Menu

Sandokan di Nizzi e Toppi su Il Giornalino

Comunicato stampa:

Dal 30 gennaio in edicola
Le avventure di SANDOKAN su Il Giornalino
disegnate da Sergio Toppi e sceneggiate da Claudio Nizzi

A partire da giovedì 30 gennaio Il Giornalino, settimanale per ragazzi edito da Periodici San Paolo, pubblicherà SANDOKAN, una nuova storia a fumetti firmata da due grandi maestri del fumetto italiano: Sergio Toppi e Claudio Nizzi. Le sessantaquattro tavole di cui è composta la storia saranno pubblicate dal Giornalino in 8 episodi consecutivi da 8 tavole ciascuno: il primo episodio, "Fuga da Fort Victoria" sarà in edicola da giovedì 31 gennaio o può essere richiesto, insieme ai successivi, via mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per gli appassionati è possibile sottoscrivere un mini abbonamento a tutti gli otto numeri con le avventure di Sandokan, collegandosi al sito http://www.stpauls.it/abbonamenti/specialegi/index.asp al prezzo di 12,80 euro (pagamento con carta di credito).

Sandokan, nato dalla fantasia di Emilio Salgari, è uno dei personaggi più popolari dei romanzi di avventura di tutti i tempi. Le sue storie hanno più di un secolo di vita: il fascino di un principe spodestato in cerca di vendetta, con abilità senza pari nel maneggiare kriss e scimitarra, un'isola sperduta per roccaforte dei suoi tigrotti, un cattivissimo come nemico e un amore romantico e tragico (ma per il fumetto Claudio Nizzi ha scelto l’happy end) sembra non finire mai. "La tigre della Malesia", protagonista di tanti romanzi, lo è stata anche di film, cartoni animati e di uno sceneggiato che ha fatto la storia della televisione (Sandokan era Kabir Bedi e Marianna Carole André). Il fumetto condensa in 64 tavole un’epopea raccontata in undici romanzi: impresa che poteva riuscire solo a un grande scrittore di fumetti come Claudio Nizzi, ideatore di celebri serie del Giornalino, tra cui Larry Yuma, Rosco e Sonny, Nicoletta e sceneggiatore di Tex Willer. I disegni sono di Sergio Toppi che per il Giornalino ha disegnato, tra le altre cose, le biografie di personaggi come Federico II, Gengis Khan, Giovanni Paolo II...
Ecco il loro parere su questa impresa:
CLAUDIO NIZZI: "I romanzi di Salgari sono difficili da sceneggiare: si grida e si spara ma non ci sono veri snodi narrativi. Quindi ho pescato nelle tante avventure di cui Sandokan è protagonista facendone un montaggio mio. I libri di Salgari hanno tratti di incredibile superficialità, lo stesso Sandokan è talvolta descritto in termini che oggi possono apparire ridicoli, pittoreschi. E’ un uomo che ruggisce invece di parlare. Tuttavia Salgari ha avuto il genio di farne, in epoca di colonialismo, un eroe anti-colonialista. Per questo aspetto di Che Guevara ante litteram è un personaggio moderno". "Infine ho cambiato la storia originale scegliendo un lieto fine: Marianna non muore e nell’ultima scena la vediamo veleggiare verso il tramonto rosso fuoco abbracciata all’amato principe-pirata".
SERGIO TOPPI: "Ho letto tutti i libri di Salgari o Salgàri (ma come si dice?) e devo dire che la sua ingenuità narrativa contribuisce moltissimo a creare l’atmosfera più tipica dell’avventura, un’atmosfera che mi piace molto realizzare. Quell’esotismo un po’ sempliciotto (c’è l’albero del pane ma anche quello della birra) ha il pregio di essere molto popolare e il merito di aver formato l’immaginario collettivo. L’evasione di Sandokan sembra ripresa da quella del Conte di Montecristo di Dumas ma nei mari del Sud compare uno squalo che non poteva esserci nelle acque più fredde delle nostre latitudini. Sandokan è un eroe puro, generoso, cortese e quando occorre spietato ma per il Giornalino ho evitato le scene di sangue più truculente. Comunque i cattivi sono cattivi e i buoni sono buoni: Marianna è una gentile signorina che cade da cavallo perché Sandokan possa salvarla. Come in "Jack London" ho goduto di questa piena atmosfera di avventura: tempeste, velieri, naufragi, jungla, tigri, elefanti, fucili, kriss, scimitarre, impettiti ufficiali inglesi, pirati senza paura, truppe indigene, abbordaggi, fughe e assalti. Tutti bellissimi da disegnare".

"Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli". (Emilio Salgari)
A Toppi siamo in grado si rispondere che, anche se la pronuncia Sàlgari, con l'accento sulla prima sillaba, è indubbiamente diffusa, quella corretta è un'altra. Si tratta infatti di un cognome fitonimico, che deriva cioè dal nome di una pianta. Questa pianta è il salgàr, parola dialettale per una specie di salice (salice nero) del Veneto. L'accento va quindi posto sulla seconda ‘a’: Salgàri. L’unico mare che abbia mai conosciuto nella sua vita è stato quello Adriatico. Ma Emilio Salgari (Verona 1862 – Torino 1911) con la documentazione possibile a quell’epoca e tanta tanta immaginazione, scrisse 83 romanzi e circa 120 racconti di avventura ambientati nei mari più esotici, da quelli dell’Estremo Oriente ai Caraibi. Fu un uomo sfortunato, oppresso dai debiti, costretto a lavorare giorno e notte per scrivere a mano migliaia di pagine l’anno, senza ricevere per esse i giusti compensi. A suo modo un genio, creatore di personaggi immortali come Sandokan e il Corsaro nero.

