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X-Men Essential Reading

Parte oggi un Essential Reading che si snoderà per l'intera durata dello speciale X3. Un invito alla lettura e alla scoperta dei gioielli che costellano la ultraquarantennale storia degli uomini X.






Elegia - Testi di Chris Claremont, disegni di John Byrne, chine di Terry Austin.
Prima pubblicazione italiana: "L'Uomo Ragno" 19/20 (Star Comics)

Uno dei capitoli più belli della saga degli X-Men, "Elegia" è, ancora oggi, a distanza di più di 20 anni dalla sua pubblicazione in Usa, la storia che segna la fine di un’era e l'inizio di un’altra per i mutanti Marvel. Non è infatti solamente un racconto retrospettivo per ricordare l'allora (defunta) Jean Grey, ma soprattutto una ricostruzione delle vicende storiche del gruppo attraverso i pensieri e i ricordi di un sofferente Scott Summers: i quali prendono forma tramite le bellissime tavole di John Byrne, che coadiuvato dalle fluide chine di Terry Austin, ritrae vecchie battaglie con antichi nemici, l'inizio di quelle che sarebbero divenute durature amicizie e la nascita di un amore, quello tra Jean e Scott.
Un amore che Chris Claremont ci narra come inizialmente silenzioso, un amore nascosto e sofferto da parte di un ragazzo che non aveva prima d'ora mai conosciuto questo sentimento. L'autore britannico ci rivela un aspetto inedito del personaggio di Ciclope, una figura tormentata e piena di sentimenti celata sotto la scorza del leader che conosciamo e segnata da una sofferenza che John Byrne tratteggia perfettamente, disegnando sul viso di Scott la forza del dolore. Un dolore che porterà Scott a lasciare gli X-Men, dicendo momentaneamente addio al sogno di Xavier, ma decidendo allo stesso tempo di non chiudersi più in se stesso, di continuare a vivere per ricordare la forza donatagli da Jean. E l’addio di Scott lascia il posto a un nuovo arrivo, alla figura di una ragazzina nervosa, seduta sugli scalini dello Xavier Institute. Il suo nome è Kitty Pryde, e gli X-Men diventeranno presto la sua nuova famiglia.

Carlo Coratelli



La prima notte - Testi di Chris Claremont, disegni di John Bolton e Dave Cockrum, Chine di Terry Austin
Prima pubblicazione italiana: "L'Uomo Ragno" 51/52 (Star Comics)

Le "origini" di un gruppo di personaggi straordinari come gli X-men, quelli della seconda generazione degli anni 70, sono sicuramente un ottimo starting point per chi si affaccia al mondo dei mutanti.
Pur essendo Giant Size X-men 1 l'albo reale d'esordio, il primo numero di Classic X-men aggiunge qualcosa di piu'; e non certo a livello di accorgimenti tecnici della storia (anzi, viene quasi glissato lo scontro con Krakoa, il villain dell’albo originale), ma perché in questa riedizione riveduta e corretta l’autore Chris Claremont preferisce raccontarci le prime reazioni, i disaccordi, le tensioni che si iniziano a creare fra vecchi e nuovi X-men, e che danno un senso molto piu' profondo al motivo per cui i "vecchi" membri del gruppo lasceranno la scuola.
In particolare ci preme segnalare la descrizione in poche, efficacissimi battute del rapporto Jean/Logan, in cui già si riesce ad avvertire tutta la tensione sessuale e i sentimenti mai esplicitati fra i due che caratterizzeranno a lungo la serie negli anni a venire.
A supporto di Claremont troviamo in questa storia un giovane John Bolton, autore che proprio con Classic X-men avrebbe raggiunto una certa fama negli States e che del gruppo mutante ci da l'interpretazione piu' umana, delineando con cura ogni espressione dei protagonisti e rendendo ogni vignetta un piccolo capolavoro emotivo.
Un “nuovo inizio” che non puo' non colpire il lettore.

Danilo Guarino



La saga di Fenice Nera - Testi di Chris Claremont, disegni di John Byrne

La saga di Fenice è stata per gli X-Men il punto di massimo splendore, sia a livello di popolarità che per la qualità della serie, con l'ottima accoppiata Claremont/Byrne.
I due autori riuscirono a instaurare una vera e propria sinergia, frutto di una sorta di ibrido tra i plot di Claremont che venivano in parte rimaneggiati da Byrne, allora "solo" un disegnatore ma già con tantissime idee.
E' anche il culmine di una serie di sottotrame che Claremont portava avanti da diversi anni e che proprio in questa mitica saga trovarono la loro conclusione.
Fa piacere notare come, nonostante gli anni, queste storie non subiscano il peso degli anni: ogni capitolo infatti è strutturato con un finale a cliffhanger che invoglia il lettore a leggere subito il capitolo successivo.
Claremont e Byrne introdussero tantissimi personaggi che poi sarebbero diventati dei classici characters o villain degli X-Men.
Da Kitty Pryde a Dazzler, dal Club Infernale al senatore Robert Kelly, in un mix di azione, colpi di scena e escalation emotiva.
Diversi i momenti topici di queste storie: dalla nascita di Fenice Nera alla famosissima scena di Wolverine nelle fogne, sconfitto da degli sgherri del Club Infernale. Celebberrima la frase:"okay bastardi ci avete provato, ora tocca a me."
Questa storia è anche nota per essere stata la prima in cui un editor in chief e' intervenuto pesantemente nella costruzione della stessa.
Il buon Jim shooter non vedeva di buon occhio l'idea di Claremont & Byrne di inscenare un finale tutto sommato indolore per Jean Grey, per cui i due autori furono costretti a rimaneggiare in parte il finale della storia.
Insomma sono tutti elementi che possono far capire come questa storia è sicuramente il masterpiece degli X-Men, che non può mancare a tutti quelli che vogliono conoscere uno dei punti cruciali nella turbolenta storia dei Figli Dell'Atomo.

