso sulle ramificazioni che l'uso di armi può significare nell'attuale clima politico, e poi lui fa qualcosa di inusuale". Un conflitto questo che secondo l'attore svela molto della personalità del personaggio: "Io vedo Tony Stark come il migliore e, occasionalmente, il peggiore cittadino americano nel mondo. È un uomo brillante, un inventore che non può allontanare se stesso dalle ripercussioni che hanno le armi che egli costruisce. Ha un reale senso dell'onore e io personalmente so un paio di cose circa l'onore. Èun supereroe che è solo un uomo, non interpreterò un tizio che è stato punto da un ragno o che ha qualche pazzesca connessione con i pipistrelli. Quando Stan Lee ha creato il personaggio nella metà degli anni '60, penso che abbia vinto la sua scommessa: Tony è qualcuno che ha la capacità di essere dal lato giusto della scienza, e noi scopriamo sempre più, oggigiorno, che scienza e mitologia sono due cose intercambiabili. Alcune delle cose che una volta sembravano forzate oggi non lo sono più".

Rhodey e Pepper

La Marvel è da sempre non solo sinonimo di grandi eroi, ma anche di grandi comprimari, cosa questa che si ripete anche nella pellicola diretta da Jon Favreau, dove ritroviamo due personaggi simbolo della storia fumettistica dell'eroe in armatura, ovvero la bella Virginia "Pepper" Potts e James "Rhodey" Rhodes, interpretati dal premio Oscar Gwyneth Paltrow e da Terrence Howard, entrambi impegnati nel rivestire i ruoli di due figure basilari nella vita di Tony Stark, la prima quello che nei comics è stato per anni il suo primo interesse sentimentale, e il secondo il suo grande amico e confidente. La Paltrow, che ha battuto la concorrenza agguerrita di attrici quali Rachel McAdams per ottenere la parte della bella e dolce Pepper, non nasconde la sua emozione nell'aver preso parte all'adattamento cinematografico dell'eroe Marvel: "Non ho lavorato per un lungo periodo. Infine ho accettato di fare questo film su Iron Man, e l'ho fatto perché avevo raggiunto un momento nella mia vita in cui pensavo fosse giusto avere una passione per qualcosa oltre alla mia famiglia. Amo fare film. Se faccio qualcosa che mi fa sentire realizzata, credo di essere una donna e una madre più interessante per i miei figli. Poi ho ricevuto questa chiamata, e ho pensato che amo Jon Favreau e che il cast era così perfetto! Non ha avuto importanza la dimensione del budget… ho sempre voluto lavorare con Robert Downey Jr., lui è un genio e non mi era stato mai chiesto prima di fare un film con lui. Sono veramente eccitata che sia 'Iron Man' perché non ho mai fatto qualcosa come questo. Sono veramente emozionata".

Nel film, il rapporto tra la rossa Pepper e Tony Stark segue di pari passo la trasformazione di quest'ultimo in Iron Man, assumendo diverse sfumature: "La loro relazione è veramente multidimensionale. Lei è una sua confidente, è la persona più vicina a lui. C'è qualcosa di un amore molto fraterno… ma in seguito tra loro ci sono anche degli atteggiamenti gentili, e qualcosa di sexy, anche. In questo modo la cosa si trasferisce su altri livelli".
A Gwyneth Paltrow guarda con grande attenzione anche Kevin Feige, il quale ci tiene a sottolineare l'importanza dell'ingresso dell'attrice nel cast: "Gwyneth è l'incarnazione di una donna di primo piano. Donerà intelligenza, portamento ed un incredibile talento a questo ruolo".

