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Guggehneim e la morte di Logan

wolverine58_cover_250Sin dai tempi di Uncanny X-Men Annual #11, datato 1987 e realizzato dalla premiata coppia Chris Claremont e Alan Davis, una domanda incuriosiva i Marvel fan...
Cosa succede quando Wolverine "muore"?
Oltre che affermato sceneggiatore per tv e comics, Marc Guggenheim si è rivelato un affezionato lettore di fumetti degli X-Men, ed in particolar modo di quella storia raccontata da Claremont e Davis in cui Wolverine dava spettacolo col suo miracoloso potere di guarigione arrivando a rigenerarsi da una goccia di sangue.

Memore di questo colpo di teatro, Guggehneim ha riproposto una scena simile nel suo primo arco narrativo alla guida dell’albo del mutante canadese e ora, di ritorno sulla testata dopo l'intermezzo di Jeph Loeb e Simone Bianchi, e dopo aver introdotto l'argomento sulle pagine di Wolverine #48 (che potete leggere in questi giorni su Wolverine #213 della Panini Comics), l’autore di Blade e Flash si prepara a spiegare cosa succede quando Logan sembra morire…

Nell’idea dello scrittore, ogni qual volta Wolverine viene ferito mortalmente e il suo corpo si ricompone, la sua anima, o la sua essenza come dir si voglia, passa nell’aldilà, come per tutti i mortali. Ma viste le proprietà di guarigione del suo corpo, che prontamente guarisce e ritorna ad essere una dimora per la sua anima, questa ha la possibilità di ritornare sulla Terra, ma ad una condizione.
Poiché sia possibile il ritorno dello spirito di Wolverine è necessario che questo nell’aldilà affronti un fantomatico e pericoloso avversario, Lazear. Nel caso Logan vinca lo scontro è libero di tornare nel suo corpo, in caso contrario questo potrebbe correre il rischio di rimanere un involucro vuoto.

Con questa scelta stilistica Guggenheim si prefigge di affrontare un aspetto nuovo di Wolverine, legato non tanto alla rigenerazione fisica del personaggio, bensì a quella dello spirito. Possibile che ogni volta che Logan torna in vita, una parte del suo essere o delle sue memorie non vada smarrita?
E se nel processo di guarigione del suo cervello qualcosa andasse perduto? E quale sofferenza deve provare lo spirito di Wolverine per tornare nel suo corpo?
A queste e ad altre domande si appresta a rispondere il nuovo ciclo di Guggenheim, affiancato per i cinque numeri della run da Howard Chaykin. A proposito di questo disegnatore, durante una recente intervista a Newsarama Guggenheim ha dichiarato che ritrovare Chaykin alle matite dopo la loro precedente esperienza su Blade è stato allo stesso tempo un piacere e una sofferenza, quest’ultima a causa dell’incredibile velocità con cui il disegnatore riesce ad ultimare le sue tavole, a dispetto di una maggior lentezza dello scrittore nella produzione dei testi. Guggenheim ha dichiarato che più di una volta si è sentito come Indiana Jones, in fuga disperata dall’enorme macigno che gli rotolava alle spalle!

D’altronde una certa abilità e celerità da Chaykin bisogna pur aspettarsela, non è di certo l’ultimo arrivato nel mondo dei comics…

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Luca Chessa
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