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Dylan Dog Essential reading

Per leggere il resto dello speciale "I primi 20 anni di Dylan Dog", clicca qui.

- 1 L’alba dei morti viventi
- 10 Attraverso lo specchio
- 19 Memorie dall’invisibile
- 25 Morgana
- 34 Il buio
- 43 Storia di nessuno
- 46 Inferni
- 69 Caccia alle streghe
- 74 Il lungo addio
- 81 Johnny Freak
- 100 La storia di Dylan Dog
- 108 Il guardiano della memoria
- 121 Finchè morte non vi separi
- 193 L'eterna illusione
- 200 Il numero duecento
- 212 Necropolis
- 228 Oltre quella porta
- 241-242 Xabaras! – In nome del padre
- Speciale n°5 La casa degli uomini perduti


L’alba dei morti viventi
Dylan Dog 1 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Angelo Stano

E’ interessante rileggere oggi, a distanza di vent’anni, il primo numero di Dylan Dog. La serie di Sclavi si fece all’epoca la nomea di trait d’union tra il fumetto popolare e il fumetto d’autore, e questo episodio, molto più di tanti episodi recenti, dimostra quanto azzeccata fosse quella definizione.

Il Dylan Dog delle origini era un eroe già molto umanizzato, ma allo stesso tempo piuttosto "popolare" nel suo essere un detective sbruffoncello e un po’ antipatico alla Chandler, che ha (quasi) sempre la situazione in mano ed è accompagnato da una spalla che, per quanto singolare, è una spalla che si comporta come tale, e non si limita a sparare battute a raffica.
Di contro, molti sono gli aspetti autoriali, e basta leggere la prima scena per rendersene conto: una situazione horror abbastanza tipica, ma messa in scena dagli autori con inquadrature, ralenti, pause, giochi di luce assolutamente poco usuali per il fumetto di massa, almeno fino ad allora.
Lo stesso dicasi per i dialoghi referenziali, e per la poetica di Sclavi, oggi inflazionata ma vent’anni fa originalissima.
I disegni di Stano, intrisi di atmosfera, fanno il resto.

Giulio Capriglione


Attraverso lo specchio
Dylan Dog 10 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Giampiero Casertano

“Chi è colui così gagliardo e forte che possa vivere senza poi morire? E da colei ch’è tutto, Madonna Morte, l’anima sua possa far fuggire? La Morte schifosa, la Morte lasciva! La morte! La Morte! La Morte che arriva!”

Rowena Fairie organizza, in casa sua, una festa in maschera durante la quale la Morte sfiora alcuni invitati e, per sbaglio, anche uno sfortunato Dylan Dog.
Da questo momento tutte le persone toccate da “Madonna Morte” muoiono e non c’è alcun modo per arrestare questo processo, perchè si sa che non si può sfuggire a colei che è “l’immagine allo specchio... il mistero che è al di là della vita”.
Ma quale mistero e quale legame collega le vittime? Solo gli specchi, simbolo di una realtà capovolta dove le persone non sono altro che riflessi di sè stesse e dei propri incubi. Alla fine non esiste mistero, solo un gioco inscenato dalla Morte che alla fine risparmia la vita a Dylan quando qualcuno morirà al suo posto. In fondo una vita vale l’altra, ma c’è la consapevolezza che nessuno sfugge alla “nera signora”, nemmeno Dylan Dog.

“La Morte ha danzato, la Morte tua sposa, la Morte maligna, la Morte pietosa...”

Gennaro Costanzo


Memorie dall’invisibile
Dylan Dog 19 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2.50) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Giampiero Casertano

Che bello questo Dylan Dog. La redazione fu invasa di lettere di fan innamorate e commosse dal primo “Ti amo” convincente del nostro amico in camicia rossa. E’ un noir, tinto chiaramente di orrore, ambientato nei foschi postriboli di una singolare Londra che ancora pratica la pena di morte.

Già dalle prime pagine, fitte di agrodolci riflessioni di un uomo invisibile, ci si rende conto che si sta sfogliando un albo che non si dimenticherà. Abbondano le caricature di personaggi topici e grotteschi, quasi dickensiani. Basti pensare alla vecchia ed inquietante Tabitha, che tra le altre cose cita pari passo il verso di Un giudice, splendida canzone di De Andrè del ’71. Erano altri tempi.