La minaccia di Iron Monger

La sfida più grande per Iron Man non sarà solo quella di scoprire il coinvolgimento delle proprie industrie in un complotto di natura globale, ma anche e soprattutto affrontare un nemico che usa anch'esso la tecnologia, derivata dalla Mark I, per distruggere e terrorizzare. Per interpretare quella che nel film, a detta di molti, sarà una sorta di versione malvagia del protagonista, è stato chiamato l'attore Jeff Bridges, veterano di lungo corso e simbolo della Hollywood degli ultimi trent'anni, oltre che per molto tempo incarnazione sul grande schermo di personaggi positivi. Dall'alieno di "Starman" all'imprenditore pieno di sogni e speranze di "Tucker", dal DJ de "La leggenda del Re Pescatore" al Charles Howard di "Seabiscuit", Bridges ha sempre dato vita a interpretazioni dense dei lati più umani dell'America moderna. Con Obadiah Stane/Iron Monger l'attore dà ora una vera svolta alla sua carriera, interpretando un cattivo tutto d'un pezzo, un cinico e spregevole uomo d'affari, parte integrante di un piano che ha radici molto profonde, come scoprirà Tony Stark in persona. Guardando a Obadiah Stane, Fareau afferma: "Jeff sarà un mentore per Tony Stark? Sì, è questo il tipo di relazione che abbiamo ritenuto sarebbe stata valida tra Bridges e Downey. Sarà ancora Obadiah Stane? Sì, lo sarà. Ci sono determinate aspettative che il pubblico potrebbe avere, avendo letto il fumetto per molti decenni, su chi sarà? Saranno in attesa di un'altra scarpa che cade? Credo lo saranno. Se avete fatto i compiti e studiato gli albi, vi servirà per bene quando vedrete il film, perché anche noi lo stiamo facendo".
Un’altra presenza malvagia nella pellicola sarà quella di Raza (Faran Tahir), il leader dei guerriglieri che in Afghanistan catturano Stark, costringendolo anche con la forza a costruire per loro un’arma, il quale è legato a doppio filo con Obadiah Stane.

Guardando al futuro

Ovviamente, il futuro cinematografico di "Iron Man" dipenderà moltissimo dai risultati che la pellicola avrà presso il grande pubblico, ma il regista Jon Favreau non ha mai nascosto di pensare a più di un sequel, facendo intuire, in numerose interviste rilasciate durante la produzione, di aver già in mente qualcosa per continuare le avventure di Stark e del suo metallico alter ego. In questo senso in molti sperano che sul grande schermo possa approdare una delle saghe più avvincenti e drammatiche del personaggio, e a cui il regista guarda da sempre con grande interesse: "L'alcolismo, il demone nella bottiglia… È una cosa che voglio certamente fare.
C'è sicuramente una parte, non stiamo andando in quella direzione, ma certo è un qualcosa a cui questo film potrebbe realmente condurre… Se guardate a 'The Dark Knight', è molto oscuro ma le persone lo accettano, o 'La vendetta dei Sith', è molto dark ma le persone portano i figli a vederlo. Questi film insegnano loro chi sono questi personaggi. 'Il demone nella bottiglia' è una delle più forti storyline della serie a fumetti, e Iron Man non è un personaggio dei fumetti conosciuto per avere meravigliose storyline. È noto per avere grandi armature, grandi personaggi, e i villain sono molto datati perché erano la metafora del comunismo. 'Il demone nella bottiglia' tende a essere una storyline che, da una certa prospettiva, siamo costretti a fare. Iron Man è iniziato negli anni '60, e ci sono stati numerosi story arc, storie e interpretazioni del personaggio attraverso gli anni. La storia 'Demone nella Bottiglia' degli anni '80 è un grande materiale. La cosa bella di Iron Man è che stiamo calcolando di fare più di un film, in seguito saremo capaci di seguire lo sviluppo del personaggio e i suoi cambiamenti, piuttosto che semplicemente fare una serie di film in cui lotta solamente con dei differenti criminali. Tutto quello che voglio fare è restare fedele ai fumetti e, in particolare, restare fedele alla forza esplicita di cosa sono i fumetti…".

