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Comunicato ufficiale della Star Comics

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato UFFICIALE diramato dalla Star Comics.

Cari tutti,
con questo messaggio informale (a puntate, concedetecelo) vorremmo una volta per tutte informare il Popolo della Rete in base ad alcune questioni che di recente sono state discusse nei forum che trattano di anime e manga. Lo facciamo una volta per tutte, con preghiera di diffusione, perché non si generino altre informazioni nate “per sentito dire”, su cui spesso si costruiscono teorie improbabili, in una sorta di evoluto (involuto?) Gioco del Telefono, proprio come quello che si faceva da bambini. Il fatto è che, mentre allora lo si faceva per divertimento, ora lo si fa per informazione e questo non fa altro che generare notizie che nel migliore dei casi sono distorte, nel peggiore travisano completamente i fatti. E’ il bello della rete, ma è anche il brutto, concedetecelo: in passato ci sono stati attribuiti poteri occulti degni di Saruman (esempio: “la Star Comics costringe Mediaset a interrompere One Piece perché non vogliono che la serie animata superi l’edizione del manga”... Caspita! Se avessimo davvero tanto potere, potremmo candidarci alle prossime elezioni!) o siamo stati infamati per le pessime edizioni di fumetti... di cui NON eravamo gli editori (e qui, se permettete, preferiremmo evitare di fare esempi).
Le questioni da trattare sono diverse, per cui vediamo di affrontarle nel dettaglio una per una, in modo da tranquillizzare (o anche no, a seconda dei punti di vista) tutti quanti.
Vogliate scusarci innanzitutto se non ci facciamo sentire troppo spesso nei forum, ma il lavoro è davvero tanto, e preferiamo tutt’ora (dopo dodici anni di onorata attività in casa Star, più svariati altri sotto Granata Press e prima ancora come fanziner) fare in modo che tutto quadri per non ‘bucare’ mai le uscite in edicola e libreria.
D’altra parte, ci trovate sempre a disposizione nelle rubriche della posta dei vari albi Star Comics, nel caso abbiate bisogno di chiarimenti.
Per cui, ecco a voi la prima puntata delle Frequently Asked Questions (o, come preferiamo chiamarle noi, Domante Poste Frequentemente, DPF) dell’anno 2004.
Restate in attesa per il seguito.
Nel frattempo, non allarmatevi per notizie che non abbiamo diffuso noi. A tutto c’è sempre una risposta, spesso più logica e semplice di quella che alcuni vorrebbero fornirvi senza conoscere nulla del Dietro le Quinte.
Buona lettura.
Kappa boys



