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TA MATETE presenta: Park Kun-woong

Comunicato Stampa:
 
TA MATETE
Park Kun-woong in mostra per la prima volta in Italia

alla galleria TA MATETE di Bologna

dal 14 dicembre 2006 al 20 gennaio 2007

Park Kun-woong è uno dei più interessanti autori emergenti a livello internazionale, di quel genere di fumetti che prende il nome di graphic novel. Park si caratterizza per il fatto di sviluppare nelle sue opere temi legati ai traumi del suo paese, la Corea. I suoi disegni, però, sono tracciati con un segno sottile e con delicate pennellate di acquerello su carta di riso sottilissima che sembrano contrastare con la drammaticità degli eventi descritti. Lo stile orientale traspare anche nell’uso delle rappresentazioni spaziali e nella scrittura estremamente grafica in cui rappresenta le ambientazioni, i movimenti degli sfollati e la sofferenza delle persone. Le storie di Park dipinte tavola dopo tavola, con il loro andamento sequenziale, hanno il carattere di monumentalità dei racconti epici.

Park Kun-Woong espone per la prima volta in Europa alla galleria TA MATETE di Bologna dal 14 dicembre 2006 al 20 gennaio 2007.

Le tavole a fumetti esposte sono tratte da tre diverse opere: IL PONTE DI NO GUN RI, FLOWER e HONG-I-STORY.


Biografia

Park Kun Woong è nato a Seul nel 1972. Si è diplomato presso la Facoltà di Belle Arti alla Hong-ik University. Durante il periodo universitario è attivista politico. Nel 2002 per i 4 volumi della serie FLOWER riceve dal Ministero della cultura il premio New Artist al Korean Comic Aword. Nel 2003 disegna THE SOULS e successivamente ATSALAM ALAIKU (“pace a te” in islamico), storia sulla guerra in Iraq, pubblicata su internet a puntate. Dal 2004 al 2006 realizza la storia a fumetti NO GUN RI.

Park è stato fatto conoscere e pubblicare in Europa grazie a Igort che lo ha scoperto durante uno dei suoi tanti viaggi in Oriente.

 

TA MATETE Living Gallery ART'E' - Libreria FMR

Bologna, Piazza S. Stefano 17/A

Tel. 051/6488920

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www.tamatete.it

SCHEDA DELLE OPERE ESPOSTE

Le tavole a fumetti esposte in mostra sono tratte da tre diverse opere:

IL PONTE DI NO GUN RI, FLOWER e HONG-I-STORY.

La lettura delle tavole e della sequenza è orientale, cioè il senso di lettura è dall’alto verso il basso, come il nostro, ma da destra verso sinistra.

 

IL PONTE DI NO GUN RI

E’ una storia che racconta lo sterminio di quattrocento persone, avvenuto tra il 26 e il 28 luglio 1950 sotto il ponte ferroviario di No Gun Ri, nella Corea del Sud. Si tratta di una tragedia non dimenticata, ma piuttosto sottaciuta, di cui si è macchiato l'esercito americano nel difficile periodo della guerra intercoreana. Vennero uccisi uomini, donne e bambini evacuati dai loro villaggi con la sola colpa di essere potenzialmente un buon travestimento per l'infiltrazione dei guerriglieri nord coreani. Solo oggi i sopravvissuti sono riusciti a ricevere un risarcimento e un riconoscimento dal governo sud coreano. Park ripercorre nel suo romanzo a fumetti di oltre 600 pagine, pubblicato da Coconino Press, questo drammatico momento della storia del suo Paese.

I suoi disegni, tracciati con un segno sottile e con delicate pennellate d'acquarello su carta di riso sottilissima sembrano contrastare con la drammaticità degli eventi descritti. La storia dipinta tavola dopo tavola, con il suo andamento sequenziale, ha il carattere di monumentalità dei racconti epici. Lo stile orientale oltre che nel senso di lettura traspare nell’uso delle rappresentazioni spaziali e nella scrittura estremamente grafica in cui rappresenta le ambientazioni, i movimenti degli sfollati e la loro sofferenza.

 

FLOWER

La storia è ambientata durante la guerra coreana e comincia con il ritrovamento, da parte del protagonista, il giovane Chae-ho, di un vecchio compagno dei campi di Manciuria, Do-hwa, il capo di un gruppo di partigiani. Si intrecciano le vicende personali e corali della popolazione coinvolta in una guerra fratricida. In uno degli episodi della lunghissima storia che si sviluppa in quattro volumi, i sud coreani massacrano gli abitanti di un villaggio pensando che aiutino i partigiani sulle montagne. Due bambini scampano al massacro e raggiungono il piccolo gruppo di partigiani. Vivendo con loro imparano a conoscerli tutti da vicino. Per esempio, uno di loro, un pittore, era stato denunciato come comunista, perché aveva usato il colore rosso sulle sue tele; in un altro episodio un prigioniero di guerra, Chae-ho, non parla, neanche sotto tortura. Ricorda il suo passato, segnato dagli episodi oscuri dell’occupazione giapponese, dei campi di lavoro forzato dei giapponesi in Manciuria, dove tanti morivano di fame e sfinimenti.

Non manca l’episodio struggente del ritrovamento di Chae-ho al ritorno nel suo villaggio della donna amata, Dallay, divenuta la compagna di un collaboratore dell’armata giapponese. Mesi dopo la reincontrerà, divenuta ella stessa un soldato partigiano. Prima di separarsi da lei le regala la sua sciarpa rossa. Intanto l’inverno rigido miete vittime tra i partigiani che si ritrovano a combattere faccia a faccia. Un anziano scopre tra i nemici suo figlio minore. Chae-ho trova rifugio nella casa di una donna cieca che porta al collo una sciarpa rossa. Chae-ho parte alla ricerca del corpo di Dallay, vuole seppellirlo nel punto più alto della montagna, da dove si possa vedere il suo villaggio natale. Durante la ricerca viene fatto prigioniero dall’esercito sud-coreano, proprio dal suo vecchio amico Hyeck-su. Fedele ai suoi principi fino in fondo, Chae-Ho morirà in prigione.

 



Gennaro Costanzo
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