Il regista

Jon Favreau

Nato il 19 ottobre 1966 a Flushing (New York), Jonathan K. Favreau ha esordito sul grande schermo nel 1992 in un piccolo ruolo nella pellicola, per poi partecipare, sempre con piccole parti, ad altre pellicole come "Batman Forever", "Mrs. Parker e il circolo vizioso". Nello stesso tempo prese parte ad alcune serie tv come "Friends", "Chicago Hope" e "Seinfeld". Nel 1996 si fece notare fortemente grazie alla sceneggiatura di "Swingers", diretto dal regista Doug Liman, dove recitò accanto all'amico Vince Vaughn. In seguito lo abbiamo visto in film quali "Cose molto cattive" (1998), "Deep Impact" e nella commedia "Love & Sex". Nel 2003, recitò in "Daredevil" accanto a Ben Affleck, dove rivestì il ruolo di Foggy Nelson, per poi debuttare alla regia dirigendo la commedia natalizia "Elf", con Will Ferrell, che riscosse un ottimo successo. Alla carriera di regista continuò ad affiancare quella di attore con la partecipazione a "Tutto può succedere" con Jack Nicholson e Diane Keaton, mentre nel 2006 tornò a dirigere realizzando il film di fantascienza "Zathura - Un'avventura spaziale".

Il cast

Robert Downey Jr.

Nato il 4 aprile 1965 a New York, Robert John Downey Jr. è figlio del regista Robert Downey. Esordì al cinema all'età di cinque anni nel film "Pound" (1970), diretto dal padre, mentre all'età di 20 anni entrò nel "Saturday Night Live", in cui restò per una stagione. Dopo alcuni ruoli in film non particolarmente importanti, nel 1989 ottenne il ruolo di Charlie Chaplin nel biografico "Charlot" di Sir Richard Attenborough, che gli fece ottenere una nomination agli Oscar come miglior attore protagonista. Dopo una serie di problemi giudiziari collegati all'abuso di alcool e droga, tornò a recitare nel 2000 nel serial "Ally McBeal". Lo abbiamo poi visto al fianco di Michael Douglas e Tobey Maguire in "Wonder Boys" lo stesso anno, e nel 2003 in "Gothika" assieme ad Halle Berry. Negli anni successivi confermò il suo ritrovato slancio recitativo con pellicole quali "Good Night and Good Luck" di George Clooney, "Fur" e infine "Zodiac".

Gwyneth Paltrow

Nata a Los Angeles il 28 settembre 1973, Gwyneth Kate Paltrow è una delle attrici più talentuose e affascinanti degli ultimi anni. Iniziò prestissimo la sua carriera lavorando come comparsa nelle produzioni del padre Bruce Paltrow.
A undici anni si trasferì con la famiglia a New York dove frequentò la Spence School, mentre allo stesso tempo seguiva la madre Blythe Danner nei suoi spettacoli teatrali che si svolgevano prevalentemente nel Berkshires (Massachusetts), iniziando a parteciparvi e ottenendo via via ruoli sempre più importanti. Nel 1991 decise di abbandonare gli studi di storia dell'arte alla University of California di Santa Barbara per dedicarsi completamente alla sua carriera di attrice. Esordì lo stesso anno, al cinema, con un piccolo ruolo in "Shout" (1991), per poi partecipare a "Hook: Capitan Uncino" di Steven Spielberg, dove interpretava la parte di una giovane Wendy. Nei cinque anni seguenti prese parte a numerose produzioni cinematografiche quali "Flesh and Bone" (1993), accanto a Dennis Quaid e Meg Ryan, e "Mrs. Parker e il circolo vizioso" (1994). Nel 1995 arrivò il primo ruolo di rilievo, che la fece notare al grande pubblico, in "Se7en" di David Fincher, dove conobbe Brad Pitt, con il quale instaurò una relazione sentimentale durata fino al giugno del 1997 e costantemente seguita dalla stampa. Nel frattempo la Paltrow recitò in "Emma" (1996), altra pellicola che le regalò una forte notorietà e che le permise di ottenere il ruolo di Viola in "Shakespeare in Love" (1998), con il quale vinse il premio Oscar. Da qui in poi, la Paltrow costruì una carriera tutta in ascesa, con film quali "Sliding Doors" (1998), di Peter Howitt, "Proof - La prova", "I Tenenbaum" (2001), "Amore a prima svista", "Duets", e il drammatico "Bounce". Dal 5 dicembre 2003 è sposata con Chris Martin, leader dei Coldplay. I due hanno due figli, Apple Blythe Alison Martin, nata nel 2004, e Moses Bruce Anthony Martin, nato nel 2006.

