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Millar per la Marvel (1 di 4): 1985

In una lunghissima intervista a Newsarama, Mark Millar parla dei suoi ultimi quattro progetti per la Marvel, ossia 1985, Fantastic Four, Kick-Ass, e Wolverine: Old Man Logan. L’autore rivela che questi progetti costituiranno un “One Man Event”, una sorta di crossover tutto gestito da lui e che, attraverso alcuni particolari elementi, presenterà dei legami e un filo comune tra le quattro storie, nonostante queste possano apparire quanto di più diverso e distante ci sia in casa Marvel. Ovviamente le storie saranno tutte perfettamente a sé godibili, ma leggerle tutte insieme darà la visione di un quadro complessivo.
Oggi vi riportiamo cosa ha detto Millar a proposito del suo lavoro più particolare: 1985.

L’idea alla base di 1985, che sarà illustrato da Tommy Lee Edwards, è fondamentalmente la stessa che ha percorso i lavori più importanti dello scrittore scozzese, vale a dire la situazione che si determinerebbe se dei superesseri si trovassero nel mondo reale. Con 1985 questa tematica viene portata all’eccesso: in maniera opposta a quanto si fece con Marvels, in cui una “persona reale” osservava il mondo dei supereroi, qui saranno invece i superesseri Marvel a trasferirsi nel mondo reale, cioè proprio il nostro. Il tempo della storia sarà il 1985, e anche le versioni dei personaggi saranno quelle proprie del periodo (ad esempio nei Fantastici Quattro troveremo She-Hulk, Magneto guiderà gli X-Men, ecc.). Questa scelta è dovuta soprattutto al particolare affetto dell’autore per quelle storie, e al loro essere in un certo senso l’ultimo momento di innocenza nei fumetti. Inoltre, la decisione di ambientare la storia non nel presente narrativo, ma nel passato, risponde alla volontà di fare una storia senza tempo, con una dimensione mitica e in un certo senso pura. Situare l’azione nel presente, anche solo per il coinvolgimento del lettore, avrebbe allontanato da questo effetto.

Anche l’avvio della vicenda sarà radicato nelle storie di quel periodo, e in particolare nel crossover Guerre Segrete. In seguito, come si diceva, alcuni personaggi del Marvel Universe inizieranno a passare nel nostro mondo: e saranno tutti supercriminali. Questi, vedendo che la nostra realtà è praticamente senza difese nei loro confronti, non essendoci supereroi, torneranno all’attacco in massa. Millar insiste molto su questo punto: il lettore di comics si è ormai abituato a non preoccuparsi di un supercriminale che irrompe in scena e inizia a far danni, poiché sa che arriverà l’eroe di turno a ristabilire la situazione. Nel mondo reale, invece, anche il più ridicolo di questi personaggi costituirebbe un serio pericolo, e nulla si frapporrebbe tra loro e il raggiungimento dei propri propositi.

Ma il vero protagonista di 1985 sarà Toby, “un ragazzino di undici anni che ancora non ha scoperto le ragazze e semplicemente vive e respira i fumetti Marvel”. Toby ha problemi emozionali, ed è seguito da dei medici per i suoi “disturbi”. Così, quando inizia a vedere personaggi come l’Avvoltoio o il Teschio Rosso nella sua cittadina (che è il luogo da cui partirà l’azione), si pensa che il tutto sia frutto della sua immaginazione, se non della sua malattia. Ma mano a mano che la situazione si ingigantirà, fino a coinvolgere l’intero Paese, ci si accorgerà che le cose non stanno proprio così… Ponendo al centro Toby, la storia non sarà politica o sociale come è abitudine di Millar, ma piuttosto psicologica. In particolare, lo scrittore si è voluto concentrare sull’isolamento di questo ragazzino undicenne, sul suo rapporto con i genitori, e soprattutto sulla perdita della fanciullezza: in tal senso, la storia si rivelerà molto oscura, anche se allo stesso tempo sarà fondamentalmente ottimistica.



Valerio Coppola
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