E che dire di Bree Daniels? E’ sicuramente il personaggio che più irretisce, e più cattura il lettore... Non è semplicemente la bellona di turno. E’ una prostituta, è sveglia, disincantata, adulta. Dylan ne rimarrà folgorato. E non la dimenticherà mai. Tornerà nei suoi sogni ricorrenti di amori persi o passanti (come Morgana, o la meravigliosa Marina de Il lungo addio). Molti lettori nerd la ricordano per come scimmiotta il suo nome in “Dailan”.
Bree è tutto ciò che Dylan non è. Per questo, quando la perde, l’Indagatore piange e si strugge. E’ la prima volta, in 19 numeri. Troviamo accenni di un eroe negativo, privo di filtri di buonismo, che scopre un seno, beve un whisky con Bloch e, accecato dal suo umano amore, spara per uccidere, non per ferire.

Il pathos convinse i miei ingenui 15 anni, e ancora oggi continua a fare il suo dovere.
Bree tornerà per l’ultima volta nel numero 88 (Oltre la morte di Sclavi e Soldi).

Paolo De Luca


Morgana
Dylan Dog 25 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2.50) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Angelo Stano

Con Morgana, venticinquesimo appuntamento della serie, Tiziano Sclavi inizia a gettare, forse inconsciamente, le basi dell’universo narrativo del nostro indagatore dell’incubo.
Storia onirica per eccellenza, Morgana introduce per la prima volta quello che può essere probabilmente considerato come uno dei personaggi femminili più importanti e amati della serie.
La storia, a cui si legheranno sottilmente gli eventi dell’altrettanto celebre “Storia di Nessuno” (Dylan Dog 43), rappresenta un viaggio nei meandri di un amore impossibile che si dipana attraverso un percorso narrativo completamente privo di vincoli e costantemente sospeso tra il reale e l’irreale.
Un Tiziano Sclavi all’ennesima potenza, che con questo racconto sospeso tra sogno e realtà dimostra con forza come sia possibile riscrivere le regole della narrazione seriale. Alle matite, per la seconda volta su Dylan Dog, troviamo un eccellente quanto ispirato Angelo Stano, sempre a suo agio tra zombi e situazioni narrative che vanno ben al di là della sfera razionale.

Alessandro Maio


Il buio
Dylan Dog 34 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2.50) testi di Claudio Chiaverotti, disegni di Pietro Dall’Agnol

Era il periodo in cui Dylan Dog faceva ancora paura. Quando le idee inedite abbondavano e questo giovane fumetto bonelliano continuava a differenziarsi dagli altri albi nelle edicole. Dylan era ancora scevro del politically correct; vergine di ogni forma di qualunquismo, che in seguito avrebbe serpeggiato in molti dei suoi albi sempre più poveri.

Il buio, numero 34 di Chiaverotti e Dall’Agnol, è paradossalmente una delle più luminose avventure del nostro eroe.
La trama è semplice: Mana Cerace, è lo spettro di un assassino che torna ad uccidere sfruttando l’odio di chi lo invoca. Si nutre di oscurità, ne è parte stessa. Il buio è il suo regno dove consacra la sua invulnerabilità. Fa paura.
L’albo prosegue con ritmi serrati, procedendo con quegli stacchi di vignetta quasi cinematografici, che tanto piacciono al mio preferito Chiaverotti. I ritmi sono alternati egregiamente: splendida la “parata dei sosia” nel rush finale.

E’ un albo denso di spunti, vero emblema di un Dylan Dog lontano, e ahimè, irripetibile. Guardate la terza vignetta a pag. 32, palese citazione di Memorie dall’invisibile. Gustatevi l’enigmatica strega di pag. 52, un personaggio non necessario allo sviluppo della trama, ma semplicemente ritratto in ossequio alla fantasia. Una vignetta che non riempie semplicemente una pagina, la emoziona.
Lessi il buio dodici anni fa. Ancora oggi, se mi ci soffermo a pensare, lascio la luce accesa.

Paolo De Luca


Storia di nessuno
Dylan Dog 43 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2.50) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Angelo Stano

Cosa accadrebbe se un signor Nessuno prima di morire, non rivedesse soltanto la propria vita ma decidesse di proseguire a viverne un'altra? Avremmo la possibilità di vivere una variante diversa della nostra stessa esistenza ma con sostanziali modifiche.

Un Dylan Dog che beve e che suona il sax, ad esempio e uno Xabaras psichiatra, refrattario a qualsiasi tipologia di esperimento di natura eticamente e moralmente dubbia, e legato alla ricerca in ambito psicologico e non ossessionato dalla vita eterna.

