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Ichiguchi in mostra a Monfalcone

Comunicato stampa:

Associazione Culturale
ARTeFUMETTO
via S. Antonio, 11
34074 Monfalcone (GO)
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“1945. La parola scritta sul volantino è “LIBERTA’” -
Fumetti di Keiko Ichiguchi”
a cura di ARTeFUMETTO in collaborazione con il Comune di Monfalcone e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone

TITOLO E DATI DELLA MOSTRA.

1945 - La parola scritta sul volantino è “LIBERTA’”
Fumetti di Keiko Ichiguchi
Sala Comunale Antiche Mura
via F.lli Rosselli, Monfalcone (Gorizia)
15 settembre - 27 settembre 2006
orario
dal lunedì al venerdì dalle 20.00 alle 22.30
sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 23.00
domenica dalle 10.30 alle 13.00
ingresso libero
a cura di Roberto Franco, Fabio Doria, Mauro Paronitti per “ARTeFUMETTO”
organizzazione Associazione Culturale ARTeFUMETTO in collaborazione con Comune di Monfalcone, Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone

Keiko Ichiguchi incontrerà il pubblico per presentare il suo lavoro e per omaggiare i presenti dei propri disegni sabato 16 settembre 2006 alle ore 11.00
Sala Conferenze della Biblioteca Comunale
via Ceriani, Monfalcone (GO)
per contatti e informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

AUTORE

Keiko Ichiguchi (Osaka, 19 dicembre 1966). Fin da piccola dimostra una certa passione per i manga, soprattutto per quelli di Ryoko Takahashi (inedita in Italia) e per il mondo dello Shojo in generale. La passione per il fumetto viene vissuta attivamente scrivendo e disegnando storie per diverse fanzine ai tempi del liceo (tra le altre cose Keiko si diverte a disegnare storie "inedite" di Capitan Tsubasa). Porta in giro i propri lavori per il Giappone alle diverse fiere amatoriali, raccogliendo dati di vendita incoraggianti: 1500 copie vendute in brevissimo tempo. È proprio in quel periodo che la giovane mangaka
matura l'idea di far diventare la propria passione una professione. Per saggiare le proprie capacità decide nel 1988 di partecipare al prestigioso concorso indetto dalla casa editrice Shogakukan dove ottiene il premio come migliore autrice. Il suo talento viene riconosciuto dalla "sensei" Fuyumi Souryo (conosciuta in Italia per le serie edite dalla Star Comics di Mars ed ES), che era anche uno dei membri della giuria. Decide così di intraprendere la strada dei fumetti. Con i soldi del premio riesce a pagarsi la fine degli studi universitari (si laurea in lingua italiana presso l'università di Osaka per gli studi delle lingue straniere) ed un viaggio in Italia dove conosce il regista Dario Argento, sul quale aveva basato la sua tesi di laurea. Un primo approccio concreto con il nostro paese lo ha
frequentando il corso di italiano tenuto dal professor Giorgio Amitrano (traduttore in Italia delle opere di Banana Yoshimoto), di cui diverrà grande amica. Una volta mostrate le proprie capacità e decisa a percorrere la propria strada continuando a disegnare,
Keiko Ichiguchi o per meglio dire Sakisaka Keiko (pseudonimo adottato a causa degli ostacoli posti in famiglia, che non vede di buon occhio il lavoro di mangaka) inizia a collaborare con la Shougakukan, per la quale realizzerà diverse storie dapprima edite sulla rivista Bessatsu Shōjo Comic e poi raccolte in volumetti monografici. Scriverà anche diversi "drama" per la radio ed articoli per la rivista Palet (rivista per ragazze in cui teneva una rubrica sui viaggi). La collaborazione con la prestigiosa casa editrice termina nel 1994. Stanca del Giappone, Keiko decide allora di rischiare e, seguendo il consiglio degli amici, parte per il nostro Paese. Forte del proprio corso di italiano, Keiko quindi sbarca a Bologna nel 1994. Qui incontra il gruppo Kappa Boys. Da quell'incontro fortunato prenderà il via una fruttuosa e duratura collaborazione: il primo lavoro è la realizzazione per Star Comics del volume Oltre la Porta realizzato in collaborazione con Andrea Baricordi, Massimiliano de Giovanni e Barbara Rossi, ossia gli stessi Kappa Boys. Keiko riesce a ritagliarsi il proprio spazio all'interno del mercato italiano dei manga. Nel 1997 ha iniziato a collaborare con l’editrice Koudansha firmando le storie “1945” e “America”,
quest’ultima raccolta in volume nel 1998. Attualmente collabora con la rivista “Mondo Naif” firmando Peach!, serie nata in esclusiva per l’Italia. Per Kappa Edizioni ha pubblicato i volumi a fumetti La vista sul cortile (1999), Due2 (2000), Blue (2001), Con gli occhi aperti (2002), 1945 (2003, in uscita in Francia per Dargaud) e i primi due numeri della rivista "Keiko World", e il romanzo autobiografico "Perché i giapponesi hanno gli occhi a mandorla" (2004, in uscita in Francia per Dargaud). L’autrice non si limita solo a disegnare ma anche a tradurre i manga più importanti (ad esempio Berserk e Vagabond) e firmando articoli per la rivista Kappa Magazine. Il legame con il proprio paese di origine comunque non si indebolisce e anzi si rafforza grazie alla collaborazione con la Hakusuisha, un piccolo ma prestigioso editore nipponico per il quale realizza un libro
sui misteri di Firenze, Mistery Guide, a cui segue la guida di Roma e ora in preparazione quella su Venezia. Tra parentesi data di pubblicazione originale e dati dell'edizione italiana, se disponibili:
- Lucia, Shougakukan (1990)
- Otometachi no sanka, Shougakukan (1991)
- Me o aketa mamade, Shougakukan (1991; Con gli occhi aperti, Kappa Edizioni, 2002)
- Oltre la porta, Star Comics (1995)
- 1945, Koudansha (1997; Kappa Edizioni, 2003)
- America, Koudansha (1997; Star Comics, 1999)
- La vista sul cortile, Kappa Edizioni (1999)
- Due², Kappa Edizioni (2000)
- Blue, Kappa Edizioni (2001)
- Keiko World (rivista a fumetti interamente curata dall’autrice), Kappa Edizioni (2004-2005)