Danilo Guarino



Giorni di un futuro passato - Il tempo è impazzito di Chris Claremont, John Byrne

“Questa è la storie di due mondi... e della ragazza/donna che tentò di salvarli.”
Anno 2013, per i mutanti non c’è più scampo. La guerra civile dichiarata dagli umani ha sterminato ogni essere che mostrasse alcun tipo di “sovranormalità”. L’esercito delle sentinelle ha ucciso ogni membro degli X-Men, solo quattro i superstiti: Wolverine, Colosso, Tempesta e Katherine Pryde.
Ora le sentinelle minacciano di attuare la loro politica al di fuori del confine americano scatenando una nuova guerra mondiale. Cambiare il destino del mondo è possibile solo evitando l’omicidio del Senatore Kelly, morto nel 1980 per mano della confraternita mutante guidata da Mystica, in un viaggio temporale che trasporta la mente dell’adulta Katherine Pryde negli anni della sua giovinezza.
Chris Claremont e John Byrne in una simbiosi al limite della perfezione ci regalano una delle pietre miliari degli uomini X. Una storia drammatica, dove l’interazione fra i vari personaggi mostra le potenzialità di ogni X-Men nel loro periodo d’oro. Una storia che non risente affatto del tempo trascorso, scritta in un periodo in cui appena due episodi bastavano a narrare una saga complessa e articolata, scolpita nel cuore dei fan.

Gennaro Costanzo



Vitamorte - Testi di Chris Claremont, disegni di Barry Windsor-Smith.
Prima pubblicazione italiana: "Gli Incredibili X-Men" 12 (Star Comics)

La serie degli X-men conobbe un punto di svolta verso la metà degli anni '80, quando a prendere le redini della serie come editor fu Ann Nocenti , che prese il posto di Roger Stern.
Se nel periodo Stern la chiave di volta della serie era un certo supereroismo classico, con l'arrivo della Nocenti gli X-Men iniziarono a cambiare radicalmente, e non solo esteticamente: invece che prendersi a botte con il cattivo di turno, gli uomini x avevano come avversari... i propri sentimenti, i propri dubbi e le proprie paure.
Da questo punto di vista, Vitamorte rappresenta una buon esempio di tutto ciò.
La presenza degli spettri neri è quasi marginale rispetto al dramma che vive Ororo Munroe, altrimenti conosciuta come Tempesta.
Le sono stati strappati i poteri e non vuole più vivere.
La storia inizia con un emblematica pagina splendidamente raffigurata da Barry Windsor Smith, in cui Ororo è raggomitolata nelle lenzuola.
"C'era una una donna che sapeva volare."
Una frase che fa correre un brivido lungo la schiena del lettore.
Ma vitamorte non è solo questo, è anche un viaggio fra la disullusione di due persone (Ororo e Forge), a cui la vita ha passato una mano amara.
Qual'è la strada giusta? E' più facile scegliere la via del suicidio o affrontare la vita anche nei suoi aspetti più duri?
I due sembrano avvicinarsi, forse potrebbe nascere un amore, ma il terribile segreto che nasconde Forge fa crollare la fragile illusione e la vita sembra piu' amara che mai.
Un racconto intenso, profondo, che colpisce al cuore.

Danilo Guarino



Lupo Ferito - Testi di Chris Claremont, disegni di Barry Windsor-Smith.
Prima pubblicazione italiana: "Gli Incredibili X-men" 19 (Star Comics)