Mondi paralleli che si intrecciano grazie alla vita (o alla non-vita) di una persona qualunque ma che allo stesso tempo portano leggermente avanti, con piccoli e graduali passi, il mistero dietro al vero rapporto che si cela tra il nostro Indagatore dell'Incubo, il suo ipotetico “padre” e il siero dell'immortalità.

Interrogativi che spostano l'attenzione sulle piccole cose, sui momenti di un'esistenza modesta ma che ci porta a riconsiderare tutto il nostro operato in relazione a ciò che siamo diventati.
Se il signor Nessuno dovesse morire, tutta la realtà creata svanirebbe con lui?

Andrea Gadaldi


Inferni
Dylan Dog 46 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Carlo Ambrosini

Dinanzi alla morte del proprio marito, a causa di una seduta spiritica guidata dalla signora Trelkovsky, Pat vuole capire come si possa spiegare l'accaduto.
Questo creerà degli squilibri nell'aldilà, grazie al potere catalizzatore di Dylan Dog, che permetterà a Griffin (il marito di Pat) di tornare nel mondo dei vivi.
Si tratta del primo albo in cui appare la concezione standard dell'inferno all'interno della collana, in cui ogni aldilà è diverso a seconda delle diverse sfumature appartenenti alle varie persone, alle varie ideologie ed ai vari stili di vita.
Appaiono personaggi buffi sotto forma di oggetti quotidiani antropomorfi e compare il capo dell'inferno burocratico, burbero e con uno strano senso dell'umorismo che ci accompagnerà per mano nella comprensione degli ingranaggi che muovono il suo settore.
Tutto questo rapportato all'inferno del nostro mondo, fatto di cose non dette, omicidi, frasi non svelate e qui pro quo pronti a confondere la percezione che abbiamo delle altre persone.
“L'inferno non è cosi brutto come lo si dipinge!”

Andrea Gadaldi


Caccia alle streghe
Dylan Dog 69 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Pietro Dall'Agnol

Ci sono storie che raccontano di serial killer, di diavoli o di vampiri.
In Caccia alle streghe starà a noi decidere se le streghe ci sono o se sono solo le ombre delle nostre paure e delle nostre incertezze. Un numero unico nella sua analisi, l'accusa contro la censura utilizzando, come mezzo, quello stesso mezzo che ne è la vittima.

Autocelebrativo nel suo proporre un fumetto fittizio all'interno dell'albo, che ricorda l'unione tra lo stesso Dylan Dog e Martin Mystere, e autocritico nell'analizzare l'evoluzione stessa del fenomeno Horror quale è stato l'Indagatore dell'Incubo, partendo da numeri più splatter fino a trasformarsi man mano in qualcosa di meno cruento.

Particolare nella sua proposta narrativa, in cui il vero nemico è l'incomprensione e la mancata voglia di andare oltre la facciata superficiale di ciò che si legge, ma sopratutto inconcluso nel finale, perchè il giudizio sulla salvezza o sulla morte di Dylan non dipende da chi lo scrive o chi lo disegna ma, ovviamente, da chi lo legge.

Andrea Gadaldi


Il lungo addio
Dylan Dog 74 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi di Mauro Marcheselli, disegni di Carlo Ambrosini.

Dietro un titolo “rubato” a Chandler si nasconde il numero più atipico dell’intera produzione Dylaniata.
Lo si capisce fin dall’inizio: Marina Kimball, la bella cliente di turno (amica nonché ex fiamma dell’indagatore) non gli affida alcun caso, vuole solo che Dylan la riaccompagni a casa.
Un viaggio a cavallo tra passato e presente, tra gioventù ed età adulta, tra realtà e fantasia.
Un viaggio che per una volta non è un incubo, ma un sogno.
Il sogno di due ragazzi, ora adulti, che si riscoprono a 20 anni di distanza ancora innamorati.

Tiziano Sclavi e Mauro Marcheselli scrivono una storia di Dylan che è una poesia lunga 96 pagine.
96 pagine prive di mostri, sangue, splatter e (cosa più unica che rara) freddure di Groucho.
L’unico mostro presente nella storia è la morte, un mostro che neanche la fida pistola dell’Indagatore dell’Incubo puo’ abbattere.

Disegnatore della storia è Carlo Ambrosini, che utilizza due tecniche di disegno diverse a seconda della linea temporale della storia: il classico bianco e nero per il presente e una mezza tinta per i flashback.
Un numero da leggere, conservare e rileggere, meglio se abbracciati alla propria amata.
Un numero che ricorda perché Dylan Dog viene considerato “l’ultimo romantico”.

