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Per questo mi chiamo Giovanni, Stassi racconta Falcone

Dopo il pluripremiato Brancaccio - storie di mafia quotidiana, il disegnatore palermitano Claudio Stassi torna a parlare di mafia, stavolta non in compagnia di Giovanni Di Gregorio, ma come autore completo.

Alla base del graphic novel Per questo mi chiamo Giovanni, però, c'è il libro omonimo del giornalista Luigi Garlando, uscito per Rizzoli. Proprio con questo volume la casa editrice milanese si lancia nella produzione di fumetti (orientativamente per ragazzi), all'interno della collana "Rizzoli Oltre", che comprenderà anche Banana Football Club di Otto Gabos (dal libro di Roberto Perrone). Prosegue anche la collana "24/7" "per i più grandi" con l'ultimo titolo, Una lieve imperfezione, a firma di Adrian Tomine.

Abbiamo sentito Claudio Stassi per indagare sul dietro le quinte di questo nuovo progetto "impegnato" (che verrà presentato in anteprima a Lucca Comics), e inoltre vi mostriamo un'anteprima (che potete scaricare, in pdf, dal seguente link) dalle prime pagine del volume.

 

Raccontare la mafia è sempre un'operazione delicata. Tu che modo hai scelto di raccontarla, e quanto sei rimasto fedele al libro di Luigi Garlando?

Raccontare della mafia è un'operazione chirurgica a cuore aperto. Non è facile per niente. Si rischia di cadere nel banale o di strumentalizzarla per compiacere il lettore. Non è quello che voglio. Quando infatti mi fu proposto di trasporre a fumetti il libro di Luigi Garlando, avevo delle perplessità che sparirono subito dopo aver letto il libro. Quest'ultimo mette in luce gli aspetti mafiosi che aleggiano nella mia terra, raccontati in maniera semplice e paterna da parte di un padre al proprio figlio il giorno del suo decimo compleanno.
Ho cercato d'essere il più fedele possibile al libro, lavorando nella sintesi dei testi e in alcune sequenze, o dando maggiori "respiri" in altre scene.

Anche in Brancaccio hai raccontato la mafia, questa piaga divoratrice innestata in profondità nella tua terra di origine. Quanto c'è della tua esperienza personale e del tuo vissuto in Per questo mi chiamo Giovanni?

Sia in Brancaccio che in Per questo mi chiamo Giovanni, c'è molto di me… forse troppo. Ho sempre vissuto in questa città conoscendo due linguaggi: quello della legalità e quello del "conosco un amico che…". Il secondo modo di vedere ha radici profonde nella criminalità e nella mafia quotidiana. Questa staziona giornalmente nella nostra testa obbligandoci ad essere disonesti. Col tempo, questo modo di vivere viene legittimato dal nostro stato d'essere ed è lì che la mafia diventa forte.
In entrambi i libri parlo di questo potere, anche se in maniera diversa.
In Brancaccio, con Giovanni (Di Gregorio) abbiamo portato l'attenzione sul come il fare compromessi nella vita possa diventare un'arma contro se stessi. In Per questo mi chiamo Giovanni, invece, il lettore fa un viaggio con i protagonisti del libro dentro la vita di Giovanni Falcone, magistrato ucciso dalla mafia nel ’92, e capisce cosa è realmente "cosa nostra" nella sua storia: dal maxiprocesso, alla strage di Capaci, dalla morte del piccolo Giuseppe Di Matteo a Giovanni Brusca.

Per questo mi chiamo Giovanni è il tuo primo lavoro da autore completo, una storia che, parole tue, hai disegnato "di pancia". Hai lavorato totalmente d'istinto, senza preparare una vera e propria sceneggiatura?

No, ho preparato tutta la sceneggiatura. L'ho costruita scrupolosamente come se fosse un altro autore a doverla disegnarla. E poi avevo il libro come riferimento, quindi dovevo stare molto attento a non sbagliare certi passaggi.
Nel corso della storia mi sono incontrato spesso con Maria Falcone, che ha seguito il progetto con entusiasmo e molta attenzione. I suoi consigli e le sue emozioni nell'osservare le tavole era per me motivo di valutazione sul procedere del fumetto. È stato difficile, ci ho messo veramente il cuore in questo progetto, perché da siciliano SO cosa significa il lavoro fatto da Giovanni Falcone e SO cosa vuol dire non averlo più tra noi nella guerra a cosa nostra.

Di preciso quali sono gli intenti della collana "Rizzoli Oltre"?

La Rizzoli ha deciso di investire nel mondo del fumetto con questa nuova collana editoriale: Rizzoli Oltre. Non so esattamente quali saranno i prossimi libri che usciranno, quello che so è che Per questo mi chiamo Giovanni è la prima uscita della collana… e mi auguro che vada bene!



Luca Baboni
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