IN MOSTRA
L’Associazione Culturale ARTeFUMETTO allestisce in collaborazione con il Comune di Monfalcone e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone, presso la Sala Comunale Antiche Mura una mostra incentrata sul fumetto d’autore (ideale proseguimento della collaborazione intercorsa nel recente passato con il Comune) nell’obiettivo di proporre alla comunità il lavoro di disegnatori di rilievo nel panorama artistico nazionale e internazionale. Se le precedenti esposizioni hanno guardato al lavoro di maestri del fumetto e dell’illustrazione italiani, si vuole ora cogliere l’occasione per focalizzare l’attenzione sul lavoro di un’autrice di fama internazionale. Nello specifico l’iniziativa vuole rendere omaggio al lavoro di KEIKO ICHIGUCHI, giapponese, autrice di fumetti, ma anche traduttrice e scrittrice, da alcuni anni residente in Italia (a Bologna) pur continuando il suo
lavoro in Giappone. La mostra si inquadra come esposizione di un lavoro specifico dell’artista, il romanzo a fumetti “1945”, edito in Giappone da Koudansha e in Italia da Kappa Edizioni. La mostra prevede l’esposizione di circa quaranta tavole originali in un percorso di brevi sequenze complete. Di particolare interesse il fatto che le tavole saranno presentate nella forma preparata per la stampa giapponese, con bandelle riassuntive e lettering giapponese, cosa che permetterà di comprendere meglio anche ai neofiti alcuni caratteristiche salienti dell’editoria nipponica. La scelta di 1945 non è casuale. Innanzitutto è un lavoro riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale
(Giappone, Francia, Belgio) e non a caso alcune tavole dello stesso sono ora in esposizione (fino a settembre) presso le sale della Triennale di Milano all’interno della mostra “Fumetto International”, forse una delle maggiori esposizioni realizzate in Italia sul fumetto in genere, comunque sicuramente quella che ha ottenuto la maggior attenzione da parte dei media. Inoltre consente di chiarire al grande pubblico che a volte memore degli “anime” televisivi, guarda al fumetto Giapponese esclusivamente come genere di intrattenimento, come molti autori sappiano confrontarsi invece, pur non rinunciando alle qualità specifiche, con tematiche importanti. 1945 trae infatti spunto dalle vicende del gruppo di opposizione al regime hitleriano la Rosa Bianca di Monaco. Saranno in mostra inoltre alcuni quaderni con il soggetto originale, lo storyboard e gli schizzi di studio per i
personaggi. In mostra anche i libri dell’autrice, a disposizione dei visitatori affinché possano avvicinarsi ai suoi lavori.