Emanuele Emma


Johnny Freak
Dylan Dog 81 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2.50) soggetto di Mauro Marcheselli, testi di Tiziano Sclavi, disegni di Andrea Venturi

"Ricordo che, mentre scrivevo le ultime pagine di Johnny Freak, piangevo, avevo le lacrime che mi cadevano sul computer e dicevo: "No, non morire, non morire!", anche se poi ero io che lo facevo morire."

A parlare è Tiziano Sclavi, che con il numero 81 di Dylan Dog raggiunge una delle più alte vette qualitative del fumetto popolare italiano, supportato da un soggetto azzeccatissimo di Mauro Marcheselli.
Proprio episodi come questo mettono in dubbio tutte le classificazioni di genere, visto che il risultato finale, sia a livello artistico che emotivo, è altissimo. La storia di un ragazzino deforme, anzi deformato, vittima dei veri mostri (che, come ci ha insegnato Dylan, girano tra di noi in giacca e cravatta) commuove dalla prima all'ultima pagina. Il realismo crea empatia, i disegni morbidi ed espressivi di Andrea Venturi sono coinvolgenti, la caratterizzazione di tutti i personaggi è azzeccata, da manuale.
Proprio in storie come questa si definisce il vero Dylan Dog, quello troppo spesso disatteso.

Pur mancando elementi splatter o horrorifici puri, a cui spesso si ricorre quando non si sa interpretare le poetica del personaggio, questo è il Dylan riconoscibile e indimenticabile. Non si potrà fare a meno di commuoversi, al termine della lettura.

Marco Rizzo


La storia di Dylan Dog
Dylan Dog 100 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine a colori, € 2,50) testi di Tiziano Sclavi, disegni e colori di Angelo Stano

La serie dell’indagatore dell’incubo raggiunge la centesima uscita, festeggiata, come di rito in casa Bonelli, con un numero speciale interamente a colori.
Dylan Dog, una volta incollato l’ultimo tassello del suo leggendario galeone, dovrà intraprendere l’indagine più misteriosa di tutte: fare ordine tra i tasselli che compongono il puzzle della sua vita e scoprire il suo vero passato.
Questo nuovo incubo, a cavallo tra passato e presente, lo porterà a rivelazioni sconcertanti, quali il suo vero rapporto con l’immortale Xabaras (parte malvagia di suo padre) e Morgana, l’unica donna che abbia mai amato e il cui sguardo ha cercato in cento altre donne.
Donna che si rivelerà essere sua madre.

Questo numero 100 è, paradossalmente, l’episodio finale della saga, pubblicato a serie in corsa quando la fine della collana è ancora ben lontana.
L’albo è scritto da Tiziano Sclavi, creatore del personaggio e disegnato da Angelo Stano, nelle veci anche di colorista.
Il copertinista della serie torna a disegnare un intero albo dopo Storia di nessuno (numero 43) e si ritrova perfettamente a suo agio con le atmosfere fantasy e oniriche che fanno da sfondo all’ultimo incubo dell’indagatore.

Nonostante quanto raccontato in questo numero, la vita di Dylan Dog ha comunque ancora molti punti oscuri e contrastanti in attesa di essere spiegati, chissà, nei due numeri del ventennale firmati Barbato e Brindisi.

Emanuele Emma


Il guardiano della memoria
Dylan Dog 108 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi e disegni di Carlo Ambrosini

Dylan Dog sogna di essere condannato a morte e sta per essere fucilato, ed uno dei personaggi del suo sogno, è lo stesso malato terminale condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie.
Questi vuole parlare con il nostro indagatore dell'incubo della propria figlia e dell'uomo con cui vive. Ritornano anche i personaggi facenti parte dell'inferno burocratico con le classiche scenette umoristiche che si contrappongono in questo particolare volume al “doppio groucho” (due assistenti di cui uno è il sosia dell'altro); viene introdotta anche la figura dell'angelo Pastorius che è sulla terra per sistemare per prevenire il male del dottor Sabbarna.

Un albo tutto ad opera di Ambrosini in cui vige in maniera quasi totale un appeal onirico e surreale, basato sui ricordi passati e persi, sulle esperienze di vita e sulle occasioni sprecate, in cui tutto è legato ai piccoli momenti della propria esistenza ed ai particolari più insignificanti che guidano le nostre strade.