Pirati della Malesia
Le avventure di Sandokan compaiono in numerosi libri che prendono il nome di "Ciclo dei pirati della Malesia". Non erano destinati ai ragazzi ma ai lettori in genere appassionati di avventure. Ecco il ciclo completo: I misteri della jungla nera (1895), Le Tigri di Mompracem (1900 - pubblicato a puntate nel 1883-1884), I pirati della Malesia (1896), Le due Tigri (1904), Il re del Mare (1906), Alla conquista di un impero (1907), Sandokan alla riscossa (1907), La riconquista di Mompracem (1908), Il Bramino dell’Assam (1911), La caduta di un impero (1911), La rivincita di Yanez (1913).

Mompracem
Nelle carte nautiche attuali l’isola di Mompracem non c’è. Però in quelle dell’Ottocento c’era eccome. Secondo alcuni studi probabilmente l’isola non è scomparsa, ma ha solo cambiato nome e oggi è Keraman. Le vicissitudini di Sandokan e dei suoi tigrotti sono ambientante nel Borneo (in parte indonesiano e in parte malese), di cui fa parte l’attuale Stato di Sarawak, un territorio storicamente sotto il controllo del sultanato del Brunei. James Brooke ne divenne governatore nel 1841 e venne poi nominato Rajah dal sultano del Brunei. Altro territorio citato nei romanzi è Labuan, isola che è stata per anni sotto il dominio inglese e dal 1963 fa parte della Federazione malese.

Che significa Sandokan?
Nel Borneo c’è una città della costa nord-orientale che si chiama Sandakan, in malese "pegno scaduto". È probabile che Emilio Salgari si sia ispirato a essa per il nome del suo pirata. Sandakan è una diocesi della chiesa cattolica istituita da Papa Benedetto XVI il 16 luglio 2007 e conta 64 mila battezzati.

La Storia
Scorre sangue nobile nelle vene di Sandokan: è un principe, figlio di un re della Malesia. Ma l’inglese Lord Brooke ha sterminato la sua famiglia e Sandokan ha giurato di vendicarsi, trasformandosi in un pirata ed eleggendo a suo regno una piccola isola rocciosa e inespugnabile, Mompracem. Con un manipolo di compagni, i tigrotti, e il fedele amico Yanez, un avventuriero portoghese generose e ironico, dà battaglia alle truppe inglesi. Armato di scimitarra e di un pugnale con la lama ondulata, il kriss, non conosce rivali, siano soldati o belve feroci. I suoi tigrotti non gli sono da meno: basta un gruppetto di loro per avere la meglio su una nave inglese. Anche Sandokan ha un cuore che batte per una giovane inglese bellissima, Lady Marianna, la "perla di Labuan". Ma il suo amore dura lo spazio di un romanzo e poi Marianna muore, lasciando il nostro eroe di nuovo solo e ancora più arrabbiato. Continua così a vivere le sue avventure spostandosi anche in India, in aiuto dell’amico Tremal-Naik. Nel fumetto de Il Giornalino Claudio Nizzi ha immaginato un lieto fine: Marianna non muore e alla fine si congiungerà all’amato principe-pirata.

Il brano

"La tigre... stava per riprendere lo slancio per gettarsi sui cacciatori, ma Sandokan era lì. Impugnato solidamente il kriss si precipitò contro la belva e prima che questa, sorpresa da tanta audacia, pensasse a difendersi, la rovesciava al suolo, serrandole la gola con tale forza da soffocarle i ruggiti. - Guardami! - disse. - Anch’io sono una Tigre! Poi, rapido come il pensiero, immerse la lama serpeggiante del suo kriss nel cuore della fiera, la quale si distese come fulminata. Un urrah fragoroso accolse quella prodezza. Il pirata uscito illeso da quella lotta, gettò uno sguardo sprezzante sull'ufficialetto che stava rialzandosi, poi volgendosi verso la giovane lady, rimasta muta pel terrore e per l’angoscia, con un gesto di cui sarebbe andato altero un re, le disse: - Milady, la pelle della tigre è vostra".
(Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem, Einaudi)

La canzone

Ecco un brano della sigla del celebre Sandokan televisivo del 1974 diretto da Sergio Sollima (sigla scritta e cantata dagli Oliver Onions).

Più crudele è la guerra / e l’uomo sa cos’è la guerra
Caldo e tenero è l’amore / e l’uomo sa cos’è l’amore
Giù dal cielo scende un tuono / tutto intorno un grande suono,
nasce il seme dalla pianta /il grande albero adesso canta.
Corre il sangue nelle vene / grande vento nella notte calda si alzerà.
Sandokan Sandokan / giallo il sole la forza mi dà
Sandokan Sandokan / dammi forza ogni giorno
ogni notte coraggio verrà...



Gennaro Costanzo
Torna in alto