LA TRAMA DI “1945”
Siamo alla fine degli anni '30, in Germania. I nazisti stanno trascinando con feroce determinazione l'intera Europa verso il baratro della Seconda Guerra Mondiale. Elen e Maximilian sono due fratelli, due giovani studenti riluttanti a partecipare alle organizzazioni naziste, più per insofferenza personale che per convinzione politica. I loro genitori, come molti tedeschi, sono attoniti di fronte alla violenza del regime nazista, ma non hanno nel loro carattere il principio della ribellione: il conflitto tra il rispetto delle istituzioni e il disgusto della propria coscienza li porta all'immobilità. Durante una vacanza Elen conosce Alex, un breve incontro che segnerà per sempre le loro vite. Si ritrovano alcuni anni dopo e scoprono di essere innamorati uno dell'altra. Ma Elen soffre per la sua più cara amica Rosa, deportata perché ebrea, mentre Alex odia gli ebrei perché uno di loro è stato la causa della rovina del padre e del suo conseguente suicidio. Intanto comincia la guerra, con il suo carico di orrori. Anche le strade di Alex e Maximilian si incrociano, entrambi lottano per sopravvivere nel gelido inverno della campagna di Russia. Ma una volta tornati in Germania, Maximilian organizza un gruppo di studenti che diffonde stampa clandestina, mentre Alex entra a far parte delle SS per un debito di riconoscenza verso la persona che si è presa cura di lui dopo la morte dei genitori. Ciò che sembra dividere i tre ragazzi finirà invece per unirli. L'amicizia e l'amore saranno per loro lo stimolo con cui vincere il muro della paura, del silenzio e dell'impotenza. Si ritroveranno tutti e tre, proprio al culmine della tragedia, cresciuti troppo in fretta per colpa della storia, costretti a fare i conti con la propria coscienza e con i propri sentimenti. Il loro destino si compirà a poche settimane dalla fine della guerra. Il testo, racconta sullo sfondo del gruppo studentesco della Rosa Bianca dell’università di Monaco, il quale ha opposto una dura resistenza al governo nazista. La vita di Ellen, di suo fratello e di alcuni componenti della Rosa Bianca realmente vissuti, danno vita a un preciso spaccato generazionale.

