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Essential Reading Runaways

Runaways 1
testi di Brian Vaughan
disegni di Adrian Alphona.

I vostri genitori vi sembra(va)no cattivi? Avete mai pensato di scappare di casa? Non sareste forse costretti a farlo, scoprendo mamma e papà dei veri temibili supercriminali da fumetto, con superpoteri, nascondigli segreti e riti magici annessi?

Arriva finalmente in Italia una delle serie rivelazione Marvel degli ultimi anni. Con un concept di base originale e gestito brillantemente, con dei dialoghi freschi e realistici e delle relazioni tra i personaggi tutte da scoprire, Runaways è una delle opere meglio riuscite di Brian K. Vaughan. Già da questo primo volume, che raccoglie lo story arc con le origini del gruppo (anche se definizioni così supereroistiche si addicono poco al serial), c’è una sarabanda di sorprese e colpi di scena, solo un antipasto di quello che verrà nei numeri seguenti.

Alle matite la nuova leva Adrian Alphona: basta confrontare le prime e le ultime pagine di questo volume per notare la costante crescita artistica del disegnatore, che mescola la linea chiara con la dinamicità del fumetto americano e le espressioni sopra le righe dei manga. La colorazione in stile “anime” contribuisce a definire il look giovanile della serie. Un volume attesissimo per una serie da sostenere, che tenta di revisionare il genere in maniera solare e moderna.

Marco Rizzo (questa recensione è già stata pubblicata qui)


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testi di Brian K. Vaughan
disegni di Adrian Alphona

Nico, Molly, Alex, Karolina, Gertrude e Chase sono fuggiti di casa. Hanno tra i 13 e i 17 anni e odiano i loro genitori violenti. Messa così potrebbe sembrare una trama già vista, al limite del banale. Ma siamo nell'Universo Marvel, e, come ci ha insegnato Stan Lee, qui ogni problema è un superproblema.
I genitori dei sei ragazzi infatti non sono dei violenti qualsiasi, bensì 12 super-criminali a capo di un'organizzazione che comanda tutta la malavita di Los Angeles e dintorni. E uccidono. E dopo aver assistito per sbaglio (ma sarà davvero così?) ad un orribile rito, i "fuggitivi" decidono di lottare contro i loro stessi genitori anche grazie alle loro caratteristiche meta-umane, finora sopite e a loro ignote.
Ma, come in ogni buona storia, non tutto è come appare e prima dello scontro finale alcune verità saranno svelate e molte maschere cadranno.

La saga dei Runaways continua in questo secondo volume, concludendo quella che in America è stata la prima serie e portando a compimento molte delle trame rimaste in sospeso nel primo volume.
La storia, imbastita da entrambi gli autori, Brian K. Vaughan e Adrian Alphona, è sicuramente avvincente, classica e allo stesso tempo non banale. Se ciò avviene però è soprattutto grazie alle caratterizzazioni perfette dei protagonisti, mai macchiette e ciascuno facilmente identificabile. Nessun comportamento, nessun dialogo sembra essere fuori luogo. Tanto da gridare al capolavoro? No, ancora no. Qualche piccolo, striminzito difettuccio c'è, soprattutto nel venderci l'identità del traditore, ma è davvero poca cosa.
I disegni, che in altre occasioni striderebbero nel loro rievocare le atmosfere giapponesi, sono perfettamente adeguati nel descrivere le tensioni e le emozioni puramente adolescenziali, aiutando ancora di più a caratterizzare al meglio i protagonisti.

Da un punto di vista editoriale la pubblicazione di questo volume fa certamente onore alla Panini, che ha scommesso in personaggi assolutamente marginali e di dubbio appeal, presentando al contempo un volume davvero gigantesco che permette di assorbire bene la trama di passaggio presente nelle prime sei storie, delle dodici che lo compongono.

D'altra parte, però, la resa grafica non è priva di difetti, colpa soprattutto di uno "spixellamento" che potrebbe dare fastidio anche a chi di solito non fa caso a queste cose.

Riccardo Galardini


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testi di Brian K. Vaughan
disegni di Adrian Alphona e Takeshi Miyazawa

Terzo volume dedicato alle peripezie di Nico, Gertrude, Chase & Co.: i Runaways insomma. Per chi ancora non li conoscesse, ecco un piccolo riassunto delle loro precedenti avventure.
I Runaways sono un gruppo di adolescenti che scopre che i loro genitori sono a capo di una setta criminale che domina Los Angeles, chiamata Orgoglio, il cui scopo è quello di aiutare bizzarri invasori alieni a distruggere il mondo. Il gruppo, composto da sei ragazzi, decide così di fuggire di casa (da qui il loro nome) iniziando una serie di avventure che li porteranno a sconfiggere i propri genitori, scongiurandone i piani, a scovare la talpa che si annida nel loro gruppo e ad incontrare illustri personaggi del Marvel Universe come Cloak e Dagger e persino i Nuovi Vendicatori.
Tutto questo è accaduto nei primi due volumi.

Parliamo ora di questo terzo volume, composto da due story-arc (il primo di sei parti e il secondo di due) pubblicati negli Stati Uniti nel 2005, a partire dai quali la numerazione della serie è ricominciata da uno.
Il tomo si apre mostrandoci i Runaways nell’insolita veste di vigilantes di Los Angeles, presa d’assalto da numerosi criminali dopo il vuoto di potere causato dalla dipartita di Orgoglio (vogliono espiare tutto il male causato dai loro genitori) e presentandoci un misterioso ragazzo che avrà un ruolo centrale in questa storia.

