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Millar per la Marvel (3 di 4): Kick-Ass

Dopo avervi parlato di 1985 e Fantastic Four, è l’ora di sentire che cosa Mark Millar ha da dire del terzo progetto che farà parte del suo “One Man Event” per la Marvel. Si tratta di Kick-Ass, che vede ai disegni il grande John Romita Jr. ed è pubblicato sotto l’etichetta ICON, dedicata ai progetti d’autore.

Dopo essersi rallegrato del successo di vendite riscosso dal primo numero, Millar si concentra sul concetto alla base della serie. Ci si chiede perché nel mondo reale la gente voglia essere come Paris Hilton e non come l’Uomo Ragno. La risposta dello scrittore è di tipo antropologico: la ragione di ciò sta nell’attrazione che la gente prova per personaggi che hanno avuto successo, indipendentemente dal loro effettivo valore. E nel mondo reale, tizi in costume che aiutano la gente non hanno avuto molto successo… Kick-Ass è proprio la storia di cosa accadrebbe se una persona del genere dovesse guadagnarsi una certa popolarità.

Il protagonista della storia si chiama Dave Lizewski (anche la genesi di questo nome ha una storia dietro), ed è un normalissimo ragazzo senza poteri che decide di scendere in strada per aiutare la gente come un supereroe. La sua vera forza sono l’idealismo e l’ottimismo che gli derivano dall’aver letto per anni storie di supereroi, e il suo effettivo potere è la capacità di rimettersi sempre in piedi. In un certo senso lo si potrebbe anche considerare pazzo, ma proprio questa situazione assurda porterà a simpatizzare con lui e a condividere ancora di più la sua gioia nei momenti di trionfo. Inoltre, tale aspetto “da matto” sfumerà sempre più via via che, come si diceva, spunteranno fuori nuovi individui in costume attratti dal successo di Dave. Questi non sempre saranno ben intenzionati, e porteranno il fumetto a tutto un altro livello. In un certo senso questo è anche il classico tema dell’eroe che crea da sé la propria nemesi. Di fatto, già nel primo numero della serie, sono presenti scene ambientate in due tempi, e le scene “del futuro” non lasciano presagire nulla di buono.

Millar parla poi dello sviluppo che avrà la serie. Per ora, lui e Romita jr. stanno lavorando a tre miniserie che andranno da sei a otto episodi ciascuna. A quanto pare, nonostante i molteplici impegni del disegnatore, non dovrebbero esserci problemi con i tempi, vista la sua notoria velocità. Inoltre, lo scrittore riferisce anche dei progetti collaterali al fumetto che si stanno sviluppando intorno a Kick-Ass. Oltre al videogame, ai giocattoli e ad altri prodotti commerciali, è in stadio di sviluppo, già dalle prime fasi di realizzazione del fumetto, un film tratto dall’opera. Millar sostiene che i produttori siano estremamente convinti della bontà del progetto, e che questo contenga tematiche destinate a far presa nel mercato e non solo. A una domanda precisa sul coinvolgimento come regista di Matthew Vaughn (“Layer Cake”, “Stardust”), l’autore glissa senza confermare né smentire, ma lasciando intendere che un regista sia effettivamente già all’opera.

Infine, Millar ha modo di apprezzare il fatto di lavorare sotto l’etichetta ICON, definita come la migliore insieme all’Image in termini di libertà espressiva. Sicuramente, dal punto di vista economico, un lavoro in un contesto simile è molto più rischioso di un fumetto mainstream, ma allo stesso tempo se si riesce a sfondare può portare molti più profitti, vista anche la totale proprietà del copyright da parte degli autori (per non parlare poi del merchandising o, appunto, di possibili trasposizioni in altri media). E a quanto pare, per ora Kick-Ass sta avendo un eccezionale riscontro di pubblico.


Pubblichiamo un'anteprima del secondo numero.

 



Valerio Coppola
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