I FATTI STORICI RICHIAMATI

La Rosa Bianca è il nome di un gruppo di studenti tedeschi che pagarono con la vita la loro opposizione al regime nazista. La Weiße Rose era composta da Hans Scholl, sua sorella Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell, Willi Graf, tutti poco più che ventenni, cui si unì successivamente il professor Kurt Huber. Hans Scholl nasce il 22 settembre 1918 a Ingersheim, da Robert Scholl, sindaco della cittadina, liberale, pacifista e anti-nazionalista, e Magdalene Müller, infermiera. Un anno prima era nata Inge, e successivamente alla famiglia si aggiungeranno Elisabeth, nel 1920, Sophie, nata a Forchtenberg il 9 maggio 1921, Werner, nato nel 1922, Thilde, nata nel 1925 e vissuta pochi mesi. Agli Scholl appartiene di fatto anche il piccolo Ernst, rimasto orfano di madre.
Il protestantesimo convinto della madre porta i figli ad avvicinarsi alla religione e a frequentare la chiesa. Nel settembre 1930, alle elezioni per il Parlamento, il Partito Nazionalsocialista ottiene il primo di una serie di successi, che l'avrebbero portato in meno di tre anni a conquistare il potere. Sono tempi di crisi economica, che provoca una disastrosa inflazione, la svalutazione del marco e un'altissima disoccupazione. Nel 1932 la famiglia si trasferisce a Ulm. Nonostante la contrarietà del padre, anche Hans, Inge e Sophie Scholl subiscono il fascino della propaganda del regime e iniziano a partecipare alle attività delle organizzazioni giovanili naziste, a cominciare dalla Hitler-Jugend, la Gioventù Hitleriana. Tuttavia, dopo un paio di anni, se ne allontanano, avendo compreso che non sono quegli spazi di realizzazione personale e comunitaria che avevano
inizialmente immaginato. Hans si accosta quindi alla dj.1.11, fondata da Eberhard Köbel, detto Tusk, un gruppo giovanile vietato dal regime, che coltiva il mito dei popoli del grande nord, dei lapponi e dei russi, e propone il lungo viaggio come strumento di ricerca della propria dimensione. Ciò porta, nel 1937, all'arresto di Hans, Inge, Werner e Sophie, che verranno poi rilasciati, non potendosi provare la loro appartenenza ai movimenti vietati.
All'allontanamento degli Scholl dalle idee naziste contribuisce la vasta preparazione culturale che acquisiscono nel loro cammino di ricerca umana e spirituale. Leggono Platone, Aristotele, Agostino, Anselmo di Canterbury, Abelardo, Tommaso d'Aquino, Pascal, Kierkegaard, Newman, Maritain, Bernanos, Nietzsche, Dostoevskij, Tommaso Moro, Lao-Tze, scritti buddhisti e confuciani, il Corano, e tanti altri testi. Ma al centro della loro attenzione restano il Vangelo e le ragioni di un cristianesimo depurato dai compromessi con il potere. La lettura degli autori del rinnovamento cattolico francese, sarà alla base del loro progressivo avvicinamento al cattolicesimo. Ad influenzare le loro scelte è anche l'amicizia con Otto (Otl) Aicher, che vive a Söflingen, un quartiere in cui è presente una forte resistenza cattolica al nazismo, animata dal parroco Franz Weiss. Otl diffonde le idee del Quickborn (Sorgente di vita), un movimento cattolico guidato da Romano Guardini, che si propone di rinnovare la liturgia e la concezione della Chiesa, vede solo in Cristo la guida della gioventù e proclama il triplice diritto dei giovani nella formula «Gioventù, Libertà e Gioia». Nel 1937 comincia il rapporto sentimentale ed epistolare tra Sophie e Fritz Hartnagel, allievo della scuola ufficiali di guerra a Potsdam e poi ufficiale in servizio attivo su diversi fronti della seconda guerra mondiale. Pur volendo rimanere fedele al suo compito, Fritz condivide lo stesso desiderio di giustizia e libertà di
Sophie, che lo porterà ad abbracciare idealmente le ragioni della resistenza. Il 12 marzo 1938 le truppe tedesche entrano in Austria, che viene annessa al Reich. In maggio Hitler
