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Corto Maltese in tribunale

Il tribunale civile di Venezia è lo scenario di una nuova avventura per Corto Maltese e le altre creature del maestro Hugo Pratt. Purtroppo però non stiamo parlando di un’opera postuma del compianto autore scomparso il 20 agosto 1995, bensì della causa intentata dai quattro figli del disegnatore, Silvina, Jonas, Lucas e Martina, contro Patrizia Gasparini Zanotti, ultima collaboratrice del maestro e socia di maggioranza della Cong di Losanna, società incaricata dallo stesso Pratt di gestire le sue opere.

I figli di Pratt imputano alla Zanotti di celare l’esistenza di una cospicua parte del materiale originale del padre. A loro detta, e sostenuti anche dalle testimonianze di due assistenti del maestro, Guido Fuga e Raffaele Vianello, “migliaia di tavole, acquarelli, schizzi e disegni non alienati sono stati sottratti all’asse ereditario e a noi figli, visto che la signora Zanotti è stata incaricata solo della gestione e promozione dell’opera di Pratt per trent’anni.”

La Zanotti, tramite il suo avvocato ha fatto invece sapere che “la pressoché totalità delle opere erano state vendute dal maestro”. E in più aggiunge, in riferimento alle opere dell’artista, “Pratt, che lavorava quasi totalmente su commissione, le cedette anche come oggetto di regali o per ringraziare un committente o un ammiratore…”.

Significative a questo punto le parole di Fuga riferite al maestro Pratt, riprese dal Corriere del Veneto dalla richiesta di sequestro inoltrata dai figli “Aveva un’autentica ossessione per l’integrità delle storie e non cedeva a nessuno le tavole originali… Era preoccupato piuttosto di recuperarle ed era disposto a pagarle anche a caro prezzo”.

A questo punto si ha la netta impressione di trovarsi di fronte ad una battaglia legale che si preannuncia molto lunga e combattuta, e che rischia di far parlare troppo di eredità e beghe giudiziarie e poco della grandezza di un’artista invidiatoci in tutto il mondo.



Luca Chessa
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