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Intervista alla DOUbLe SHOt

Dopo l'esperienza lucchese, abbiamo contattato Alessio D'Uva della DOUbLe SHOt per discutere su alcune importanti novità annunciate durante la kermesse toscana.

Salve e bentornato su Comicus. Allora, ci parli nel dettaglio delle novità che avete portato a Lucca e che sono ora distribuite in tutte le fumetterie?


Le tre novità che abbiamo portato a Lucca sono Local, Bonny-Ed #2  (Vnderground - Tre Metri Sotto Terra) e Interni.
Il primo è un bel tomo di 352 pagine che racchiude i dodici episodi della miniserie scritta da Brian Wood e disegnata da Ryan Kelly. Ogni episodio si svolge in un anno della vita di Megan, una ragazza che vaga alla ricerca di sé stessa in giro per l'America. Altra particolarità della serie infatti è che ogni numero si svolge in una diversa città americana.
Il volume contiene anche tutte le copertine a colori raggruppate in una sezione a colori in fondo al libro: un regalo, diciamo, per tutti quelli che ci hanno sempre sostenuto.
Bonny-Ed invece non lo scopriamo noi. ED! è un amico, e ha accettato con piacere di partecipare all'avventura DOUbLe SHOt nei termini che vi spiegherò più avanti. Il volume è al solito molto divertente e pieno di collaborazioni interessanti, e non vediamo l'ora che ED! inizi a lavorare sul terzo (sì, direi che dovrebbe iniziare subito, visti i risultati e visto quanto c'ha fatto penare per la consegna!! :P).
La terza uscita è quella che più mi rende felice. Conosco Ausonia da vent'anni o forse più. È grazie a lui che sono in questo campo ed è sempre grazie a lui se ne ho una visione un po’ fuori dal consueto.
Nel 1998 mi coinvolse in un suo progetto per Blue (progetto che probabilmente avrà un inaspettato seguito) e lì si rafforzò la nostra amicizia. Lo considero uno dei più grandi artisti italiani, e non parlo solo del campo del fumetto. P-HPC, tanto per citare un titolo, è uno dei più interessanti esempi di commistione tra generi, stili e scrittura che abbia mai visto. Mentre vivevamo sotto lo stesso tetto, Ausonia mi parlò di Interni e della sua volontà di farne un’autoproduzione. Ne capii le motivazioni e lo spinsi a continuare in quella direzione. Poi l’albo di 32 pagine autoprodotto divenne di 48, da 48 passò a 72 e qualche giorno prima di andare in stampa pensai che, vista la natura dell’associazione, avrebbe tranquillamente potuto mantenere la sua idea di autoproduzione anche se pubblicato tramite la DOUbLe SHOt. Perché questa idea? Rimando ancora la spiegazione a una delle prossime domande.
Comunque Ausonia accettò, ci mettemmo d’accordo davanti a una birra, e ancora oggi conservo il primo disegno di Albert Gruenwald che apostrofa ironicamente i soci fondatori dell’associazione come dei ladri.
Il resto è nei numeri di Lucca: Interni è stato il nostro volume più venduto, seguito dall’ottimo Bonny-Ed e da Local e In Carne e Ossa (fresco vincitore di un Gran Guinigi, il secondo consecutivo per la DOUbLe SHOt).



A Lucca avete esaurito le copie di Demo di Brian Wood, un autore su cui avete puntato molto. Come commentate questo successo? Cosa si devono aspettare i lettori dalla vostra nuova proposta, Local? Infine, avete intenzione di ristampare Demo, magari con qualche piccolo extra?
 
Sì, Lucca è stata una bella soddisfazione anche per questo. Di questo successo dobbiamo ringraziare anche Riccardo Burchielli, che per primo ci mise in contatto con Brian Wood. Ricordo che leggemmo la storia e pensammo che sarebbe stato divertente vederlo in Italia. Ancora non si sapeva niente di "Heroes", ma il fumetto ne anticipava in qualche modo il concept. Quando uscì dalla tipografia non ci potevo credere. Era il primo fumetto che ci eravamo pagati e che avevamo interamente curato noi tre fondatori della prima incarnazione della DOUbLe SHOt. Ricordo la prima Lucca, dove Demo toccò le 100 copie di vendite, e io uscii dal padiglione Napoleone incredulo, commosso. L’anno seguente poi portammo Brian a Lucca e la soddisfazione fu ancora maggiore. Vedevamo che la gente era contenta del lavoro che stavamo facendo e che i nostri titoli piacevano, e allora perché non continuare a proporre i suoi lavori? Così abbiamo puntato fortemente su Local e spero che i lettori rimangano soddisfatti, sia della qualità delle storie che della cura che cerchiamo sempre di mettere nei nostri lavori.
Riguardo Demo, ci dobbiamo un attimo riflettere. Se lo ristamperemo sarà certamente rivisto un po’ e, se possibile, vedremo di aggiungere anche qui degli extra. Brian ha una quantità di materiale immane al riguardo.