Jeff Bridges

Nato a Los Angeles il 4 dicembre 1949, Jeffrey Leon Bridges è figlio del grande attore Lloyd Bridges e fratello di Beau, anch'egli attore, e di Cindy, che ha avuto invece una brevissima carriera in televisione. Jeff Bridges ha fatto il suo debutto in fasce, apparendo alla tenera età di quattro mesi nel film "N.N. vigilata speciale" (1950), mentre all'età di otto è apparso insieme al padre nella serie televisiva "Sea Hunt". All'inizio degli anni Sessanta, partecipò insieme al fratello Beau ad alcune puntate del varietà 'The Lloyd Bridges Show'.
Dopo il servizio militare nella guardia costiera, studiò recitazione alla Herbert Berghof School, e nel 1971 ottenne uno dei suoi primi ruoli cinematografici nel film di Peter Bogdanovich "L'ultimo spettacolo", che gli fece ottenere la sua prima nomination all'Oscar. La seconda nomination dell'Academy Award arrivò soltanto tre anni dopo, con il film di Michael Cimino "Una calibro 20 per lo specialista" (1974), che lo ha visto al fianco di Clint Eastwood.
Nel 1975, sul set di "Scandalo al ranch" (1975), l'attore incontrò la fotografa Susan Geston, che sarebbe diventata sua moglie lo stesso anno.
In seguito la carriera dell'attore lo vide protagonista di numerose pellicole, dal remake "King Kong" (1976) prodotto da De Laurentiis, a "I cancelli del cielo" (1980), di Michael Cimino, per poi lavorare in film quali "Starman" (1984), "Otto milioni di modi per morire" (1986), "Tucker" (1988), "La leggenda del re pescatore" (1991), "Fearless-Senza paura (1993), "Il grande Lebowski" (1997) fino a "Seabiscuit", pellicola che lo vede al fianco di Tobey Maguire e che ottenne ben otto nomination all'Oscar.

Terrence Howard

Nato a Chicago l'11 marzo del 1969, Terrence Howard è cresciuto nella città di Cleveland. Iniziò ad appassionarsi alla recitazione già da ragazzino grazie alla nonna, un'attrice di teatro. La sua carriera però iniziò relativamente tardi, quando a 23 anni iniziò a comparire in alcune serie televisive tra le quali "Otto sotto un tetto","NYPD" e "New York District". Debuttò al cinema nel 1993 nel film "Who's the man?" di Ted Demme, ma iniziò a farsi notare recitando al fianco di Richard Dreyfuss in "Goodbye Mr. Holland". In seguito prese parte a numerose pellicole quali "Soldi sporchi" (1995), "Angel Eyes" (2001), "Big Mama" (2000), "Sotto corte marziale", dove recitò al fianco di Bruce Willis e Colin Farrell, e "Ray", il film su Ray Charles interpretato da Jamie Foxx.
La notorietà arrivò però nel 2004 quando entrò nel cast del film drammatico "Crash", diretto dallo sceneggiatore Paul Haggis, un film magnifico e corale che lo vede al fianco di numerosi attori come Sandra Bullock, Don Cheadle, Matt Dillon solo per nominarne alcuni. Recentemente lo abbiamo visto al fianco di Jodie Foster nel bellissimo e toccante "Il buio dell'anima".




Carlo Coratelli
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