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Wolverine, script del film

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Dopo essere stato l’indubbio protagonista dei tre film relativi agli X-Men, torna Wolverine in uno spin-off che promette davvero, analizzando questo primo script.

Il film è ambientato nel passato di Logan e ha l’ambizione di raccontare una delle parti più importanti nella vita del mutante canadese, ossia gli eventi legati al programma Arma X che lo hanno trasformato nell’eroe che conosciamo.

wolverine_250La storia pesca a piene mani da anni di rivelazioni fumettistiche sul passato di Wolverine centellinate in svariate serie, riuscendo, nei limiti del possibile, a non stravolgere la storia narrata principalmente da Chris Claremont (anzi, spesso strizzando l’occhio ai puristi) e a far combaciare i pezzi del puzzle in maniera abbastanza credibile, rispettando nello stesso tempo una certa continuity con i film precedenti.

È un giovanissimo Wolverine quello che apre il film. Messo alle strette da dei bulli locali, Logan, che già manifesta i suoi poteri di guarigione, dopo aver volontariamente subito un pestaggio tira fuori la parte più animalesca di sé e sfodera gli artigli. Artigli di osso, che fanno paura ai suoi avversari quanto a lui fino ad ora ignaro di questo “dono”.

Ci spostiamo di anni nel futuro, Logan ha stabilito la sua dimora nel New England insieme a Volpe D’Argento, una nativa americana; fa il taglialegna ed ha finalmente trovato la pace che, capiamo da vari elementi, non è stata predominante nel suo passato. E neanche nel prossimo futuro, a dire la verità. Dal passato di Wolverine torna infatti una vecchia conoscenza, l’ex colonnello Stryker che abbiamo visto in azione in “X-men 2”. Stryker ed il suo adepto, Agent Zero, vogliono convincere Logan a tornare a lavorare con loro. C’è bisogno di lui, il Paese lo richiede. Peccato che Logan sia canadese e tutt’altro interessato a tornare all’odiata “vecchia” vita. Stryker però lo mette in guardia: c’è qualcuno in giro che uccide i mutanti e proprio lui potrebbe essere la prossima vittima.
Questo “qualcuno” non è altri che Victor Creed a.k.a. Sabrethooth, anch’esso visto nel primo X-Men, in questo lungometraggio di una crudeltà davvero insopportabile, come ben presto impara proprie spese il povero mutante Becco.

Logan ignora l’avvertimento di Stryker, ma a farne le spese è proprio Volpe d’Argento, vittima di un mortale agguato dello stesso Creed. Logan non fa in tempo a salvare la ragazza, ma i suoi sensi gli fanno trovare l’assassino in un bar e, pazzo di dolore, si scaglia contro di lui. Logan è in gamba ma Creed (che non conosce) lo è di più, ha il suo stesso fattore di guarigione; inoltre rispetto a Logan è più grosso, più forte, più cattivo. Alla fine il mutante con gli artigli soccombe, con i suoi stessi artigli spezzati e conficcati nel petto.

Logan viene portato all’ospedale, dove il suo fattore di guarigione già sta facendo il suo lavoro, e lì viene contattato nuovamente da Stryker. Quest’ultimo promette a Logan vendetta, e che farà di lui qualcosa di meglio e più potente di Creed se lo seguirà.

Si passa quindi all’Alkali Lake, già visto in “X-Men 2”, base degli esperimenti di Stryker, e qui capiamo che egli, con l’aiuto di una riluttante dottoressa Hines, è pronto a impiantare l’adamantio nello scheletro di Wolverine.
Il drammatico esperimento riesce, ma un Logan pazzo di dolore, in una scena che ci viene descritta in un modo che ricorda il Weapon X di Barry Windsor Smith, si libera dei suoi aguzzini e riesce a scappare dalla base.

Stryker, che deve rendere conto del parziale fallimento ai superiori, inizia una caccia spietata a Logan, il quale è adesso qualcosa di più di un semplice mutante, artigli di adamantio inclusi. Dopo un primo scontro con i soldati di Stryker, Logan troverà rifugio in territorio canadese presso James e Heather Hudson, ma la caccia non è finita ed i due, insieme ad altri civili, saranno vittime del letale Agente Zero.
Logan adesso è però più duro che mai da uccidere, e a rimetterci la vita sarà anche lo stesso Chris Nord, l’agente Zero.

Salvo, ma con un unico obiettivo in mente, ossia uccidere Creed, Logan si reca da un vecchio amico, John Wraith, dal momento che potrebbe avere informazioni su come rintracciare il suo obiettivo. La ricerca, oltre a introdurre il misterioso progetto degli UNDICI, porta prima Logan a scontrarsi contro il mutante Blob, che ha conosciuto Creed in prigione, quindi da un ennesimo homo superior, Barbarus, gestore di un locale per soli mutanti. Quest’ultimo rivela a Wolverine che Sabrethooth lavora con Stryker mostrandogli l’ovvio: la morte di Volpe d’Argento non era altro che un piano di Stryker per convincere Logan a seguirlo.

L’obiettivo quindi cambia: non più Creed ma Stryker. Con il riluttante aiuto della dottoressa Hines, Logan si infiltra nella Base Alkali, ma quel che scopre è peggio di un incubo: il progetto UNDICI non è altro che la clonazione di migliaia di Creed, potenziati con lo stesso processo di Logan e pronti ad essere scatenati nel mondo nella delirante guerra tra umani e mutanti profetizzata da Stryker il quale, nel frattempo, si è liberato dei suoi superiori diretti. Non solo: Volpe d’Argento è viva e presente nella base, la sua morte ed il suo rapporto con Logan non sono stati altro che una messinscena. Di più: la donna è anche una mutante, in grado di forzare le altre persone al suo volere, ed in questo caso ha forzato Logan ad innamorarsi di lei. Logan non vuole crederci, neanche di fronte all’evidenza.
Catturato, Logan viene sottoposto a violente dosi di sedia elettrica al fine di fargli perdere la memoria e renderlo un burattino nelle mani di Stryker, il quale nel frattempo sta dando il via al suo esercito di cloni.
Le ultime parole di Logan hanno però fatto breccia in Volpe d’Argento, che, dotata di un potere che ci ricorda il reverendo Custer di Preacher, si decide a liberarlo per il gran finale.
Gran finale che risparmiamo dallo spoiler, ma che vi assicuriamo drammatico in pieno Logan style… ed in cui viene spiegata anche l’origine del nome “Wolverine”.

Se lo script finale non si discosterà molto da quanto sopra, avremo quindi la possibilità di vedere un bel film che non dovrà temere paragoni con i precedenti film “mutanti”, e che non snaturerà del tutto la storia a fumetti. Infatti quasi tutti i maggiori protagonisti di claremontiana memoria saranno presenti, anche se ovviamente in modo non identico a quanto visto sui comics, e lo spirito del personaggio sarà fondamentalmente rispettato.
Unico appunto che si può rilevare è relativamente al possibile finale apocalittico con la creazione dei cloni. Oltre ad essere un’idea ormai abusata, non si capisce perché il protagonista di un film d’azione di questi tempi debba a tutti i costi salvare il mondo per definirsi tale.



Andrea "Zio-P" Poli
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