minaccia la Cecoslovacchia, reclamando il territorio dei Sudeti. In settembre le potenze europee firmano l'accordo di Monaco, che dà il via libera all'annessione dei Sudeti. Il 1° ottobre comincia l'occupazione dei territori da parte delle truppe tedesche. Il 15 marzo 1939 la Germania invade la Cecoslovacchia. Il 23 agosto 1939 viene firmato il patto di non aggressione Hitler-Stalin e il 1° settembre, con l'invasione della Polonia, comincia la seconda guerra mondiale. La primavera del 1941 è l'anno dell'incontro dei membri della futura Rosa Bianca con Carl Muth e Theodor Haecker, due intellettuali cattolici anti-nazisti, il cui pensiero influenzerà molto le scelte di resistenza del gruppo.
A dare ad Hans l'idea dei futuri volantini è probabile che sia stato l'arrivo in casa Scholl dei fogli clandestini con le prediche e le lettere pastorali del vescovo cattolico di Münster Clemens August von Galen, che si schiera coraggiosamente contro il nazismo.
Nel giugno 1941, inizia l'attacco all'Unione Sovietica. Nel gennaio 1942 il padre degli Scholl, Robert, è denunciato da una sua impiegata per aver definito Hitler «un flagello di Dio» e per aver detto che la guerra alla Russia è un massacro insensato e che i sovietici
avrebbero finito per conquistare Berlino. Prelevato dalla Gestapo e interrogato, viene rilasciato, ma successivamente verrà condannato a quattro mesi di carcere, che significheranno anche la rovina economica della famiglia. All'inizio di maggio 1942, Sophie Scholl si trasferisce a Monaco per iniziare a frequentare l'Università, e qui conosce le persone con cui condividerà le sorti della Rosa Bianca: i commilitoni di suo fratello nella
seconda compagnia studentesca Willi Graf e Alexander Schmorell, l'amico di quest’ultimo Christoph Probst, e il professor Kurt Huber, che tiene un corso di filosofia su Leibniz.
I primi quattro volantini della Rosa Bianca sono scritti a macchina da Hans Scholl e Alexander Schmorell, ciclostilati e spediti in qualche centinaio di copie, tra il 27 giugno e il 12 luglio 1942, a indirizzi scelti a caso negli elenchi telefonici, privilegiando professori e intellettuali, o lasciati in locali pubblici, alle fermate dell'autobus, nelle cabine telefoniche, o gettati dai tram di notte. Subito la Gestapo si mette a indagare sugli autori degli scritti, senza esito. Nell'estate 1942, Hans Scholl, Schmorell e Graf partono per un tirocinio medico di tre mesi sul fronte russo, un viaggio attraverso la Polonia che li rende ulteriormente consapevoli degli orrori della guerra, e fa loro conoscere la grandezza del popolo russo e dei suoi intellettuali. Rientrati a Monaco, nelle notti del 1, 8 e 15 febbraio 1943, i membri della Rosa Bianca scrivono sui muri dell'Università e di altri edifici un'ottantina di slogan anti-hitleriani. Distribuiscono un quinto volantino, firmato «Movimento di resistenza in Germania», cui collabora anche Kurt Huber, l'unico professore di Monaco che osa fare commenti anti-nazisti nelle sue lezioni, autore anche del volantino successivo. Il 18 febbraio 1943 Hans e Sophie Scholl si recano all'Università con una valigia contenente 1500 copie del sesto volantino, da distribuire clandestinamente. Dopo averli diffusi per i vari piani dell'edificio, Sophie dà una spinta ad una risma di volantini appoggiata sulla balaustra del secondo piano, che volano nell'atrio. Un impiegato dell'Università li nota e li ferma, portandoli dal rettore, senza che essi oppongano resistenza. Vengono arrestati. Nel giro di pochi giorni, la stessa sorte tocca agli altri membri della Rosa Bianca e a circa ottanta persone ad essi anche lontanamente collegate. I funzionari della Gestapo che interrogano Sophie rimangono sorpresi dal coraggio e dalla determinazione con cui la ragazza rivendica le proprie ragioni di dissenso dal nazismo e ammette le responsabilità sue e del fratello, che pure ha confessato, cercando di attribuirle interamente ad entrambi per scagionare gli altri membri della Rosa Bianca. I fratelli Scholl e Cristoph Probst vengono processati a Monaco il 22 febbraio 1943. Dichiara Sophie durante il processo: «Sono in tanti a pensare quello che noi abbiamo detto e scritto; solo che non osano esprimerlo a parole». Dopo cinque ore, il giudice Roland Freisler emette il verdetto: «In nome del popolo tedesco. Nel processo contro 1) Hans Fritz Scholl 2) Sophia Magdalena Scholl 3) Christoph Hermann Probst attualmente