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Bryan Talbot e la sua Alice

È uscita in questi giorni una graphic novel di Bryan Talbot (apprezzato autore inglese già visto all’opera su The Sandman, Batman, The Tale of One Bad Rat, Fables e molti altri), intitolata, in modo alquanto evocativo, Alice in Sunderland.

Il richiamo all’opera di Lewis Carroll (Alice in Wonderland, in italiano Alice nel Paese delle Meraviglie) è fin troppo evidente. Ma cerchiamo di scoprire meglio cosa dobbiamo aspettarci dall’ultima opera di questo fine ed elegante autore inglese.

Forse le parole dello stesso autore rendono l’idea di che tipo di libro si tratti: un “dream documentary”, un “documentario onirico”, su cui Talbot ha lavorato negli ultimi tre anni, per dare vita a un corposo volume (320 pagine) in cui fa convergere la storia del Sunderland, le storie di Lewis Carroll, le sue storie personali e infine quelle di Alice Liddell (colei che ispirò Carroll nel delineare la figura di Alice).

Il volume, in cui si intrecciano una dozzina di storie, è composto da quattro sequenze, in ciascuna delle quali Talbot dà ampio sfoggio del suo spirito eclettico e delle sue capacità artistiche: come afferma l’autore “… il libro è una performance basata sulla variazione, dal momento che vengono utilizzati diversi stili per ciascuna storia”.

Matteo Mezzanotte



Paolo Boscolo
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