Andrea Gadaldi


Finchè morte non vi separi
Dylan Dog 121 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 110 pagine a colori, € 2,50) testi di Tiziano Sclavi e Mauro Marcheselli, disegni e colori di Bruno Brindisi

Il secondo appuntamento a colori nella storia della collana ci racconta dell'esperienza di Dylan come poliziotto di Scotland Yard e della storia d'amore con Lillie Connolly, un'Irlandese affiliata all'ira e condannata per terrorismo.
Un numero che aumenta anche la nostra conoscenza del rapporto che c'è tra Dylan e l'ispettore Bloch e ci presenta il primo incontro tra l'indagatore dell'incubo ed il suo assistente Groucho.

E' un racconto crudo, viscerale, in cui l'orrore non è altro che una situazione reale in cui tutti potremmo finire, una bomba che esplode dentro una carrozzina abbandonata, un amico innocente che muore per una scelta casuale. L'atmosfera e l'aria “di tutti i giorni”, che si respira camminando per strada, unita alle digressioni tecniche e alle condizioni in cui vertono le carceri, ci proietta ancora di più in una esperienza diretta e precisa, poco fantasiosa, presente comunque nelle sequenze in cui Dylan e Lillie sono insieme in un luogo imprecisato e in un tempo non definito.

Andrea Gadaldi


L'eterna illusione
Dylan Dog 193 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine a colori, € 2,50) testi di Pasquale Ruju, disegni di Corrado Roi

Singolare trama che, con un repentino incipit, catapulta immediatamente il lettore nel momento drammatico nel quale il cattivo di turno, con i suoi omicidi, anela affannosamente all'immortalità attraverso la fama con un espediente ben poco gradito al povero Bloch; nel perfetto stile dylandoghiano l'avido desiderio del malvagio viene persino esaudito nell'agognata eternità di pupille prive di vita. E' chiaro dalle prime pagine che ci troviamo innanzi ad un anomalo Dylan dalle appassionate dichiarazioni d’amore puro e rassicurante a Diane Crane, donna dalla diafana e matura bellezza.
L'intera vicenda sembrerebbe un'oscura favola d'amore e morte.
Dagli antipodi di Cupido arriva in bicicletta un uomo chiamato Fallen, con un pugnale. Egli grava sugli incubi del medesimo indagatore pur non versando una singola goccia di sangue.
Tralasciando un’iniziale morte violenta, infatti, l'episodio non da alla luce nessun sordido omicidio, solo un efferato senso di pena e inquietudine.
Deliziosa"Paulette" dalla cronica mestizia, anche lei ignara "carnefice" nel sadico gioco dell'amore, che costringe Groucho ad un'insolita resa emotiva.
Sarà Dylan a darci un epilogo amaramente omnicomprensivo.

Marta Capuozzo


Il numero duecento
Dylan Dog 200 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine a colori, € 2,50) testi di Paola Barbato, disegni di Bruno Brindisi

Per festeggiare la duecentesima uscita della testata, Paola Barbato e Bruno Brindisi ci trasportano con i ricordi indietro nel tempo, quando un giovane Dylan, afflitto dall’alcoolismo, non riusciva a liberarsi dal suo triste passato.
Una situazione che pian piano lo trascinerà sempre più in basso, fino a costringerlo a lasciare Scotland Yard per intraprendere l’attività di Indagatore dell’Incubo.
Ma oltre all’inizio del rapporto con l’assistente Groucho, che fin dalle prime battute si rivela per Dylan più di un semplice collaboratore, un vero amico su cui contare in ogni istante e determinante per dare una svolta alla sua vita, il numero si concentra sul delicato rapporto fra l’indagatore e Bloch.

Con un omaggio a Zanardi, personaggio di Andrea Pazienza, conosciamo il giovane Virgil, figlio di Bloch, che si tormenta per non essere degno della stima dell’ispettore, a differenza invece del prediletto Dylan.
Una storia intensa, che fa luce sul passato dei protagonisti della serie, narrata con grande maestria da una coppia di autori al loro top.

Gennaro Costanzo


Necropolis
Dylan Dog 212 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96 pagine in b/n, € 2,50) testi di Paola Barbato, disegni di Giovanni Freghieri.

Esiste da qualche parte un luogo dove vengono rinchiusi pericolosi criminali considerati come irrecuperabili. Un luogo dove ogni attimo della giornata è programmato e scandito da super-computers. Dylan Dog si ritroverà suo malgrado prigioniero di questa gabbia, dalla quale dovrà cercare in ogni modo di uscire… ma siamo sicuri che l’Indagatore dell’Incubo voglia davvero lasciare Necropolis? E soprattutto, esiste davvero Necropolis?

