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Uno sguardo a War Heroes

Vi abbiamo già parlato, in più occasioni, di War Heroes, la nuova serie Image su cui stanno lavorando lo scrittore Mark Millar e il disegnatore Tony Harris. Newsarama è tornata ad intervistare Millar sull’argomento per avere ulteriori informazioni.

Come racconta lo scrittore scozzese, War Heroes si ambienta solo a un paio di anni da oggi. La situazione è come se John McCain avesse vinto le presidenziali negli Stati Uniti: “l’economia è in rovina, la guerra è eterna, e l’unica via di fuga dagli States è sposare un ricco e grasso tizio russo o cinese”. La guerra in questione è la conseguenza di ripetuti attacchi terroristici agli USA. Ma i cittadini americani, stanchi del conflitto, scendono nelle strade per protestare. Sull’orlo della crisi, le autorità militari lanciano un appello ad arruolarsi ricevendo in cambio superpoteri, e a questo punto migliaia di persone si arruolano e riportano la zona del Golfo “sotto controllo”. Da qui inizia la storia vera e propria: “otto bastardi” con i superpoteri e un piano per organizzare la più grande truffa di tutti i tempi. Millar definisce il tono della storia come una sorta di “‘Ocean’s Eleven’ incontra il siero del supersoldato”.

La vicenda sarà raccontata dal punto di vista del team degli otto protagonisti e, nonostante il contesto militare, sarà fondamentalmente una storia di supereroi. Come già anticipato altre volte, Millar ribadisce che questo è ciò che sarebbe stato Ultimates 3 se fosse rimasto lui al timone. Precisando di apprezzare il lavoro di Jeph Loeb e Joe Madureira sull’attuale terza run, lo scrittore racconta nel dettaglio la sua idea, che avrebbe previsto due serie: Ultimate Avengers, con le vicende del supergruppo visto alla fine di Ultimates 2, e appunto Ultimates 3, che si sarebbe invece concentrato sul team militare diretto da Nick Fury e composto dalle riserve già viste nella seconda stagione. Tuttavia, un progetto del genere si sarebbe mal inserito nel mondo ultimate, soprattutto considerando la direzione che la Marvel era intenzionata a dargli. Così l’idea è stata ripresa e ampliata fino a divenire War Heroes.

Pur ribadendo l’aspetto spaccatutto e giocoso della serie, Millar non nega che questa contenga anche domande importanti: sulla guerra e su chi ne tragga guadagno, sull’economia e il suo declino, ma anche sul fondamentalismo islamico e il pericolo che esso costituisce, nonché sulle risposte dissennate e altrettanto fondamentaliste che esso suscita in Occidente. Una storia che non mancherà di sollevare qualche polemica. Tuttavia la serie si limiterà a porre questi interrogativi, e non si tramuterà in una sorta di propaganda a fumetti, al modo del prossimo Batman Vs. Al-Qaeda di Frank Miller. Millar si dice convinto che, dopo la II Guerra Mondiale, i fumetti-propaganda abbiano perso qualsiasi possibilità d’essere, soprattutto perché non è più possibile fare una distinzione netta fra buoni e cattivi, bianco e nero. E difatti War Heroes narrativamente resterà su toni grigi.

Millar fornisce anche alcune informazioni “di contorno”. Prima di tutto racconta di come sia avvenuto il suo contatto con il disegnatore Tony Harris, e di come prima di proporgli la collaborazione si sia preoccupato che questo non ostacolasse Ex Machina, il fumetto al quale Harris sta lavorando con Brian K. Vaughan.
In secondo luogo, parla dell’esperienza con l’editore. In questo stadio di chiusura della “fase uno” del progetto Millarworld, l’autore starebbe testando le possibilità offerte dalla Image e dall’etichetta Icon della Marvel (che pubblica il suo Kick-Ass) per poter poi decidere a chi affidarsi per la “fase due”. La scelta sarà strettamente commerciale, dal momento che entrambi gli editori garantiscono il massimo della libertà creativa: dunque chi farà vendere meglio, si garantirà la seconda fase di Millarworld. E l’Image, con l’iniziativa “The War Heroes Tour Of Duty” attraverso tutta l’America, si sta dimostrando piuttosto agguerrita. Infine, un ultimo riferimento alla possibile trasposizione cinematografica del fumetto, che a detta dell’autore presenta un enorme potenziale, ma dovrà essere “diversa dal film degli Avengers così come ‘Kick-Ass’ lo sarà da ‘Spider-Man’”. Molti hanno già mostrato interesse, e l’unica condizione per farlo è trovare qualcuno che ne mantenga inalterata l’anima.

È stata infine diffusa un'anteprima di alcune tavole del primo volume.



Valerio Coppola
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