 

Rispetto al (recente) passato, ci sono molte proposte italiane fra i vostri titoli. Ovviamente questo è dovuto ad un lavoro che si è sviluppato con i giusti tempi. Com'è stata l'accoglienza dei lettori verso questi vostri titoli, e cosa dobbiamo aspettarci in futuro?

L’anno passato la DOUbLe SHOt è divenuta un’associazione culturale quasi solo per questo. In tre non saremmo riusciti a star dietro a tutto quanto, perciò a me, Lorenzo Corti e Stefano Visinoni, si sono aggiunti Mauro Bruni, Samuel Daveti, Paolo Deplano, Mattia Di Bernardo, Francesco Frongia e Giorgio Trinchero. Altri sei visionari che hanno dimostrato fin da subito di essere le persone giuste per proseguire il lavoro che avevamo iniziato. Sono usciti così i primi tre titoli italiani: Cose che Parlano, Materiali ai Margini di un Viaggio e Muflone Insano Vs. Pecora Mutante. Tre volumi che stanno riscuotendo un buon successo e che ci hanno permesso di capire che la strada era quella giusta. Il futuro riserverà altri titoli. Oltre ai prossimi due numeri di Interni (che dal momento della stampa a oggi si è ancora trasformata, diventando una miniserie di tre), ad altri numeri di Bonny-Ed, ci sono molti autori interessanti che vogliamo pubblicare, ma certo è presto per fare nomi.


 
A proposito di fumetti italiani, a Lucca avete fatto un annuncio molto importante, ovvero l'inversione del rapporto editore-autore. Puoi spiegarci meglio questo concetto?

Si può spiegare in poche parole, mi auguro, ma che hanno comunque bisogno di una premessa. L’associazione culturale, a differenza di ogni casa editrice e di qualsiasi altra attività commerciale, non ha scopo di lucro. I soci fondatori e chiunque voglia sostenerla, prestano i lori servizi senza nessuno stipendio. La loro esperienza permette comunque di realizzare prodotti di buona qualità.
Per quanto riguarda l’annuncio lucchese, l’inversione di questo rapporto non riguarda il lato professionale o umano, ma semplicemente il fatto che, vista la premessa, l’associazione può permettersi di dividere i ricavi con gli autori nelle percentuali di 80-20 (80% all’autore, 20% all’associazione). Tutto questo è disciplinato da un regolare contratto di collaborazione.
L’inversione è una sorta di pacifica provocazione.
Il 20% che finirà nelle casse dell’associazione verrà utilizzato per produrre nuove opere e per finanziare mostre, performance, workshop e tavole rotonde. Ci tengo a precisare infatti che nello statuto dell’associazione è riportato a chiare lettere che il suo scopo è quello di sviluppare il medium fumetto. Da questo punto di vista infatti ci stiamo muovendo, realizzando incontri in biblioteche e cercando di essere presenti in festival anche non vicinissimi a quelli del fumetto, come è accaduto quest’estate a Cagliari durante il Marina Caffè Noir.


 
Cosa ci attende nel futuro prossimo della DOUbLe SHOt?

Abbiamo intenzione di continuare la nostra collaborazione con Koren Shadmi (felicissimo per la vittoria del Gran Guinigi), e stiamo lavorando per presentare nuove opere di autori italiani, esordienti e non, e nuovi volumi di autori stranieri, angloamericani e non solo. Oltre a questo stiamo preparando alcuni incontri e delle performance nell’area fiorentina, e insieme ad altre associazioni culturali simili alla nostra stiamo discutendo per avviare alcune collaborazioni interessanti. Speriamo che il futuro sia almeno una conferma di quel che siamo riusciti a fare fino a oggi, e, vista la natura associativa della DOUbLE SHOt, speriamo che a noi si aggiungano sempre nuovi elementi che ci permettano di migliorare ancora.


Gennaro Costanzo
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