Paola Barbato riesce nuovamente a tessere una trama appassionante, che riprende alcuni temi dal romanzo 1984 di George Orwell e in alcuni casi richiama la serie televisiva Il Prigioniero.

I prigionieri perdono completamente le loro identità (tema della cover di Stano, con alcuni individui privi di volto), vengono chiamati per numero e gli viene negata ogni possibilità di dialogo o di contatto fisico, se non in alcuni casi, comunque controllati dalle varie intelligenze artificiali.
La quasi totale assenza di relazioni interpersonali porta gli individui ad uno stato di “lucida follia” che li spinge alla volontaria accettazione della prigionia.

Questo luogo claustrofobico viene magistralmente disegnato da Giovanni Freghieri che, nonostante la quasi totale mancanza (volontaria e necessaria) di sfondi, riesce a dare prova della sua abilità al tavolo da disegno.
Da notare, oltre all’uso ricorrente del primo piano per meglio delineare le emozioni dei personaggi, la splash page di pagina 32, l’unica mai apparsa sulla serie regolare di Dylan Dog.

Emanuele Emma


Xabaras! – In nome del padre
Dylan Dog 241-242 (Sergio Bonelli Editore, brossurato, 96+96 pagine a colori, € 2,50 cad.) testi di Paola Barbato, disegni di Bruno Brindisi

Dylan Dog compie vent’anni e la Bonelli festeggia quest’anniversario proponendo una doppia storia a colori, fondamentale per la continuity del personaggio.
Certo, parlare di continuity per un personaggio come Dylan, su cui è stato scritto l’impossibile, è alquanto azzardato. Il doppio racconto della coppia Barbato-Brindisi (già all’opera su un altro importante anniversario, ovvero quello del numero 200) riesce però nell’ardua impresa di non tradire le alte aspettative e di consegnarci una storia dai toni drammatici, colma di suspence e determinate per far luce su alcuni misteri riguardanti l’indagatore dell’incubo.

La Barbato, assunto ormai il ruolo ufficiale di “tutore” di Dylan, mette in atto, su indicazione dello stesso Sclavi, un’uscita di scena spettacolare, ovvero quella di Xabaras, a cui infonde uno spessore psicologico tale da rubar la scena allo stesso Dylan.
Determinante, inoltre, la presenza di Cagliostro, vero deus ex machina della storia, che, in futuro, potrebbe svolgere un ruolo determinante all’interno della serie.

La speranza è che, in futuro, gli autori raccolgano gli spunti disseminati in questo doppio racconto per infondere nuova linfa ad un personaggio che ultimamente (se si escludono le solite eccezioni) trascinava stancamente il suo nome.

Gennaro Costanzo


La casa degli uomini perduti
Dylan Dog Speciale n°5 (1991) Ultima edizione: Dylan Dog Super Book n°13 (Sergio Bonelli Editore, cartonato, 132 pagine in b/n, € 6.00) testi di Tiziano Sclavi, disegni di Giampiero Casertano

Strane cose succedono a Casa Velasco, nel paesino di Haven. La Casa è maledetta, o almeno questo è quello che dice la gente del posto. Quel che è certo è che ogni persona che vi ha vissuto è misteriosamente scomparsa, a cominciare da colui che l'ha eretta, Vlad Velasco. Nome evocativo, vi pare?
Brava gente quella di Haven, forse un po’ schiva ma, del resto, la vita di paese è molto diversa dalla realtà. Strana cosa la realtà; cos'è reale e cosa no? Perfino i concetti di bene e male sono strettamente legati all'occhio di chi osserva e difficilmente assimilabili ad un dogma comune.

Prendendo spunto da uno dei temi più amati dell'immaginario Horror, quello della casa infestata, Tiziano Sclavi si addentra in una lucida decostruzione del concetto di bene e male e della figura del "mostro". Chi è il vero mostro in una società di spettri e qual è il ruolo dell'eroe?
Una delle storie più ispirate dell'Indagatore dell'Incubo e una delle migliori prove di Giampiero Casertano, le cui tavole ci mostrano il mondo distorto dalla lente deformante di uno sguardo allucinato e folle. Lo sguardo del mostro. Lo sguardo dell'eroe.

Davide "Curioso" Morando



Carlo Del Grande
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