Menu

Lucarelli e Manfredi parlano di Volto Nascosto

A Lucca Comics erano presenti anche Carlo Lucarelli e Gianfranco Manfredi, per parlare di Volto Nascosto e delle sue curiose analogie di ambientazione con l'ultimo romanzo di Lucarelli, "L'Ottava Vibrazione".

Manfredi dice che Volto Nascosto ha avuto una lunghissima gestazione ed è anche in un certo senso autobiografico, per il fatto che il nonno dell'autore è stato colonnello medico in Africa e lui stesso è cresciuto tra quadri raffiguranti gli immensi paesaggi africani.
Quando Manfredi decise di raccontare questa storia pensò anche alla possibilità di impostarla come romanzo, poi esclusa per il fatto che il fumetto gli sembrava più efficace nel raggiungere visivamente le persone; inoltre l'idea di costruire un fumetto seriale ricalcava la tradizione ottocentesca del feuilleton, il romanzo d'appendice.
L'autore sostiene comunque di non aver voluto impostare Volto Nascosto come una miniserie, incentrata quindi sull'idea del protagonista iconico e immortale, quanto di aver orchestrato il tutto come un vero e proprio graphic novel a puntate.

Volto Nascosto è ovviamente un racconto corale.
Il romanzo storico, dice Manfredi, richiede da sempre una certa coralità per come esige di muoversi attraverso diversi scenari e di variare le situazioni.
Matilde, uno dei tre personaggi dell'epopea di Manfredi, è in particolare un personaggio tipicamente da opera lirica che l'autore ha voluto riproporre oggi con intenti critici: secondo Manfredi saremmo infatti in un'epoca che falsifica la figura femminile e il dramma che porta dentro, appiattendola al ruolo di velina.
La donna ottocentesca era invece una donna vera, femminista, combattiva, che non nascondeva il proprio disagio ma anzi lo portava alla ribalta.

Lucarelli, che ha avuto il merito di portare il noir in Africa attraverso il suo ultimo romanzo, dice di essere rimasto sorpreso quando ha scoperto che Volto Nascosto metteva in scena le stesse ambientazioni che lui stesso stava dipingendo attraverso la sua scrittura.
Quelle ambientazioni stavano parlando a differenti persone, stavano testimoniando l'esistenza di un vero e proprio far west italiano, fatto di storie epiche ritagliate su sfondi bellissimi, storie di frontiera piene di spunti narrativi.
Questo lo rincuorava perché sapeva che Volto Nascosto parlava di cose realmente accadute e nello stesso tempo testimoniava la bontà della sua documentazione.
Ciò che ha affascinato Lucarelli e che lo ha spinto a scrivere il suo romanzo è l'estrema attualità di quelle storie lontane e degli italiani che davano loro vita.

Lo scrittore sostiene che il colonialismo ottocentesco non fu una guerra tra coloni e selvaggi, ma quella di un popolo contro un altro popolo, per certi versi molto più organizzato del nostro.
Le storie di frontiera impediscono di avere un unico punto di vista su un argomento, e il rammarico dello scrittore è quello di non avere saputo, a suo dire, trattare come si conviene l'altra faccia della medaglia, come ha fatto invece benissimo Manfredi.
La guerra, dice Manfredi, è "un grande scenario disumano in cui l'umanità fa i conti con sé stessa e in cui ogni emozione esce dilatata". Il segreto per raccontare una buona storia non è quello di rifugiarsi nel politically correct, quanto di raccontare gli altri per quello che sono, vale a dire persone.
Manfredi stesso dice di averlo fatto con il popolo degli indiani d'america nella serie di Magico Vento, caratterizzato in modo molto più umano e vero, per niente estremizzato né in un senso né nell'altro.
Il fumetto, dice l'autore, è da sempre più dipendente rispetto al romanzo dall'eroe stereotipato, ed è un medium in cui il disegnatore riveste un'importanza fondamentale: è lui infatti che deve connotare emotivamente i personaggi, al contrario del romanzo in cui lo scrittore è supportato necessariamente dalla fantasia del lettore, cosa che lo rende un medium estremamente interattivo.
Se il disegnatore fallisce nel tentativo, la storia non può in alcun modo arrivare al lettore: Manfredi si dice quindi soddisfatto dell'apporto del cast di artisti di Volto Nascosto.

Il pubblico è stato unanimamente dalla parte della serie, tanto che l'autore dice di non aver praticamente mai ricevuto una lettera di critica; la cosa di cui si sente più orgoglioso è però di aver fatto sì che i ragazzi si avvicinassero e conoscessero il proprio paesaggio urbano, e le figure storiche che spesso si innalzano nelle loro città.

Ora non ci resta che aspettare l'imminente conclusione della serie.



Luca Baboni
Torna in alto