Come al solito Brian K. Vaughan ai testi è una garanzia, in quanto in grado di miscelare sapientemente umorismo e spensieratezza con un certo pizzico di dramma giovanile e avventura. Molto divertente l’idea del gruppo di ascolto per ex-supereroi che, come accade per gli alcolisti anonimi, cercano di “disintossicarsi” (senza troppo successo) dal costume. La trama, rispetto ai precedenti volumi, non è forse così avvincente ma la lettura risulta comunque piacevole e interessante, portando all’ingresso nel team di un nuovo componente e all’abbandono di uno vecchio. Centrale nel volume è senz’altro il finale del primo story-arc, che introduce un nuovo mistero nella trama della serie.
Il tutto coadiuvato dalle matite dal sempre più bravo Adrian Alphona, che riesce a donare alla serie quella freschezza che le si addice.
Le ultime due storie vedono invece alle matite Takeshi Miyazawa, noto a chi legge in lingua originale per il suo lavoro su Spider-man Loves Mary Jane.

In conclusione Runaways continua ad essere una lettura stuzzicante che non annoia e che rivestirà in futuro un ruolo sempre più importante nel grande affresco del Marvel Universe.

Simone Gazzani


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testi di Brian K. Vaughan
disegni di Adrian Alphona
Nico, Molly, Chase, Gert e Victor sono ancora in fuga, in fuga dal mondo degli adulti al quale sentono di non appartenere, ma scopriranno ben presto che l'isolamento non è un'opzione valida.

Cloak, ingiustamente accusato dell'assalto a Dagger, torna a Los Angeles a chiedere ai Runaways di aiutarlo a scagionarsi a fronte di una comunità supereroistica che non vuole credergli. Saranno addirittura i Nuovi Vendicatori a lottare contro i giovani protagonisti, i soli a rendersi conto che le apparenze molto spesso ingannano.

Al ritorno dei ragazzi a Los Angeles, inoltre, Orgoglio torna in grande stile, con nuovi, bizzarri membri ed un leader che credevamo morto. E mentre i Runaways inizieranno a litigare furiosamente nonostante il ritorno di una cara amica, i fedeli ai Gibborim ordiranno un piano di vendetta che porterà inevitabilmente ad uno scontro finale dal quale qualcuno non tornerà indietro.

Questo quarto volume della serie scorre via facilmente, dapprima con un crossover furbo ma non banale, per poi proseguire con lo scontro con il nuovo Orgoglio, vero piatto forte del volume. Aiutano nella scorrevolezza della lettura i disegni di Alphona, sempre efficaci per questo genere di storie e capaci di rendere al meglio le insicurezze dei personaggi.

Brian K. Vaughan continua a sorprendere il lettore con questa splendida serie adolescenziale, rendendo sempre più tridimensionali i suoi protagonisti. I rapporti complessi tra Nico, Gert e Chase in particolare sono la perfetta trasposizione delle amicizie giovanili, piene di rabbia, tradimenti, delusione e infine comprensione.

Stupisce anche la facilità con cui lo scrittore riesce a riprendere elementi passati che sembravano semplicemente personaggi e situazioni di contorno e a renderli parte integrante dello svolgimento della trama. I membri di Orgoglio infatti sono una piacevole e gustosa sorpresa, resa ancora più intrigante dalla scelta di ingannare bonariamente il lettore facendo sperare fino all'ultimo in un ritorno improbabile, e stravolgendo le carte in tavola proponendo un ritorno ancora più inaspettato.

E il tragico finale lascia il lettore desideroso di impossessarsi del prossimo volume, che sarà l'ultimo scritto da Vaughan.

Riccardo Galardini


giovanivendicatori_runaways_300Speciale Young Avengers/Runaways
testi di Zeb Wells
disegni di Stefano Caselli

Young Avengers e Runaways sono i due più grossi centri nel bersaglio della Marvel moderna. Entrambe sono riuscite a raggiungere il difficile obiettivo di creare una serie adolescenziale coerente, raccontate in modo moderno con un sapore classico al tempo stesso, in modo da aver appeal sia sulle nuove che sulle vecchie generazioni. Era inevitabile aspettarsi che i due team incrociassero presto o tardi le strade, anche se la speranza era che a prendere le redini della storia fosse uno dei due creatori delle serie, invece che il “mestierante” Zeb Wells. Tuttavia, l’esperienza con i New Warriors sembra aver giovato al buon Wells, che con questa storia riesce a caratterizzare perfettamente l’ampio cast di personaggi che si ritrova, riuscendo comunque a dare uno spazio ad ognuno di loro. Grazie soprattutto al sapiente uso dei dialoghi, riesce a tracciare e delineare i legami tra i vari characters e la loro personalità. Il grosso difetto della storia è però quello di avere un soggetto un po’ troppo diluito con alcuni punti morti nello svolgimento.
Dal punto di vista grafico, Stefano Caselli crea una rottura con quelli che sono gli stili di Alphona e Cheung sulle serie regolari, dove i ragazzi hanno in tutto e per tutto la fisicità di adolescenti. Qui invece li troviamo tutti più “pompati” e muscolosi ed ad un primo acchito potrebbero discordare con quanto visto nelle serie regolari, ma una volta fatta l’abitudine allo stile cartoonisco e dinamico di Caselli, si rimane colpiti dalla capacità di comunicare tramite immagini del disegnatore italiano.

Gianluca Reina



Gennaro Costanzo
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