STAR COMICS DPF 2004 (1)
LA QUESTIONE INU-YASHA

Le Edizioni Star Comics hanno il diritto e il dovere di tutelare gli autori e gli editori stranieri di cui è il partner italiano. Sia per contratto di edizione, sia per propria convinzione. In base a una recente indagine è stato rilevato che fin troppi siti internet operano ai limiti della legalità sfruttando l’immagine di personaggi celebri di cui non detengono i diritti. Con questo non s’intende certo entrare nel merito del diritto di divulgazione, recensione e commento, di cui anzi la Star Comics è ben felice, specie se i siti in questione sono curati da appassionati o fan club. Siti di questo genere sono addirittura apprezzati, poiché mantengono vivo l’amore per i personaggi in questione.
Il problema sorge quando alcuni di questi siti sfruttano l’immagine (e con questo s’intende il nome, i personaggi, le ambientazioni e tutto il resto) di titoli celebri a scopo di lucro (non autorizzato all’origine) o per fini pubblicitari illeciti, operando spesso in maniera subdola. Fatto sta che alcuni siti apparentemente realizzati DA appassionati PER appassionati nascondono in realtà ben di più, e questo è spiacevole sia per gli autori di manga e anime, sia per le case editrici italiane che li pubblicano, sia per chi usufruisce di tali siti. In alcuni casi, anche per chi gestisce i siti stessi, perché più o meno inconsapevolmente permette ad aziende esterne di sfruttare la propria passione per guadagnare illecitamente denaro. Sapete meglio di noi cos’è un pop-up, no? Sapete prima di tutto quanto è fastidioso, e in secondo luogo sapete benissimo che spesso vi costringe a prendere forzatamente visione di cose che non vi interessano.
Ebbene, alcuni di questi siti, una volta aperti, riconducono ad altri che – guarda caso – sono a pagamento; altri, addirittura, portano direttamente a siti contenenti materiale pornografico senza che l’utente lo abbia richiesto. Per quanto riguarda quest’ultimo caso, nel dettaglio, spesso il materiale pornografico fa uso dei personaggi ufficiali per mettere in scena parodie pornografiche. Come probabilmente saprete, esiste il diritto di parodia, quando questa è chiara ed evidente, e noi stessi ne siamo convinti sostenitori. La parodia e la satira permettono di avere una visione uguale e contraria di qualcosa, e quindi sono il fondamento della libertà d’espressione. E non ce l’abbiamo neanche con le produzioni a carattere erotico, che quando sono chiaramente indirizzate a un pubblico maggiorenne non ledono i diritti di nessuno.
La parodia erotica o pornografica, invece, semplicemente sfrutta in maniera bieca i personaggi più noti senza modificarne in alcun modo l’aspetto, i nomi, i titoli e le ambientazioni, creando confusione. Il concetto (purtroppo) comune che i manga sono “i fumetti porno giapponesi” nasce anche e soprattutto da questi prodotti, generando nel vasto pubblico una continua diffidenza che continua da anni a creare danni economici e guai legali ai creatori dei personaggi originali. Basta leggere i quotidiani per rendersi conto di quanta ignoranza ancora ci sia in merito al fumetto giapponese, ignoranza alimentata da chi sfrutta illecitamente la popolarità dei manga a scopo di lucro, ingannando l’acquirente. Se, in definitiva, un sito propone una parodia erotica di Inu Yasha (solo per fare un esempio), di solito chi va nei guai non è il creatore della parodia, bensì l’editore dell’innocuo fumetto originale, che rischia di dover chiudere una testata “per accertamenti”, con i danni economici che ne conseguono. Non è fantascienza, ve lo garantiamo: sono cose che accadono di continuo.
Oltre a questo, i siti in questione usano spesso l’immagine dei personaggi all’interno di campagne pubblicitarie per promuovere materiale che non ha nulla a che fare con essi.
Tutto questo è molto sgradevole e sminuente, e contribuisce a trasformare sempre più il mondo del fumetto (e anche quello dell’animazione) giapponese in una sorta di ghetto formato da approfittatori disonesti e vittime inconsapevoli.
La Star Comics ha sporto denuncia contro uno di questi siti, dopo aver riscontrato quanto appena riportato. Esiste una perizia tecnica che elenca tutto nel dettaglio, e su cui non si può discutere: il sito conteneva questi, diciamo, vizi di forma.
Ma poi, non appena dal medesimo sono state eliminate le pubblicità a pagamento (che nulla hanno a che fare con Inu-Yasha) e i link a siti pornografici, la Star Comics ha - con molta classe, concedetecelo - ritirato la denuncia.
Con un pizzico di amarezza notiamo che è stato fatto tanto clamore per la denuncia, ma non per il ritiro della medesima, e questo la dice lunga su tante cose. Anche la reazione generale non è stata proprio piacevole. Ci sentiamo un po’ come se dopo aver subito un furto, avessimo sporto denuncia, e il giorno dopo i quotidiani di tutta Italia avessero criticato la nostra eccessiva severità nei confronti del responsabile. Possibile?
Comunque, pazienza. L’importante è che tutto sia rientrato nei canoni della legalità.
Sappiamo che, a questo punto, ci sarà sicuramente ancora qualcuno poco convinto di questa operazione, per cui lo invitiamo a mettersi idealmente nei panni di un autore o di una casa editrice, immaginando simili eventi sulla propria pelle. Per esempio, voi sareste felici di scoprire che una vostra fotografia (o di un vostro parente, amico/a, fidanzato/a) viene normalmente utilizzata per pubblicizzare un prodotto con cui non avete nulla a che fare (e che, magari, ritenete pure nocivo)? In secondo luogo, se trovaste le medesime fotografie fotoritoccate in modo da inscenare una parodia pornografica delle vostre vacanze al mare, non agireste forse legalmente?
La Star Comics ha agito per tutelare se stessa, l’autrice e la casa editrice partner con cui lavora. E, ripetiamo, non solo per vincoli contrattuali (gli editori giapponesi ESIGONO questo tipo di tutela dai loro rappresentanti stranieri), ma anche per convinzione personale.
Noi Kappa boys non prendiamo questo tipo di decisioni legali alla Star Comics, limitandoci ai programmi editoriali e alla lavorazione degli albi, ma indubbiamente riteniamo che la tutela dei fumetti pubblicati sia fondamentale per eliminare una certa editoria ‘malata’ che da anni sta danneggiando tutto il settore. In questo caso, riteniamo che la Star Comics si sia comportata in maniera estremamente corretta.
Alla prossima puntata.
Kappa boys

Stefano Perullo
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