Menu

Politica e fumetti made in Italy

lombardiafumetti_250Eh già, perché probabilmente solo in Italia siamo in grado di arrivare a certi livelli di idiozia ideologica che offuscano l’obiettivo finale di un’opera inizialmente lodevole ma poi conclusasi in modo… come dire? Molto politico e poco educativo.

Ma andiamo con ordine, partendo da una premessa: l’articolo che stiamo per proporvi non ha alcun polemico e non prende le mosse da nessuna precisa posizione politica, non essendo ComicUs un sito sponsorizzato né dalla destra né dalla sinistra. Ci piacerebbe solo analizzare i fatti che vedono direttamente coinvolti una cosa che ci riguarda da vicino (il fumetto, appunto) e una che rimanda a un qualcosa di molto più grande e complesso (la politica).

Il fatto.
Il consiglio regionale della Lombardia ha promosso un’iniziativa interessante rivolta a tutti i ragazzi delle scuole elementari e medie della regione: Storia della Lombardia a fumetti, volume distribuito nelle varie scuole nel marzo scorso. Costo per le tasche dei contribuenti: 105.600 euro. Ben spesi, uno pensa e spera.

Manco a dirlo ne è sorta subito una polemica tra destra (in particolare dalla Lega) e sinistra. L’accusa mossa dalla sinistra, ritenuta dal presidente del consiglio della regione della Lombardia Ettore Albertoni “sterile e priva di fondamento”, è che sulle pagine di questa storia a fumetti è stato dimenticato uno dei padri storici dell’Italia, Giuseppe Garibaldi. Potrebbe trattarsi di una semplice svista, certo, ma sta di fatto che la ben nota allergia della Lega Nord all’Eroe dei Due Mondi non può non far sorgere qualche sospetto. A rincarare la dose, nel fumetto non viene detto niente dei 180 lombardi, in gran parte bergamaschi, e dei tanti volontari Cacciatori delle Alpi che partirono insieme a Garibaldi e agli altri Mille, e per di più uno dei padri fondatori della lingua italiana come Alessandro Manzoni, croce e delizia di generazioni di studenti, viene relegato in un angolino.

La pronta risposta di Albertoni è stata: «Discussioni oziose […] mentre il centrosinistra viola i diritti costituzionali della Lombardia e porta il Paese al disastro. I consiglieri regionali di centrosinistra si occupino, invece che di polemizzare, di lavorare allo Statuto Regionale». Con il sindaco di Varese Attilio Fontana (che a suo tempo decise, insieme alla presidenza, di finanziare il testo) a ruota: «Critiche strumentali […] non è affatto vero che manca Manzoni: è lui a introdurre il volume». Il testo per Fontana ha «un'impostazione diversa, non quella agiografica e noiosa tipica della sinistra. E piacerà ai ragazzi». Ma qual è la verità? Come sempre ognuno si proclama dalla parte del giusto e a noi spettatori viene lasciato il giusto e arduo compito di giudicare… E in questo caso la situazione è ancor più complessa perché stiamo parlando di un testo che riguarda un pezzo di storia della nostra nazione e che, per di più, è rivolto all'attenzione di bambini e ragazzi che di certo non hanno i mezzi necessari per un'analisi politica della storia.

Purtroppo sembrerebbe che l’intervento della politica nella definizione della storia del nostro paese non sia nuovo a certe polemiche, come osserva nuovamente Fontana, che accusa la sinistra di avere assunto in passato una posizione oscurantista di fronte a certi eventi marcatamente di sinistra: «A me a scuola avevano detto che le foibe non esistevano», dice Fontana.

lombardia_coks_250Veniamo ora a dati che ci interessano un po’ più da vicino.
Il volume oggetto di tanto ostracismo è edito da Macchione Editore, casa editrice varesina specializzata nella valorizzazione del patrimonio storico locale, e consiste di 130 pagine a fumetti disegnate da Paola Bruni e sceneggiate da Roberto Fassi, direttore didattico per la provincia di Varese.
Il libro, spiega l'editore Pietro Macchione, «è rivolto ai ragazzi, quindi arguto, semplice, diretto». Certo, lascia qualche perplessità imbattersi in pagine dove i Galli invasori delle terre insubri si presentando cantando "We are the Padan cocks", secondo alcuni un chiaro omaggio politico (oltre che un doppio senso poco elegante: “cock” in inglese è il corrispettivo volgare del membro sessuale maschile). E ancora: «Per ogni provincia lombarda abbiamo scelto uno o due episodi storici chiave da riprodurre, uscendo dagli schemi classici del libro di storia, per questo è stato deciso di dare più rilievo alle Cinque Giornate che a Garibaldi: ma ribadisco, non ci sono stati diktat o pressioni dall'alto. Del resto nel libro protagonista è il popolo lombardo, non tanto i grandi personaggi».

Ma non finisce qui. Stando a chi ha letto il volume, compaiono altri errori di una certa gravità storica e politica, come ad esempio lo “slittamento” dei Camuni dal 3000 a.C. al 3000 d.C. o il fatto, denunciato dal consigliere regionale di Rifondazione Luciano Muhlbauer, che sia stata data una «lettura fuorviante degli anni di Piombo», sovrapponendo la contestazione studentesca e le stragi neofasciste, come piazza Fontana e piazza della Loggia. Proprio a questo proposito, recentemente la polemica è aumentata di tono quando i familiari delle vittime delle stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia sono insorte contro il libro che accrediterebbe tali drammatici eventi al movimento studentesco del '68. Manlio Dilani, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, incalza: "Nel libro c'è un'indicazione di un falso storico che ci offende e offende chi è morto perché in piazza per una manifestazione antifascista". Il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni è intervenuto aprendo un'inchiesta per verificare se le accuse di revisionismo storico siano fondate e se quindi esistano o meno gli estremi per provvedere al ritiro del volume.

Dall'altro lato, sul banco degli imputati, arrivano le dichiarazioni dell'editore Macchione: "Abbiamo fatto un libro molto bello, inserito in una collana di storia a fumetti che c'è da anni, nel quale abbiamo usato senza malafede un verbo che oggi ci accorgiamo essere stato usato malevolmente nell'interpretazione". Il governatore Formigoni invece glissa affermando "Non l'ho letto, e di libri pieni di errori ce ne sono migliaia", e lasciando solo Albertoni a difendere strenuamente le sue scelte: "È tutta una manovra delle sinistre proprio nel momento in cui c'è il massimo consenso sull'attuazione della Costituzione e il nuovo statuto per l'autonomia della Lombardia". Il tutto in un imbarazzante silenzio che né il Carroccio né gli altri partiti della Casa delle Libertà hanno provato a rompere.

Che dire? Al di là del credo politico di ognuno di noi appare comunque chiaro che quella che si prospettava come un’occasione unica per conciliare il senso storico di una regione con un mezzo di comunicazione così vicino ai ragazzi come il fumetto, ha nuovamente generato una delle tante e sfinenti polemiche di matrice partitica e politica, perdendo di vista l’obiettivo e i destinatari primari. Come troppo spesso accade.
Ma non sta a noi giudicare. Qui parliamo solo di fumetti…



Matteo Mezzanotte
Torna in alto