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Marc Guggenheim parla di Nowhere Man

Nei giorni scorsi lo scrittore Marc Guggenheim ha parlato con CBR di Nowhere Man, il fumetto ideato insieme all’attore Hugh Jackman che sarà pubblicato da Virgin Comics.

Pur rimanendo piuttosto abbottonato, Guggenheim fa un po’ di luce sul concetto alla base della storia, nonché sulle potenzialità che questa avrebbe in altri media, con particolare riferimento a cinema e televisione.
Fondamentalmente, la storia nasce dall’idea della contrapposizione tra diritto alla privacy e sicurezza, un tema di grande attualità soprattutto dopo i provvedimenti presi dal governo USA dopo l’11 settembre 2001. Non a caso, al centro della vicenda sarà il "Patriot Act on steroids" (un nome che cita chiaramente la legge del 2001). Più in dettaglio, ci si troverà in uno scenario futuristico in cui si è rinunciato del tutto a una qualsivoglia idea di privacy, in favore di una sicurezza sempre più totale.

La storia sarà di tipo fantascientifico, ma Guggenheim ci tiene a sottolineare che non si tratterà di una fantascienza alla "Alien" o alla "Guerre Stellari", in cui il fattore principale è l’accostamento di elementi strani ed eterogenei. A farla da protagonisti non saranno dunque cose come alieni o robot, ma il tipo di fantascienza a cui si guarderà sarà più stile "Blade Runner": si tenterà cioè di parlare dell’uomo attraverso una storia fantascientifica, si punterà al dramma umano, e gli elementi sci-fi saranno di fatto un mezzo per raccontare qualcosa sull’uomo e su noi stessi.

Il protagonista di Nowhere Man, ideato da Jackman e di cui ancora non è possibile conoscere il nome, non sarà una figura positiva o negativa. Sarà piuttosto un personaggio che, mentre fa ciò che gli è stato detto, cerca di capire se sta facendo la cosa giusta o no. Anche per questo, a una precisa domanda, lo scrittore nega corrispondenze con il personaggio di Robin Hood, il quale si contrapponeva alla legge, ma lo faceva con la ferrea convinzione di essere nel giusto. Allo stesso tempo, questo personaggio sarà assai isolato e solitario, nonostante viva in un mondo estremamente popolato: in questo senso, sarà interessante vedere il confronto - o meglio il contrasto - tra lui e gli altri. Da questo punto di vista, si potrebbe accostare al protagonista di “Io sono leggenda”.

Infine, Guggenheim si sofferma sulla serie in generale e sui suoi possibili sbocchi su altre piattaforme. Per il momento, l’idea è di realizzare una miniserie in cinque parti, ma non è affatto escluso che nello sviluppo dell’idea si possa arrivare alla decisione di produrre dei sequel o anche una serie regolare. Inoltre, per come la storia è pensata, e per la ricchezza di temi più o meno grandi in essa presenti, non risulta irrealistica neanche l’eventualità di possibili spin-off con altri personaggi.
Per quanto riguarda possibili trasposizioni, lo scrittore loda l’approccio che in casa Virgin si sta avendo con questi progetti. Più precisamente, non si sta tenendo tanto in considerazione il medium su cui poi si andrà a lavorare, ma si sta guardando più alla progettazione di storie, ambienti e protagonisti forti e solidi, in modo che sia in seguito più facile poterli adattare ai più diversi formati. Nel caso di una pellicola su Nowhere Man, poi, ci sarebbe il vantaggio, conclude Guggenheim alludendo a Hugh Jackman, di disporre già di un ottimo interprete.



Valerio Coppola
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