A volte una serie vive di veri e propri fenomeni inaspettati. Per gli X-men di Claremont, il fenomeno fu quello di trovarsi un personaggio dalle sorprendenti potenzialità: Wolverine.
Per quanto sia poi stato abusato in seguito, Logan ebbe un'enorme crescita di popolarità negli anni '80, grazie anche all'abilità di Claremont nel farlo evolvere da semplice litigioso e violento del gruppo, fino a ergerlo a vera e propria anima degli X-Men.
Uno dei racconti emblematici della crescita di Logan è Lupo Ferito, in cui Claremont è coadiuvato da un grandioso Barry Windsor-Smith ai disegni.
La storia è piena di particolari interessanti: Logan per gran parte dell'albo è dominato dai suoi istinti bestiali, e solo la piccola Katie Power riesce a far riemergere l'uomo che è in lui.
Ma chi è Logan? E' un uomo pronto ad uccidere il nemico, eppure è un samurai, un uomo d'onore che rifiuta di arrendersi a se stesso.
In questo senso la lotta con Deathstrike è soprattutto simbolica: una contrapposizione tra due modi di pensare, di essere; tra chi subisce una trasformazione e chi è disposto a tutto pur di arrivare al potere ultimo.
L'apporto di Windsor-Smith è essenziale, i suoi personaggi con quegli occhi "sfatti", il cui dolore profondo può essere avvertito dal lettore.
Sono tavole semplici, ma al tempo stesso con una grande cura dei dettagli dei personaggi, in un esercizio di storytelling praticamente perfetto.
Se davvero volete conoscere quale sono le vere potenzialità di Wolverine, questo racconto ve le farà conoscere tutte.

Danilo Guarino



Tigri Nella notte - Testi di Scott Lodbell, disegni di John Romita Jr.
Prima pubblicazione italiana: su "Gli Incredibili X-Men" 67 (Panini Comics)

Uno dei primi autori a doversi barcamenare con la pesante eredità lasciata da Chris Claremont, dopo il suo abbandono all'inizio degli anni '90, fu Scott Lodbell.
Su Lodbell c'è stato sicuramente un giudizio contrastato da parte di critica e lettori, ma una cosa è certa: è riuscito a rendere più umano un personaggio a volte ostico ai lettori come Charles Xavier.
Eh sì, il capo degli X-Men, a volte così pomposo e pieno di sé, non sempre è riuscito ad entrare nelle simpatie dei lettori, tanto che spesso lo stesso Claremont se ne liberava per periodi piuttosto lunghi.
In questo racconto, invece, Lodbell ci mostra tutte le potenzialità e l'umanità del professore; attraverso un lungo dialogo con lo spirito di Magneto (quasi un grillo parlante o la voce della coscienza di Xavier in questo caso), Charles rivede tutti gli episodi della sua vita, dalla difficile infanzia ai suoi vari rapporti amorosi.
Ed è proprio nel cuore che Charles pecca.
Lodbell ci mostra come questo personaggio così ferreo e logico cerchi di celare i suoi sentimenti, oppure di instaurare relazioni quantomeno improbabili. E come, a volte, sia disposto a tutto pur di vincere, rivelandosi da un certo punto di vista non meno spietato del tanto odiato Magneto.
Questo episodio si fregia poi degli ottimi disegni di un ispirato Romita Jr., chinato ottimamente da Dan Green, che aggiunge un pathos e un crescendo alla storia come solo un grande disegnatore sa fare.

Danilo Guarino



Il ciclo di Grant Morrison - Testi di Grant Morrison, disegni di Frank Quitely e aa.vv.
Prima pubblicazione italiana: "Gli Incredibili X-Men" 17/50 (Panini Comics)

L’avvento di Grant Morrison sulle pagine della stessa testata - X-Men, ribattezzata New X-Men per l’occasione - che aveva esordito con il fantastico duo Chris Claremont/Jim Lee spaccò in due i lettori dei mutanti: chi, stanco di un universo narrativo, quello degli Uomini-X, che sembrava non avere più niente da dire, trovò pane per i propri denti; viceversa, i Marvel-zombies, gli integralisti della continuity e del rispetto maniacale delle caratteristiche dei personaggi dei fumetti, gridarono allo scandalo per una rivoluzione che prese il via dal lato estetico (fuori i costumi colorati, via libera a quelli che, poi, avremmo visto nei tre recenti film). Tuttavia, parte di questi ultimi si è dovuta ricredere, a fronte dell’evolversi paradossalmente classico dello stile di Morrison nella sua lunga run mutante.
A un inizio palesemente di rottura, con la suddetta svolta estetica, nonchè una libertà di linguaggio, un cinismo ed un realismo mai visti su una testata X, è seguito un crescendo che ha puntato sugli elementi classici della storia dei pupilli di Xavier, fino ad omaggiare lo storico scrittore Chris Claremont con una versione morrisoniana di Giorni di un futuro passato.
La run di Morrison va letta, studiata, rimuginata e riletta. E a facilitarvi il lavoro troverete artisti di enorme talento, tra cui spicca un Frank Quitely perfetto. Una parte sognatrice di voi si chiederà come sarebbe stata l’intera run disegnata dal rodato duo Grant/Frank. Una cosa è certa: probabilmente ancora non ne avremmo letto la fine, visti i noti dilatati tempi di Quitely. Scherzi a parte, il lato grafico è, forse, una delle poche pecche imputabili a questa imperdibile run: una pecca riconducibile agli editor Marvel e alla lunghezza della saga, ovviamente, ma che, visti gli sbalzi di qualità, potrebbe infastidire un lettore in cerca di un’opera graficamente omogenea.

Carlo Del Grande



Carlo Del Grande
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