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Giappone: tempi duri per i pirati di fumetti


La notizia è stata riportata dal sito del Japan Times: il proprietario di un internet cafè di Tokio e altre due persone sono state arrestate martedì, in quanto sospettate di aver violato la legge sul Copyright, pubblicando fumetti su un sito senza il consenso degli autori e degli editori.

Tra i manga illegalmente diffusi, comparivano Kochira Katsushika-ku Kameari koen mae hashutsujo, la storia di un poliziotto di Osamu Akimoto e la celebre serie sul basket Slam Dunk, di Takehiko Inoue.

Il sito era stato lanciato la scorsa estate ed era arrivato a contare 3.3 milioni di pagine visitate ogni mese.

I pirati avevano in programma di creare una comunità con accesso a pagamento per scaricare i manga: una sorta di abbonamento da 380 yen mensili, ha riferito la polizia.

Si tratta dei primi arresti, in Giappone, legati alla diffusione online di manga.

La politica giapponese sembra essere diametralmente opposta rispetto a quella europea o, più precisamente, francese: mesi fa, infatti, nonostante furono riconosciute le responsabilità di un uomo colpevole di aver pubblicato su internet 2.288 fumetti senza averne i diritti, una vicenda simile finì con un risarcimento formale di 1 euro a carico del pirata di fumetti. A rigor di legge, l'articolo L335-2 del codice della proprietà intellettuale francese punisce queste infrazioni con ammende fino a 300.000 euro e tre anni di prigione.
Tuttavia si mostrò clemenza per un fenomeno che, a detta di alcuni editori francesi, non solo non danneggia il mercato, ma addirittura sembra dare maggiore visibilità ai loro prodotti.



Carlo Del Grande
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