detenuti in attesa di giudizio in questo processo per favoreggiamento antipatriottico del nemico, preparazione di alto tradimento, demoralizzazione delle forze armate, il tribunale del popolo, prima sezione [...], riconosciuto in diritto che: Gli imputati, in tempo di guerra, attraverso volantini hanno propagandato idee disfattiste, fatto appello al sabotaggio dell'organizzazione militare e all'abbattimento del sistema di vita nazionalsocialista del nostro popolo e insultato il Führer nel mondo più infame e con ciò favorito il nemico del Reich e demoralizzato le nostre forze armate. Essi vengono perciò puniti con la morte. Essi hanno perduto per sempre i loro diritti civili».
Christoph riceve il battesimo, la comunione e l'estrema unzione dal cappellano cattolico Heinrich Sperr, e scrive alla madre: «Ti ringrazio di avermi dato la vita. A pensarci bene, non è stata che un cammino verso Dio». Anche Hans e Sophie avrebbero voluto un prete cattolico, ma poi si confessano e celebrano la santa cena con il cappellano evangelico Karl Alt, cui Hans chiede di leggere il Salmo 89 («Rendici la gioia per i giorni di afflizione, per gli anni in cui abbiamo visto la sventura») e il passo della prima Lettera ai Corinzi
(13, 1-12): «Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità...». Ai fratelli Scholl viene permesso un ultimo e breve incontro con i genitori.
Racconterà uno dei secondini: «Si sono comportati con coraggio fantastico. Tutto il carcere ne fu impressionato. Perciò ci siamo accollati il rischio di riunire ancora una volta i tre condannati, un momento prima dell'esecuzione capitale. Volevamo che potessero fumare ancora una sigaretta insieme. Non furono che pochi minuti, ma credo che abbiano rappresentato un gran regalo per loro». «Fra pochi minuti ci rivedremo nell'eternità», dice Christoph Probst. Poi vengono condotti alla ghigliottina, senza battere ciglio. Il boia dirà di non avere mai veduto nessuno morire così. «Viva la libertà», grida Hans Scholl mentre lo portano al patibolo. Il 19 aprile 1943 vengono processati Alexander Schmorell, Willi Graf e Kurt Huber, che saranno condannati a morte e ghigliottinati nei mesi successivi. Amici e colleghi, che li avevano aiutati nella preparazione e distribuzione degli opuscoli, e avevano raccolto fondi per la vedova e i figli di Probst, vengono condannati al carcere per periodi oscillanti tra i sei mesi e i dieci anni. Robert Mohr, il funzionario della Gestapo che ha condotto l'interrogatorio di Sophie, e che in seguito si dimetterà e rientrerà nella polizia criminale, dichiarerà dopo la guerra: «Fino alla loro amara fine Sophie e Hans Scholl conservarono un atteggiamento che può definirsi eccezionale. Entrambi in sintonia
dichiararono il senso delle loro azioni: avevano avuto come unico scopo evitare alla Germania una sventura ancora più grande e contribuire forse, da parte loro, a salvare la vita di centinaia di migliaia di soldati tedeschi, perché quando si tratta della salvezza o della rovina di un intero popolo non c'è mezzo o sacrificio che possa apparire troppo grande. Sophie e Hans Scholl furono sino all'ultimo convinti che il loro sacrificio non era stato inutile». La piazza dove è ubicato l'atrio principale dell'Università Ludwig-Maximilian di Monaco è stata chiamata Geschwister-Scholl-Platz in memoria di Hans e Sophie Scholl.

INCONTRO CON L’AUTRICE

L’autrice sarà eccezionalmente presente all’inaugurazione della mostra, venerdì 15 settembre dalle ore 19.00. Il giorno successivo, sabato 16 settembre alle ore 11.00 presso la sala Conferenze della Biblioteca Comunale di Monfalcone l’autrice si confronterà con il pubblico. Sarà questa l’occasione per richiedere alla stessa omaggi grafici o per farsi dedicare alcuni suoi volumi. Inoltre l’autrice si metterà a disposizione di
disegnatori neofiti o appassionati per visionare e dare consigli sul loro lavoro.
L’incontro sarà a cura di ARTeFUMETTO.

ALTRE FONTI

Ulteriori informazioni (foto, interviste e similari) possono essere rinvenute al sito ufficiale www.keikosan.com






Andrea Antonazzo
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